"La memoria ritrovata”

“La memoria ritrovata” è una mostra che rende omaggio all’operato dei Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale, grazie al quale è possibile godere della vista di tesori dell’arte per molto tempo sottratti all’interesse della comunità scientifica ed al piacere del pubblico per via di scavi clandestini, furti e ricettazioni.Questa è la terza volta in cui il Quirinale apre le porte ad opere d’arte recuperate dai Carabinieri: nel 2007 era stata realizzata l’evento “Nostoi. Capolavori ritrovati” per esporre opere che avevano fatto ritorno in Italia dopo essere state acquisite illegalmente da quattro grandi istituzioni museali americane; successivamente, nel 2013, era toccato alla presentazione della “Tavola Doria”, da molti attribuita a Leonardo da Vinci, rientrata finalmente in patria dopo più di settant’anni.Oggi è il turno di una nuova, piccola grande mostra, organizzata dalla Presidenza della Repubblica in collaborazione con il Ministero dei Beni delle Attività Culturali e del Turismo, con il Comando dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale e CIVITA: l’evento, curato da Louis Godart, Consigliere del Presidente per la Conservazione del Patrimonio Artistico, offre al grande pubblico oltre cento  capolavori artistici che coprono ben due millenni di storia italiana.A rendere ancora di più suggestiva l’esposizione, la scelta del luogo, ricaduta, per la terza volta, sulle incantevoli e maestose stanze del Palazzo del Quirinale.Nella Sala degli Scrigni, nella sala di Ercole e nella Sala degli Ambasciatori ritroviamo esposte opere che vanno dal VI secolo a.C fino al Settecento. Fra queste segnaliamo il tesoriere di Loreto, del XVII secolo, una serie di croci, risalenti circa al XIV secolo e quadri magistrali fra i quali spiccano la “Madonna col bambino” attribuita alla cerchia di Neri di Bicci (1498), l’ “Adorazione dei magi” di Francesco Solimena (XVII secolo), la “Crocifissione” di Maestro di Incisa Scapaccino (1410) e “La Vergine assunta coi santi Gregorio, Silvia e Angeli”, attribuita a Pompeo Batoni (XVIII secolo). Vanno ancora menzionati l’ “Ultima cena” di Carlo Rosa (XVII secolo), “San Giorgio Magno” della seconda metà del Seicento ed una serie di raffigurazioni di luoghi significativi della città di Roma ad opera dei pittori della Scuola Romana (XVIII secolo).L’ultima sala utilizzata per l’esposizione dei capolavori è quella di Augusto, al tempo tanto bramata dalla madre di Napoleone affinché il figlio vi soggiornasse, recentemente sottoposta ad un lavoro di restauro grazie al quale è stata quasi del tutto recuperata la decorazione seicentesca delle pareti, che era stata occultata, appunto, in età napoleonica. Qui sono esposte urne funerarie in travertino  del II-I secolo a.C. raffiguranti scene ispirate al mondo greco, unite ad una parte del corredo dell’ipogeo della potente famiglia etrusca dei Cacni: si tratta di una delle più importanti scoperte nel campo dell’etruscologia degli ultimi trent’anni.La mostra, oltre a fornire alla vista del grande pubblico capolavori unici della nostra storia, si rivela altresì utile nell’illustrazione del lavoro, spesso poco conosciuto e scarsamente tenuto in considerazione, del Comando Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri, costantemente impegnato nell’individuazione dei responsabili di reati contro i beni culturali, nel recupero del patrimonio artistico trafugato o esportato illecitamente dall’Italia, nei controlli in occasione di mostre d’antiquariato nonché nell’organizzazione di operazioni di prevenzione dei reati in aree archeologiche terrestri e marine.È stata proprio l’Italia, infatti, prima nazione al mondo, che nel 1969 si è dotata di un organismo di tutela specializzato che ad oggi conduce brillantemente indagini e gestisce un’immensa banca dati relativa ai beni culturali scomparsi o rubati: qui sono memorizzati quasi 5.000.000 di oggetti dei quali circa 1.000.000 di provenienza furtiva.Il bilancio del lavoro svolto è davvero lodevole: fra il 1970 ed il 2013, infatti, i Carabinieri del Comando hanno recuperato centinaia di migliaia di opere d’arte e quasi un milione di reperti archeologici. E l’apprezzamento relativo alle operazioni del Comando non si esaurisce nei territori nazionali ma li supera, in virtù dell’aiuto che ha fornito a molti altri Paesi dalla storia antica, quali Grecia, Iraq e Perù.“La memoria ritrovata” rimane aperta al pubblico fino al 16 marzo 2014, con ingresso gratuito: dal martedì al sabato dalle ore 10:00 alle 13:00 e  dalle 15:30 alle 18:30, mentre la domenica dalle 8:30 fino alle 12:00.

 

Michela Graziosi1web

 

 

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