IN TOUCH WE TRUST L’ineffabile presenza della scultura buddhista giapponese

 

Dal 29 luglio al 4 settembre le Scuderie del Quirinale di Roma ospitano la mostra Capolavori della scultura Buddhista giapponese, a cura del Prof. Takeo Oku. Organizzata da Bunkachō (Agenzia per gli Affari Culturali del Giappone) in collaborazione con l’Azienda Speciale Palaexpo, Roma Capitale – Assessorato alla Crescita culturale e Alma Mater Studiorum-Università di Bologna (Scuola di Psicologia e Scienze della Formazione, Dipartimento di Scienze dell’Educazione) e col supporto di MondoMostre, la rassegna illustra l’evoluzione della scultura buddhista giapponese fra l’epoca Asuka (550-700 circa) e quella Kamakura (1185-1333).

Prima del VI secolo, l’arte sacra nipponica non raffigurava le divinità: per venerare i Kami shintoisti non era necessario visualizzarli. L’introduzione del Buddhismo dalla Cina e dalla Corea, con l’uso di immagini pittoriche e plastiche per il culto, che era invalso nei due paesi, rappresentò così una radicale svolta nel modo di vivere e di praticare la spiritualità. Da quel momento, fu la scultura (quella lignea in particolare) il linguaggio prediletto dai giapponesi, i quali, sviluppando forme e tematiche sempre più originali rispetto ai modelli di partenza, raggiunsero livelli espressivi insuperabili, che risultano ancora estasianti ai nostri occhi, in particolare per la grazia e la raffinatezza del periodo Heian (794-1185) e per il vigoroso realismo del successivo periodo Kamakura, influenzato dalla filosofia zen e affine agli ideali dei samurai.

Esposte in Italia per la prima volta, le ventuno sculture provengono da templi, santuari e importanti musei giapponesi, e sono state realizzarle soprattutto da monaci (i cosiddetti “busshi”). La loro differenza di stile è dovuta a specifiche tradizioni artistiche locali e alla funzione che rivestivano nel corso delle celebrazioni liturgiche. Le immagini e le forme si differenziano inoltre a seconda delle caratteristiche spirituali che rappresentano e che spesso sono direttamente riconoscibili da pose, abiti ed elaborate acconciature. Ma la loro levigata superficie sembra alludere a una sorta di unico tattilismo metafisico.

Introduce l’affascinante percorso espositivo la sola opera in bronzo, quella raffigurante Shaka Nyorai, l’“illuminato”, ovvero colui il quale, giunto al termine del ciclo delle reincarnazioni, è ormai divenuto libero da qualsiasi costrizione impostagli dal destino. Raccolto in meditazione, Shaka Nyorai introduce il visitatore alle molteplici trasformazioni che l’anima deve intraprendere prima di conquistare l’ultimo stato di imperturbabilità, magistralmente espresso dal suo volto. L’ira o la quiete, il piacere o la paura, la ricerca o la comprensione sono passaggi che precedono tale stato e che le altre sculture rappresentano sulla via dello sviluppo della coscienza, confermando nel divenire stesso l’invariabilità dell’Assoluto.

L’iniziativa si inserisce nel ricco programma di eventi dedicati alla cultura giapponese (che si avvale di mostre d’arte, architettura e design, ma anche di vari spettacoli di danza moderna oppure tradizionale, di burattini e del teatro No, di musica e di cinema), in occasione del

150° anniversario del primo Trattato di Amicizia e Commercio stipulato fra Italia e Giappone.

 

Box informazioni:

Capolavori della scultura Buddhista giapponese

(29 luglio – 4 settembre 2016)

Scuderie del Quirinale

via XXIV maggio 16, Roma

Dom – Ven 12.00 – 20.00

Sabato 12.00 – 23.00

www.scuderiequirinale.it

 

Giada Sbriccoli
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