Hayez, pittore storico nella Milano di Manzoni e Verdi, in mostra con 120 opere alle Gallerie d’Italia

I capolavori di Francesco Hayez arrivano a Milano per una grande mostra. Dal 6 novembre al 21 febbraio 2016 negli spazi monumentali delle Gallerie d’Italia una esposizione attesissima che regala ben 120 opere. z

 

Fernando Mazzocca, curatore della rassegna entusiasta annuncia: “Era dal 1983 che a Milano non si organizzava una mostra su questo grande artista”, eppure Hayez ebbe un ruolo notevole nel panorama artistico e culturale della Milano dell’Ottocento.

 

Nato a Venezia da famiglia poverissima, Hayez viene affidato ad uno zio antiquario che ne intuisce da subito la predisposizione alla pittura e lo vorrebbe restauratore. Nel 1809 l’artista si trasferisce a Roma dopo aver vinto il concorso “pensionato” ossia un periodo di formazione in quella che era ancora considerata la capitale mondiale dell’arte. Viene protetto in quel periodo da Leopoldo Cicognara, il grande storico dell’arte Presidente dell’Accademia veneziana e amico di Canova. Fu proprio quest’ultimo che ne scorge le doti tanto da seguirlo sempre con affetto favorendone l’inserimento nel mondo dell’arte dei grandi. Nel 1812 vince il primo premio al Grande Concorso di Pittura dell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano con il Laoconte. Comincia così la grande avventura di Hayez, fatta non solo di pittura e scultura ma anche di rapporti con i grandi della musica e della letteratura. Fu amico per tutta la vita di Rossini, frequenta Alessandro Manzoni e Giuseppe Verdi, fu consulente del Teatro alla Scala. Partecipa attivamente alle Cinque Giornate di Milano, per cui disegna anche una medaglia commemorativa e che ricorderà nel 1851 nel dipinto La Meditazione

Nel 1855 alcune sue opere significative vennero inviate all’Esposizione Universale di Parigi
Il Bacio, destinato a diventare la sua opera più famosa, viene esposto a Brera nel 1859 alla rassegna organizzata dopo l’ingresso a Milano di Vittorio Emanuele II e Napoleone III.zzzz

 

Nel 1867 espose a Brera i suoi due ultimi dipinti storici, Gli ultimi momenti del Doge Marin Faliero e La Distruzione del Tempio di Gerusalemme che rappresentano il suo testamento spirituale. Nel 1870 eseguì, da una fotografia, il ritratto postumo di Gioacchino Rossini, scomparso due anni prima.

 

Carico di fama e di onori, morì a Milano nel 1882. L’amico Verdi per omaggiarlo inviò un affettuoso messaggio di condoglianze alla figlia adottiva dell’ artista.

La sua vita dimostra come sia stato un artista completamente assorto ed inserito nel suo tempo storico, soprattutto ci mostra come per lui Milano sia sempre stata la città che più lo ha accolto e rispettato.

Hayez è morto a 91 anni, ha attraversato praticamente un secolo di pittura – spiega Mazzocca – quindi ha assistito a molti cambiamenti del gusto, senza mai cedere nell’impareggiabile stile, bensì affinando ispirazione e tecnica e cimentandosi nei più diversi generi, sempre con grande successo”. E che fu un grande personaggio della nostra cultura lo dimostra la sua intera opera che si vuole proprio ripercorrere nella mostra di Milano. Il percorso espositivo si svilupperà per temi e cronologicamente cadenzato dai famosi autoritratti di Hayez, partendo da quello realizzato in giovane età a testimoniare gli esordi neoclassici.

 

Ecco quindi la Malinconia, la Meditazione o il celeberrimo Bacio, uno dei dipinti più riprodotti dell’intera storia dell’arte, di cui saranno allestite tutte e tre le versioni, compresa quella con cui Hayez partecipò all’Esposizione Universale di Parigi, che ne decretò la fortuna planetaria. Molte saranno anche le opere storiche: La morte di Abradate , Papa Urbano II sulla piazza di Clermont predica la prima crociata e dipinti mai visti o non più esposti dall’800. Tra questi, dieci lunette che facevano parte di un ciclo di affreschi realizzato nel 1819 per decorare l’ufficio della Borsa di Venezia, a Palazzo Ducale.

 

Le diverse sezioni della mostra riflettono i mutamenti del clima culturale, storico e sociale di cui Hayez è stato un sensibile e versatile interprete. Seppe essere padrone di tantissimi generi come  la pittura storica, il ritratto, la mitologia, la pittura sacra e l’orientalismo. Ma le composizioni più belle sono dove trionfa il nudo femminile, declinato in una potente sensualità che lo rende unico nel panorama del Romanticismo italiano e europeo.

La rassegna di Milano, grazie anche a prestiti eccezionali come quello della Maddalena Canovina, riesce a mettere a confronto la pittura di Hayez con la scultura del suo maestro e protettore Antonio Canova e con quella del suo seguace Vincenzo Vela.

 

Questo permette così di riconsidera la parte dell’opera di Hayez che riguarda il Romanticismo. Infatti i suoi studi e le sue tecniche ci fanno scoprire aspetti di quel periodo ripresi e sviluppati dai suoi successori.

Hayez non ebbe fortuna solo in Italia, Austria o Germania, la sua fu una fama internazionale. Le sue opere infatti si trovano nei più grandi musei di tutto il mondo: il Louvre, la National Gallery di Londra, la National Galerie di Berlino, il Museo Nazionale di Budapest e le raccolte del principe di Liechtenstein a Vienna.

Una mostra questa dedicata ad Hayez importantissima ed allo stesso tempo affascinante.

 

Grazia Manna

 

Box info:

Mostra: “Hayez”
dal 6 novembre 2015 al 21 febbraio 2016
Milano, Gallerie d’Italia – Piazza Scala
Piazza della Scala 6
Tel: 800.167619

 

 

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