Protagonista tra la fine del Quattrocento e gli inizi del Cinquecento della rivoluzione del libro, Aldo Manuzio realizzò centinaia di edizioni che gli valsero il riconoscimento per la creazione del libro e dell’editoria moderna. Alle Gallerie dell’Accademia del capoluogo veneto la mostra Aldo Manuzio. Il Rinascimento a Venezia, in programma dal prossimo 19 marzo 2016, celebra la figura del più grande tipografo dell’epoca e del primo editore in senso moderno, esaltandone lo spirito d’iniziativa, l’accuratezza filologica e la bellezza tipografica delle produzioni.
L’esposizione, curata da Guido Beltramini, Davide Gasparotto e Giulio Manieri Elia, rivive una stagione unica nella storia della cultura europea e occidentale, delineando il percorso di evoluzione del mondo attraverso il libro, e con esso quello di Venezia, che mostrò una vitalità ed una floridezza culturale eccezionali durante il Rinascimento. Con oltre 150 mila abitanti, era tra le più ricche e popolose città del continente, vantando un’effervescenza tale che ciascun linguaggio artistico ebbe modo di attecchirvi e di raggiungere in pochi decenni la sua più efficace espressione. Distinguendosi per il singolare intreccio di cultura, tradizioni e saperi, nel Cinquecento Venezia si elevò dal ruolo di semplice crocevia di scambi commerciali a ponte tra oriente ed occidente.
In campo artistico e culturale il contributo di Aldo Manuzio è stato indiscusso. Arrivato a Venezia da Roma, l’umanista eseguì magnifiche edizioni di classici greci, latini e italiani, in virtù di un intento di riscoperta della civiltà classica, filtrata attraverso Bisanzio. Passando da Omero ad Aristotele, da Sofocle ad Euripide a Tucidide, ed ancora, spaziando da Virgilio a Cicerone, da Orazio ad Ovidio, a Catullo, a Properzio, Lucrezio, Giovenale, Marziale: il repertorio di opere diventate disponibili da Manuzio a studiosi e letterati del Rinascimento si allargò fino a comprendere testi ebraici ed italiani della nuova letteratura volgare. In particolare, grazie alla collaborazione con Pietro Bembo, Manuzio concorse all’affermazione del volgare, accanto al latino, quale lingua della contemporaneità in Europa, sulla scia del canone che vedeva in Dante, Petrarca e Boccaccio i massimi emblemi.
In tutto questo, la portata dell’attività di Manuzio contò sulla vasta rete logistica costruita attorno a Venezia, grande centro mercantile dell’epoca. La circolazione di un così ricco bagaglio di testi e di idee favorì la nascita di una cultura comune europea, nella quale confluivano l’antico universo greco-romano e quello moderno e contemporaneo. Anche il campo delle arti figurative si arricchì di temi e motivi assolutamente nuovi, grazie a maestri quali Giovanni Bellini, Cima da Conegliano, Jacopo de’ Barbari, che trassero ispirazione dai testi della classicità greca e latina, rese più facilmente fruibili da un pubblico laico. Riportando in auge la poesia classica, la pittura del Rinascimento interpretava la natura in chiave nuova, lontana dalle tipiche suggestioni medievali che la intendevano ostile ed aspra, abitata da bestie feroci. Artisti come Giorgione, Tiziano, Giulio Campagnola, Andrea Briosco, presenti in mostra con alcuni lavori tra dipinti, disegni, incisioni e bronzetti, attestano la rappresentazione della natura nei termini di paesaggio culla di civiltà e paradiso terrestre dell’uomo.
Il percorso espositivo approfondisce altresì il rapporto di Manuzio con la cultura del nord d’Europa e con Erasmo da Rotterdam. In vista della pubblicazione della definitiva edizione dei suoi Adagia, il filosofo olandese visse a Venezia, ospite presso la famiglia di Manuzio per quasi un anno. La conoscenza delle edizioni aldine gli permise di apprezzare la raffinatezza tipografica dei prodotti di Manuzio, e di intravedervi l’importanza rivestita nella circolazione del pensiero in Europa. Fu così che anche i lavori di Erasmo da Rotterdam vennero stampati dallo stesso Manuzio.
Oggetto di allestimento alle Gallerie dell’Accademia, infine, è il libro illustrato più celebre e raffinato di Aldo Manuzio, Hypnerotomachia Poliphil, contenente fantasiose xilografie forse approntate su disegno del miniatore Benedetto Bordon.
La mostra si svolgerà dal 19 marzo al 19 giugno 2016, con la promozione del Comitato per il V Centenario della morte di Aldo Manuzio e del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo con le Gallerie dell’Accademia di Venezia, principale donor partner World Monuments Fund, in memoria di George e Vera Kaestlin-Bock.
http://www.mostraaldomanuzio.it/.
Clara Agostini