“L’Indiano e la Fata”

L’artista ritorna al principio, partendo da un disegno infantile “l’indiano e la fata“

 

Attraverso l’incisione, la pittura, la performance, la fotografia e il video ritorna a disegnare su carta con matite, pastelli e acquarelli. I toni che prevalgono sono scuri ma sono anche presenti rosa folli.Sembra quasi che le figure ci osservino, amici e nemici. Il personaggio protagonista “Il Pugile Rosa” si specchia e passa ad un’altra dimensione. Esce dal ring e fantastica, salta su una giostra  sbattendo la testa contro Saturno ed è surreale.Crea un’installazione in vetrina dal titolo “Ufo Ring”, un ufo atterra su un disco, su una scacchiera. Arriva da lontano ma non è altro che una vecchia lampada d’ottone in stile impero che, smontata e rimontata, in diverso modo prende le sembianze di un oggetto misterioso e non ha più la sua utilità. Adesso è solamente un oggetto.Ritrova due disegni dell’infanzia, ritrovati e salvati perché realizzati all’interno delle copertine di un libro di matematica: L’indiano e la Fata gioco di contrasti come riflessione sulle diversità degli esseri umani. Sgretolata la materia rimane solo la traccia dei ricordi umani surreali e maledettamente terrestri.zI lavori dell’artista sono sempre trafitti dal tempo, annegati in pozze selvagge che sfumano i contorni e, come una carta geografica, tracciano la storia della sua vita.

 

Nella sua ricerca pittorica, concepita come un intervento chirurgico, comincia ad inserirvi elementi armonici e contrastanti, creando un gioco ironico e di disturbo leggermente violento, dove corpi spavaldi a volte tentano di uscire fuori dal quadro. Per anni i coltelli sono stati protagonisti delle sue opere, tanto da guadagnarsi l’appellativo di “Pittore Killer”. Ora Paolo Bielli insiste sul paesaggio intimo della casa, nel 2009 espone una mostra intitolata “Silenzio”. Nello stesso anno crea tutti i personaggi di scena dello spettacolo teatrale di Vladimir Luxuria “La donna Uomo”. Nel 2010 partecipa a due collettive dal titolo “Arciere”. Nel febbraio 2011 inaugura “Nuda Apprenza” alla ONEPIECEART di Roma con una performance sull’ effimero della moda che si sveste.

Anna Germano

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