"Il berretto a sonagli" al Quirino

Luigi Pirandello in palcoscenico è sempre un’ottima occasione, tanto più se si tratta di un Pirandello non molto frequentato negli ultimi anni. Ci riferiamo al Berretto a sonagli, con la regia di Giuseppe Dipasquale, in scena al Teatro Quirino di Roma da martedì 1 marzo fino al 13 dello stesso mese; lo spettacolo è prodotto dal Teatro Stabile di Catania e dal Teatro Biondo Stabile di Palermo.
La commedia nacque in doppia versione: la prima in dialetto siciliano, ’A birritta cu’i ciancianeddi, rappresentata a Roma da Angelo Musco il 27 giugno 1917, l’altra, il cui testo fu pubblicato l’anno successivo, in lingua italiana, appunto Il berretto a sonagli; Dipasquale ha privilegiato, guardando di certo e opportunamente al pubblico, la seconda versione. La vicenda è ambientata alla fine del secondo decennio del Novecento ed ha al centro Ciampa, uno scrivano meno che cinquantenne, ma per l’epoca possiamo dire anziano, tale specialmente di fronte alla vitalità e ai tradimenti della giovane moglie, con i quali deve fare i conti.
Dopo Musco hanno ricoperto il ruolo di Ciampa molti grandi attori, tra gli altri Salvo Randone, Paolo Stoppa, Eduardo De Filippo; nella versione di Giuseppe Dipasquale nei panni del protagonista c’è Pino Caruso. È lo stesso Dipasquale a motivare la propria scelta dell’attore siciliano, «un attore – spiega – apparentemente fuori età, rispetto al quarantacinquenne Ciampa, ed invece tuttavia adattissimo per estrazione antropologica, per raffinatezza di cifra recitativa». La cosiddetta estrazione antropologica gli permette di dare allo scrivano l’abito di un uomo consapevole, di un marito rassegnato, privo di aspetti luciferini e grandiosi.
Egli è comunque impegnato a salvare le apparenze, quel suo matrimonio che esiste e non esiste, il suo ruolo di subalterno, nel pubblico e, peggio ancora nel privato, del cavalier Fioríca. Di fronte alla vita, nel gioco delle apparenza e della realtà, le tre corde (e come non pensare ai fili che muovono le marionette, i pupi!) che regolano la vita di ciascuno devono essere in equilibrio, bisogna accordare, dice Ciampa alla signora Beatrice, moglie del cavaliere suo datore di lavoro, «la seria, la civile, la pazza. Soprattutto, dovendo vivere in società, ci serve la civile; per cui sta qua, in mezzo alla fronte».
Ma le voci corrono, Beatrice parla, il berretto a sonagli, quello del buffone, si fa sempre più pesante e ingombrante e allora scatta l’intuizione, qui sì quanto mai logica e fredda, dello scrivano tradito: Beatrice, la moglie gelosa e furiosa, indosserà l’abito della pazza così ogni cosa si spiegherà e tornerà l’equilibrio.
I temi pirandelliani ci sono tutti, la diversità dei punti di vista è sviscerata attraverso il dialogo e concretizzata da una serie di soluzioni sceniche, in particolare una piattaforma girevole, che ruotando e offrendo visuali differenti rimanda al relativismo. Le scene sono di Antonio Fiorentino; le luci di Franco Buzzanca; i costumi di Elena Mannini. Accanto a Pino Caruso ci sono Magda Mercatali (che vediamo nella foto accanto a Pino Caruso) e Loredana Solfizi, coadiuvati da un valido gruppo di attori: Dely De Majo, Giovanni Guardiano, Emanuela Muni, Enzo Gambino, Giada Colonna.

Mirella Saulini

Lo spettacolo, come detto, rimarrà in scena fino al 13 marzo. Per ulteriori notizie, consultare il sito www.teatroquirino.it
Quirino, via delle Vergini, 7; botteghino 06/6794585.
Orario spettacoli: dal martedì al sabato ore 20,45; mercoledì e domenica ore 16,45.

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