Il mito dell’Italia nell’Inghilterra Vittoriana

Il nostro Paese è noto per aver attraversato fasi storiche molto diverse tra loro, si alternano momenti di gloria in cui fungiamo d’esempio a diverse nazioni, e fasi di decadenza in cui sembriamo restare indietro, o forse stiamo solo prendendo la rincorsa per rinascere ancora? “A man who has not been in Italy, is always conscious of an inferiority, from his not having seen what it is expected a man should see.” Samuel Johnson Il noto poeta inglese Johnson (1709/1784) sosteneva che un uomo che non è stato in Italia è sempre consapevole di un’inferiorità, data dal non aver visto ciò che un uomo dovrebbe vedere. La Galleria Nazionale d’Arte Moderna ospita fino al 12 giugno una importante mostra dedicata al rapporto di fascinazione fra l’arte inglese del XIX secolo e la cultura artistica italiana, dal “gusto dei primitivi” al pieno Cinquecento, partendo dai paesaggi di ispirazione italiana di William Turner, attraverso gli studi di John Ruskin su cicli pittorici, monumenti e architetture. Sono esposte più di 100 opere, provenienti da prestatori privati e musei internazionali, molte delle quali per la prima volta in Italia. Un aspetto particolarmente significativo dell’esposizione verte sul rapporto tra le opere inglesi e i prototipi italiani che ne hanno costituito il modello iconografico e la suggestione formale: sono esposti dipinti di Giotto, Crivelli, Carpaccio, Botticelli, Sebastiano del Piombo, Palma il Vecchio, Bergognone, Luini, Tiziano, Veronese, Tintoretto – a testimoniare, pure nella diversità di clima culturale, la loro incidenza in area inglese. In Inghilterra, fin dall’inizio del secolo, vi fu un forte incremento di un collezionismo pubblico e privato di arte italiana, che confluirà nella formazione del primo nucleo della National Gallery (1834), costituito da importanti acquisti provenienti dalla dispersione di patrimoni prevalentemente aristocratici del nostro paese. La passione per l’Italia ha un complesso fondamento critico negli scritti di Ruskin, nelle originali letture del nostro Rinascimento ad opera di Swinburne, insieme ai saggi di Walter Pater su Giorgione, Botticelli, Michelangelo e Leonardo, testi che hanno inciso profondamente nel diffondersi di un preciso orientamento su uno stretto cenacolo di letterati, artisti, critici e committenti. A chiusura dell’esposizione viene presentata una sezione di artisti italiani – Nino Costa, Giulio Aristide Sartorio, Adolfo De Carolis, Gaetano Previati – che negli ultimi decenni del XIX secolo, proprio attraverso la scoperta dei “preraffaelliti” inglesi, recuperano la tradizione artistica del Rinascimento come matrice culturale ed ideologica dell’identità italiana. La mostra è curata da Maria Teresa Benedetti, Stefania Frezzotti, Robert Upstone.

Mauro Meleddu

Info
Ufficio stampa Electa per la GNAM Gabriella Gatto +39 06 47497462
Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea
Viale delle Belle Arti 131, Roma
Martedì – domenica 8.30/19.30
www.gnam.beniculturali.it

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