Le “case vuote” di Filipe Condado

Chi viveva un tempo in quelle case? Da quanto sono disabitate e perché? Sono queste le domande che hanno spinto Filipe Condado, fotografo portoghese, a lavorare al progetto “Casas Vazias” (http://www.filipecondado.com/pt/projectos/casas-vazias), con il quale è giunto tra i finalisti dei Sony World Photography Awards 2014.Filipe ha da sempre provato un certo disagio nel trovarsi di fronte ad enormi complessi abbandonati, dei quali Lisbona, la sua città, è piena. Tuttavia, al contempo, questi edifici, nei quali regna sovrano il contrasto fra l’abbandono, lento ed inesorabile del tempo, e l’apparente vita che vi si è consumata, hanno fatto risvegliare in lui un interesse sempre vivo, ossia quello di inseguire ciò che, a primo acchito, non è percepibile. Anche il suo progetto precedente, intitolato “Casas Perdidas”, era nato da una lenta osservazione di una serie di edifici in rovina e di altri che erano stati demoliti, nei quali però erano rimaste in piedi le pareti interiori delle divisioni degli appartamenti. Ed erano state proprio quelle pareti, dai differenti colori e misure, ad aver risvegliato l’immaginazione del fotografo, spingendolo ad armarsi di macchina fotografia per tornare in esplorazione di quei luoghi.Solo le immagini potevano allora parlare ed essere, ancora una volta, testimoni di quanto percepito nel profondo: la sensazione provata all’interno delle “Casas Vazias” era stata quella di trovarsi in abitazioni che erano ancora popolate, all’interno delle quali, tuttavia, il silenzio e l’aria pesante non nascondevano l’abbandono e l’incuria degli anni.Ciononostante, al di là del titolo (“vazio” in portoghese significa “vuoto”), nelle foto c’è molto poco di vuoto: lavorando infatti agli scatti di “Casas Vazias”, Filipe ha fatto in modo che gli oggetti scelti, grazie ad una giusta mistura di luci ed inquadrature, inducessero l’osservatore a credere che quelle case fossero ancora abitate. Quegli oggetti, infatti, erano rimasti ai loro posti ed avevano l’aria di una immutata intimità che sembrava dirla lunga sulla vita che un tempo aveva animato quei posti. E mai come in questo caso, la fotografia ha rappresentato una realtà soggettiva, frutto di una scelta dell’autore, secondo quanto lui ha deciso di voler di comunicare.3filipe2Attualmente quello degli edifici abbandonati è una problematica sociale rilevante: secondo il The Guardian, in Europa vi sono 4,1 milioni di persone senza casa ed 11 milioni di case vuote. Nonostante non fosse questo l’obiettivo principale di Filippe, indubbiamente con “Casas Vazias” è stato capace di richiamare l’attenzione su questa problematica. Non a caso, il lavoro dell’artista porta sempre con sé, anche inconsapevolmente, una componente informativa su di una determinata questione.

 

 Michela Graziosi

 

 

 

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