La verità è che siamo tutti fuori posto

Una raccolta di frammenti di vita narrata da sei autori “fuori posto” (Roberto Saviano, Carlo Lucarelli, Valeria Parrella, Piero Colaprico, Wu Ming, Simona Vinci) che ci guidano in un viaggio da un Sud del mondo all’altro, in cui il capolinea è lo smascheramento di una realtà spesso scomoda e la grande speranza che ognuno di noi nutre. Ne Il contrario della morte Roberto Saviano illustra, grazie al racconto di Maria, la breve storia di un ragazzo di Caserta, Enzo, suo promesso sposo. Enzo, disoccupato, per potersi costruire un futuro lontano dalla criminalità e sposare Maria, decide di arruolarsi volontario e partire in missione per l’Afghanistan. Una scelta, quella del giovanissimo Enzo, in cui si possono riconoscere tantissimi altri giovanissimi soldati del nostro esercito, formato per il 90% da meridionali; la scelta di “combattere” rischiando la loro giovane e preziosa vita sperando in un futuro nettamente migliore dando le spalle alla criminalità. Il racconto di Carlo Lucarelli ci porta indietro di un secolo, sullo sfondo un’altra guerra e i profumi ed i sapori dello zenzero e dell’Africa. Ferengi è una parola etiope che significa “straniero”. La storia è ambientata a Massaua, capitale della colonia Eritrea, popolata da personaggi che hanno stancamente ereditato i fasti dell’espansione coloniale italiana, interrotta brutalmente qualche anno prima, a nord dell’Etiopia, con la disfatta di Adua per opera delle truppe del negus Menelik II. La storia è basata su tre fotografie presenti sul luogo di un delitto ordinato ai danni del barone Caraffa dalla signora Ada che, con un falso testamento, ha destinato tutti i beni del vecchio ai propri figli. È il racconto di tradimenti, eredità, equivoci e di pietà; è una storia lontana nel tempo, ma immensamente vicina a noi: si parla di globalizzazione e si pensa al colonialismo; si parla di civilizzazione e si pensa all’imperialismo. Altre schiave forse si libereranno come Grazia, la protagonista del racconto di Valeria Parrella, Il premio, ambientato nell’Italia contadina del secondo dopoguerra. Dopo un triste incipit – la scomparsa della mamma di una delle protagoniste del racconto e il suo funerale – entrano in scena i personaggi del racconto e altre figure che via via acquisiranno sempre più rilevanza all’interno della narrazione; tra queste, la badante Grazia. Grazia è la protagonista del racconto, sposerà il suo datore di lavoro spinta dal parroco. Ma il matrimonio, all’inizio, non sarà tutte rose e fiori: dovrà affrontare enormi difficoltà, differenze che sembrano insormontabili e rapporti (come quello con la figliastra) apparentemente irrecuperabili. Non sempre sarà così, entrambe le figure femminili del racconto cominceranno a familiarizzare e questo agevolerà anche il rapporto tra Grazia e il marito, sino a quando, istaurato un rapporto con la figliastra, riuscirà ad ottenere anche le attenzioni del marito, da cui riceverà un premio. In Scala C, il racconto poliziesco di Piero Colaprico, si fa un balzo in avanti e si giunge nella Milano degli anni Ottanta: all’ex maresciallo Pietro Binda torna in mente una storia vissuta in quegli anni, il giorno che il suo nipotino londinese gli chiede, nonno che cos’è il destino? Con Scala C Colaprico ci catapulta nelle atmosfere nebbiose di un poliziesco italiano, in una Milano abitata da delinquenti, osterie e latterie. Questa volta è morto “Pallina”. un poveraccio, inquilino di un appartamento della Scala C, un granello di sabbia tra i palazzoni popolari della periferia milanese: “un fascicolo in più da archiviare” tra i tanti. Esilarante il contributo di Wu Ming (il collettivo di scrittori attivi dalla fine del XX secolo), che mette in scena, nel segno della libertà della scrittura, la strana indagine, condotta da un ricercatore dell’Università di Bologna e da un giovane avvocato, che porta a scoprire chi è davvero American Parmigiano attraverso lo studio della corrispondenza di Benjamin Franklin. Il giovane ricercatore universitario (la voce narrante) viene mandato dal suo professore a partecipare come esperto a una causa intentata da una multinazionale americana che vantava l’origine del Parmigiano Reggiano e pretendeva di appropriarsi del nome del noto marchio italiano. L’ultimo racconto (ultimo perché pubblicato più recentemente rispetto agli altri) è di Simona Vinci che con Un’altra solitudine ci propone una attenta quanto scrupolosa meditazione controcorrente sulla vita solitaria che, in alcuni casi, può essere considerata una risorsa, talvolta un’esperienza meravigliosa oppure un incubo.

Cinzia Murgia

AA.VV., Sei fuori posto, Einaudi Stile libero, Torino 2010, pagg. 207, euro 17,50

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