Un altro anno, un altro giorno per Ricordare. La Memoria, questa strana parola che funziona a fasi alterne se a ricordare siano i vivi o l’impalpabile presenza dei nostri morti, dei giustiziati, ingiustamente privati degli oggetti, dei propri letti, orridamente defraudati dei riti, della parole, atrocemente spogliati dell’identità, dell’esistenza stessa. Ogni volta che penso alla Shoah, mi vengono a mente le parole di Primo Levi: “Voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case, voi che trovate tornando a sera il cibo caldo e i visi amici…” Ogni volta che penso alla Shoah sento quel grido inudito, provocato dall’odio, radicato nella cultura del pregiudizio, soffocato dall’indifferenza. Ogni volta che penso alla Shoah rivedo lo sguardo svuotato dalla vita, calpestato dal sopruso, rassegnato all’espiazione. Ogni volta che penso alla Shoah mi sento perduta nello sterminio, dispersa in quel fumo nero, denso, acre e rassegno al Cielo lo sguardo in cerca di perdono
Mai dimenticherò quegli istanti che assassinarono il mio D-o e la mia anima, e i miei sogni, che presero il volto del deserto. Mai dimenticherò tutto ciò, anche se fossi condannato a vivere quanto D-o stesso. Mai (Elie Wiesel)
Sabrina Cicin