Sarà Kazimir Malevič, fondatore del movimento artistico russo del Suprematismo e precursore dell’arte astratta, il protagonista della mostra in programma dal prossimo 2 ottobre e fino al 17 gennaio 2016 presso la GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo. L’esposizione si svolge in collaborazione con il Museo di Stato Russo di San Pietroburgo, ed è curata da Evgenija Petrova e Giacinto Di Pietrantonio. L’itinerario di settanta opere del pittore originario di Kiev, vissuto tra la fine dell’Ottocento e gli anni Trenta del Novecento, mira ad evidenziare la centralità della figura e dell’attività di Malevič in uno dei più intensi periodi storico-artistici del XX secolo. Accanto ai suoi lavori, la mostra presenta un corpus di opere artistiche realizzate da autori russi contemporanei, insieme a documenti e filmati di approfondimento sull’epoca di riferimento.
In concomitanza con il centenario della sua nascita, l’evento celebra il fondatore e il maggiore interprete del Suprematismo, la più radicale delle avanguardie storiche. Considerato insieme a Picasso e a Duchamp uno dei pilastri dell’arte del Novecento, la mostra valorizza il ruolo egemone nella tradizione dell’arte astratta di Malevič, ripercorrendo le tappe della sua formazione artistica sin dagli esordi. L’iniziale fase simbolista e neoimpressionista viene illustrata attraverso i dipinti raffiguranti paesaggi con filari di alberi del 1906 e l’autoritratto con fiocco rosso del 1907, alla luce di un dialogo con il predecessore simbolista Ilya Repin, e con i lavori contemporanei di Natalia Gončarova, e Mikhail Yakovlev.
Il percorso prosegue con una sezione dedicata al periodo attorno al 1913, anni ai quali risalgono il Manifesto del Primo Congresso Futurista, redatto da Malevič ed altri artisti, e scene e costumi dello spettacolo Vittoria sul sole, prima opera totale di musica, arte, poesia e teatro, realizzata con Aleksej Kručënych e di Michail Matjušin, che racchiude i primi accenni al Suprematismo. Dopo il Ritratto perfetto di Ivan Kljun (1913) e Composizione con La Gioconda (1914), alcuni disegni degli stessi anni sono messi a confronto con le tele di David Burliuk, di Jean Pougny e della Gončarova. Da segnalare anche il Quadrato rosso e Suprematismo, opere rispettivamente del 1915 e 1916. A consacrare il movimento artistico del Suprematismo è il dipinto eseguito da Malevič nel 1915, in occasione dell’ultima mostra futurista, Quadrato nero, diventato emblema del predominio della pura sensibilità dell’arte. Il dipinto è esposto insieme a Cerchio nero e Croce nera, realizzati nel 1923.
La mostra prevede una successiva parte incentrata sull’attività artistica di Malevič degli anni Venti, contraddistinta dal massimo grado di espansione teorica, con la composizione di scritti, appunti, disegni, e dalla produzione nei campi dell’architettura e del design, in nome del concetto di totalità dell’arte d’avanguardia. La parte finale della mostra è riservata alle opere frutto degli ultimi anni di vita di Malevič, all’epoca del regime staliniano. La potenza espressiva dell’artista perdura nella quindicina di oli esposti, aventi in comune gli stessi soggetti indagati contemporaneamente da altri artisti, quali Aleksandr Deineka, Alexander Samokhvalov e Kuzma Petrov-Vodkin. L’ultima sezione segnala il ritorno a un certo “realismo” dell’autore, che indirizza i suoi temi sulla classe operaia e contadina.
L’iniziativa si configura come un percorso di esplorazione dell’universo composito dell’attività creativa di Malevič, con l’effetto di esaltare la supremazia della sensibilità pura nelle arti figurative, slegate da fini pratici e di rappresentazione.
Box informazioni: http://www.gamec.it/it/mostre/malevic.
Clara Agostini