La fantastica Villa Adriana e i suoi tesori: riemergono dalla terra sculture dal gusto classico ed egiziano

Nuovi ritrovamenti aggiungono fascino ad una delle aree archeologiche più importanti d’Italia, quella di Villa Adriana a Tivoli. Nel corso della campagna di scavo e restauro inaugurata nel 2013 dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio e finanziata da Arcus, sono apparsi dal terriccio alcune statue, elementi decorativi e reperti davvero molto interessanti.1. Horus riemerge dalla terraL’opera che ha maggiormente incuriosito gli archeologi è la statua zoomorfa raffigurante Horus, il famoso dio Falco, uno dei più potenti dell’antico Egitto. La scultura, alta circa un metro e mezzo, molto simile a quella rinvenuta presso Maratona (proprio l’estate scorsa in mostra a Tivoli!), contribuisce a chiarire le funzioni dell’area. Infatti, recenti studi hanno dimostrato che l’area costituita da sette edifici, denominata da Pirro Ligorio nel cinquecento “Palestra”, abbia avuto in realtà non solo funzioni ginnico-sportive, ma anche religiose. Alcuni scavi condotti tra il 2005 e il 2007 avevano riportato alla luce ambienti molto elaborati e ricchi: degli spazi porticati, un giardino pensile e un edificio a colonne caratterizzato da una scalinata di marmo, che il responsabile degli scavi, Zaccaria Mari, aveva indicato come un tempio in onore della Dea Iside. Il ritrovamento in quest’area, in tempi passati, di una sfinge, di un busto colossale della dea Iside e di busti in marmo rosso di sacerdoti isiaci, confermano tale ipotesi, ora ribadita con vigore dal nuovo eccezionale ritrovamento.Le sorprese non sono finite qui. Sono stati rinvenuti esempi molto raffinati di scultura classica, tra cui spicca su tutti una splendente testa in marmo, copia di epoca adrianea del famosissimo Doriforo di Policleto. La testa è ben conservata e la lavorazione della capigliatura e dei denti dimostra una maestranza davvero di alto livello. Gli scavi hanno riportato alla luce ulteriori camere dell’edificio isiaco, decorato con pavimenti in opus sectile e altri spazi del giardino pensile. Le scoperte saranno svelate per la prima volta al pubblico domenica 7 dicembre in occasione della giornata dedicata dal Mibact all’“Archeologia e al Restauro”. In quel giorno sarà possibile visitare anche il cantiere di scavo e restauro della “Palestra”.Il Sopraintendente archeologo per il Lazio, Elena Calandra, ha spiegato che i lavori in questa area polivalente e molto misteriosa non sono ancora terminati: non è escluso che nei prossimi tempi la “Palestra” ci riservi nuove sorprese.

 

 

Francesco Consiglio

 

 

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