Il cinema d’Oriente sbarca a Roma

Dal 10 al 17 luglio torna, presso il Cinema Farnese a Piazza Campo de’ Fiori, l’Asian Film Festival, diretto da Antonio Termenini, giunto ormai all’ottava edizione.

Ideato dall´Associazione Cineforum “Robert Bresson”, il Festival è stato realizzato con il contributo del Comune di Roma-Assessorato alle politiche culturali e della comunicazione, del Ministero dei Beni Culturali-Direzione Generale Cinema, e dagli organismi del: GIO-Government Information Office, R.O.C. Republic of China (Taiwan), MOFA R.O.C, Ministry of Foreign Affairs Republic of China (Taiwan), Media Development Authority di Singapore, Singapore Film Commission, Ufficio di Rappresentanza di Taipei in Italia, Ambasciata della Repubblica Socialista del Vietnam, Associazione Italia-Estremo Oriente, Persol, Cathay Pacific, China Airlines.  

Le opere selezionate rappresentano la migliore produzione cinematografica dell´Estremo Oriente e del Sud-Est Asiatico e provengono, da Thailandia, Vietnam, Corea del Sud, Singapore, Hong Kong, Taiwan, Filippine, Giappone. Il programma del Festival prevede sedici titoli in concorso, cinque fuori concorso e due Newcomers.  Tra questi al pubblico romano saranno regalate ben tre anteprime internazionali ( “How are you dad?”,  “The little heart” e “Don´t burn”), due europee (“Tears”e “Taipei Exchanges”) e otto italiane (“One Day”, “Face”, “Memories of a burning tree”, “Flooding in a time of drought”, “Like you know it all”, “Face”, “Au revoir Taipei”, e “Spring fever”).

Nel programma si mescolano cinema d’autore e cinema di genere, film d’azione e film di sentimento, pellicole d’impegno sociale e pellicole leggere. Il programma è vario e pronto a soddisfare i palati di ogni genere.

Da segnalare “Nymphn” del thailandese Pen-Ek Ratanaruang sull’evoluzione interiore dell’uomo a contatto con le forze della natura e Flooding the time of drought do Sherman Ong sul dramma della mancanza d’acqua. Da non perdere anche “Visage” del taiwanese Tsai Mingliang, una storia di fantasmi e trasmigrazione d’anime.

Due gli appuntamenti monografici di maggior risalto: un omaggio al regista filippino Brillante Mendoza, già protagonista dell´Asian Film Festival nel 2008 , ed una retrospettiva di 10 film dedicata al raffinato cineasta di Hong Kong Stanley Kwan, entrambi ospiti della manifestazione, accanto a due illustri esponenti dell´industry come Jason Lai, produttore di Singapore – coinvolto nel 2006 nella realizzazione de La stella che non c’è di Gianni Amelio – e Kenneth Tan, direttore della Singapore Film Commission.

Di particolare rilievo la collaborazione avviata nell´edizione 2010 con il HKETO/HKSARG (Hong Kong Economic and Trade Office) di Bruxelles, sostenitore d´eccellenza nella realizzazione della retrospettiva, che consente al tempo stesso di dare maggiore spazio al cinema di Hong Kong, anche grazie all´importante legame con l´Hong Kong Film Archive.

 La Palma d’Oro vinta da Apichaptong Weratasakul con “Uncle bonmee who can recall his past” Lives all’ultimo festival di Cannes e molti altri premi internazionali hanno confermato la capacità di innovazione e rinnovamento del cinema asiatico.
Non stupisce sapere che, negli ultimi anni, dipartimenti dello spettacolo e della cultura in paesi come Taiwan, Hong Kong, Singapore hanno attivato fondi cinema di significativa portata economica, volti  anche a stimolare co-produzioni internazionali. Ci si rende conto di come l’Estremo Oriente sia diventato un validissimo interlocutore per l’industria cinematografica di tutto il mondo.

Per la prima volta l’ Asian Film festival dedicherà anche spazio a una sezione industry, a uso di tutti quegli operatori italiani che lavorano nel mondo del cinema e che stanno cercando di allargare i loro orizzonti al di fuori dei nostri confini.

Nicola Salerno

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