L'Italia a piedi: raccontare con lentezza

Dal 5 aprile di quest’anno Marcello Fauci, giovane fotoreporter freelance italiano, classe 1984, ha iniziato a lavorare ad un curioso progetto, durato quaranta, intensi giorni.

Lo scopo era quello di documentare con la sua macchina fotografica i mille volti dell’Italia da nord a sud, partendo da Milano per giungere a Crotone, sua città natale. Fin qui nulla di strano.Questo progetto è stato un minuzioso diario di viaggio, un memorandum di luoghi e persone, di storie e di emozioni che ha dato vita ad un puzzle personalissimo di scorci di piazze, fiumi, boschi, di volti di anziani, giovani italiani e stranieri.Ciò che risulta curioso e singolare, tuttavia, è dato dalle modalità che hanno contraddistinto l’avventura del giovane fotografo: Marcello ha infatti percorso circa trenta chilometri al giorno, chiedendo ospitalità a chiunque e dormendo ovunque, attraverso il coachsurfing.Ogni alloggio gli forniva, oltre un divano ed un tetto, una o più storie uniche ed inedite, così come autentiche, che andavano non solo ascoltate, ma anche divulgate.Marcello ha prediletto il contatto diretto e spontaneo con la gente, ha voluto percorrere scenari autentici, naturali, entrando in punta di piedi nelle intime consuetudini delle piazze del nord per arrivare alla sacralità del sud, senza dimenticare realtà più difficili.Il fotografo si è recato a Baia Domizia, dove ha scoperto il Giardino della memoria, un posto in cui per ogni vittima della camorra è stato piantato un albero; ancora, si è fermato a Scampia, sul set di Gomorra, e a Castel Volturno, presso i padri comboniani che offrono il proprio aiuto agli immigrati ed ai ragazzi poco fortunati.2marcellofauciE ancora, fin qui, tutto sembrerebbe nella norma. Sembrerebbe, per l’appunto: in realtà, il viaggio del giovane freelance è avvenuto senza l’utilizzo di alcun mezzo di trasporto. Niente macchine, treni ed aerei per Marcello, che si è servito solo ed unicamente della forza dei piedi, unita alla volontà, alla curiosità, al cuore.Ciò che ne è venuto fuori è un reportage ricco di contenuti in tempi di crisi, nonostante le difficoltà economiche del periodo. Raccontare e documentare è sempre possibile e questo progetto ne è testimonianza effettiva. Del resto, ad un fotografo, per narrare delle storie, serve davvero ben poco: se stesso, un corpo macchina, un portatile, uno zaino, un’idea. E la passione, tanta.Viaggiare a piedi è stata una modalità per entrare in pieno contatto con la terra e con la sua gente: viaggiare a piedi ha significato dare vita ad un punto di vista privilegiato, privo di vincoli e orari; viaggiare a piedi è equivalso a cambiare idea repentinamente, a vivere l’essenza del viaggio, ad entrare in vera sintonia con le persone e le situazioni in cui, nella vita, ci si imbatte fortuitamente. Viaggiare a piedi ha permesso a Marcello di dare il giusto, immenso valore alle esperienze che ha vissuto e collezionato e che ha voluto regalare a tutti con queste foto, scattate con amore, maestria e lentezza. Quella lentezza che custodisce un legame segreto con la memoria ed il ricordo, ma anche con il tempo presente. Rallentare, approfondire, capire e conoscere: quali approcci migliori per cogliere le forme, i colori ed i gesti di un Paese ricco di storia e, al contempo, in continuo cambiamento?

 

 

 

http://www.marcellofauci.com/italia-a-piedi-1

Michela Graziosi 

 

 

 

 

 

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