Il sultano dello swing arriva a Roma!

Continua all’Auditorium Parco della Musica la kermesse “Luglio suona bene” con un ospite a dir poco leggendario: Mark Knopfler.  L’ormai sessantenne ex leader dei Dire Straits porterà nella capitale l’atmosfera sognante del suo nuovo album “Get Lucky”.

Si tratta ormai del sesto album da solista e arriva a due anni dal successo di “Kill to Get Crimson”. Registrato nel suo British Grove Studio di Londra, il disco è una magistrale esplorazione delle radici musicali di una vita. La straordinaria combinazione di folk, rock e blues, cuciti dall’originale scrittura di Mark Knopfler, ha visto la partecipazione di Richard Bennett, Danny Cummings, John McCusker, Matt Rollings e Glenn Worf.     

“Get lucky”, title track dell’ album, è dedicata ad una figura che influenzò molto il giovane Mark: “La prima persona itinerante che ho conosciuto cantava in soul band in inverno per poi lavorare nelle fiere o andare a raccogliere frutta al sud quando il clima si faceva caldo” ha spiegato in un’intervista “Avevo circa quindici anni, ero bloccato a scuola ed ero invidioso. “Get Lucky” è ispirata a lui e altri viaggiatori che ho incontrato in posti in cui mi sono ritrovato a lavorare come fattorie, magazzini, cantieri, prima di incontrare la fortuna con le mie canzoni».

Spettacolare il pezzo d’apertura “Border Reiver”,  una vera e propria cavalcata sui verdi prati dell’Irlanda.

E che dire del ruvido blues di  “You can’t beat the house” o delle magie che compie la sua Gibson Les Paul nella ballata “Before gas & tv”,

Altra traccia che colpisce molto è Remembrance day, uno dei pezzi più rock dell’album che ricorda molto il periodo con gli Straits e che regala un assolo finale da pelle d’oca.

A dir poco stupenda anche “Piper to the end”,dedicata allo zio di Knopfler, Freddie, caduto in guerra a soli venti anni.
Forse, rispetto ai lavori precedenti, viene messo un po’ in ombra il chitarrista esaltando però il cantante. Una voce che non ha più l’energia e la spensieratezza di “Sultan of Swing” o “Walk on life”, il timbro è ormai caldo e profondo, non invecchiato, ma più saggio e consapevole. La voce ideale per narrare storie lontane e intense, che spesso sconfinano nella poesia più pura.
Knopfler conferma tutta la sua coerenza artistica sfornando un disco intriso di una voglia di esplorare e sperimentare davvero incredibile per un quasi sessantenne. Il maestro del finger style potrebbe prestarsi alla tanto richiesta reunion con i Dire Straits e vivere di rendita riproponendo lo stesso prodotto di venti anni fa. Invece eccolo di nuovo lì, da solo, sul palco, con una nuova idea, un nuovo modo per far ricordare Mark Knopfler. Un esempio straorinario che vanta ben pochi simili.

La tappa romana sarà l’ultima del tour europeo che si è rivelato un ennesimo successo per il chitarrista di Glasgow.

Come è accaduto per gli altri concerti, Mark non si esibirà solo per i suoi vecchi fan, teenager degli anni ’80 dai capelli ormai grigi. Knopfler ormai ha saputo ritagliarsi un buon numero di fan anche tra i giovanissimi del nuovo millennio, magari cresciuti dai genitori con “Sultan of swing” come ninna nanna, conquistati però anche grazie allo straordinario spessore artistico di questa rock star umile e dai modi affabili.

Una rock star atipica, uno dei più grandi chitarristi della storia che però non sembra voler smettere di continuare a regalare emozioni senza tempo fondendole con  la sua inesauribile sorgente di idee originali .

Nicola Salerno

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