Made in Cloister, un progetto per salvare un pezzo sconosciuto di Rinascimento napoletano

La chiesa di Santa Caterina a Formiello si trova nel cuore del Centro Antico di Napoli, a piazza Nicola Amore, vicino alla mitica Porta Capuana. Fino a non molto tempo fa, quasi nessuno sapeva che quella chiesa conteneva un gioiello di arte rinascimentale: un chiostro. Tre amanti dell’arte, tre amici, Antonio Martiniello, Rosa Alba Improta e Davide De Blasio, sono napoletani e impegnati sul fronte della valorizzazione della loro città. Due anni fa rimangono senza parole di fronte allo splendore e al degrado in cui versa il Chiostro Piccolo di Santa Caterina a Formiello. Il connubio tra estremo degrado e estrema bellezza è d’altra parte normale amministrazione in una città sempre più abbandonata a se stessa. Loro però decidono che di quel Chiostro vogliono fare qualcosa di meraviglioso riportandolo ai fasti del passato. Lo comprano, anche se i soldi non bastano per via del restauro necessario a riattare uno dei pochi scorci di Rinascimento a Napoli. Sì perché nel Capoluogo campano è il barocco a farla da padrone. L’operazione di raccolta fondi procede molto bene grazie al sito Kickstarter. Non si tratta però di beneficenza, nel senso che i donatori versano soldi destinati al progetto avendo in cambio qualcosa. E qui la posta in gioco si fa interessante perché alla gara per recuperare il chiostro hanno partecipato e stanno partecipando artisti di tutto il mondo come Mimmo Paladino, Clifford Ross, Antony and The Johnsons, Lou Reed, Patti Smith. In particolare la Smith si è già prenotata per un concerto, una volta che l’opera sarà completata. Al settimanale D Martiniello, che tra l’altro è anche architetto, espone in maniera chiara il progetto Made in Cloister per gli spazi di Santa Caterina: “un punto di scambio tra artigiani, artisti, architetti, cultura e istituzioni”, per creare un luogo dove “come succedeva nella Napoli dei Borboni, gli artisti si possono incontrare con gli artigiani, come quelli delle porcellane di Capodimonte, che tramandano la loro difficile tecnica ma realizzano prodotti quasi invendibili nell’attuale sistema”. I tre temerari di Made in Cloister avevano anche tentato di rivolgersi alle istituzioni, ma senza successo perché – come spiega ancora Martiniello – “Non hanno capito la nostra proposta, si preferisce dare i fondi regionali alle sagre di paese, o disperderli in 10 mila rivoli”. Intanto, martedì 18 novembre a Milano si terrà un crowdfunding dal vivo, in via Savona, presso lo spazio espositivo 121+ della Corraini Edizioni. L’auspicio è che tutta questa fatica venga ricompensata soprattutto perché Napoli deve far tornare a parlare di sé per il suo straordinario patrimonio artistico e culturale.

Pasquale Musella
Made in Cloister

Related Posts

di
Previous Post Next Post

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

0 shares