Gli anni ’50 raccontati dalle fotografie di Nino Migliori

Fino al 5 settembre, sarà possibile visitare gratuitamente al Complesso del Vittoriano la mostra: “Nino Migliori. Il passato è un mosaico da incontrare. Ritorno agli anni Cinquanta”.

Un viaggio attraverso l’Italia degli anni ‘50compresi tra il 1950 e il 1959 attraverso l’obiettivo della macchina fotografica dell’artista bolognese, un mosaico di istantanee che hanno congelato un pezzo di storia d’Italia.  L’esposizione, promossa dal Comune di Roma con una nutrita schiera di partner è curata da Roberto Maggiori, l’ingresso è gratuito. Il catalogo della mostra conterrà oltre duecento immagini, molte della quali inedite, e testi critici di Roberto Maggiori e Marisa Vescovo.

Si tratta probabilmente del lavoro che ha catapultato Migliori fra le grandi personalità dell’arte fotografica.

Le immagini in bianco e nero sono vere e proprie registrazioni della realtà, secondo i criteri del neorealismo ma sanno anche valicare i confini del documentario in senso stretto. Emerge un Migliori neorealista sui generis e persino anticipatore di tendenze che si svilupperanno solo nei decenni successivi.  In questo il fotografo bolognese sembra più vicino al punto di vista di certi autori nord americani, rispetto alla scuola europea che all’epoca dibatteva ancora tra le necessità di un documento formale o giornalistico, sociale o politico. L’approccio di Nino Migliori è originale proprio perché sperimentatore di una sintesi tra le istanze “umaniste” e quelle più algide dello stile documentario”.

Si legge nella presentazione: L’incontro con le “genti” del sud, del nord, dell’Emilia e del Delta, offre all’autore un pretesto per mettere in scena, a ben vedere, alcuni elementi che si riscontreranno pienamente nelle arti visive solo a partire dalla successiva stagione culturale degli anni ’60. Dopo un iniziale e breve approccio formalista al tema, Migliori si fa infatti più sagace fino ad accennare questioni che saranno proprie della Pop Art e soprattutto di una concettualità analitica che volge contemporaneamente lo sguardo al soggetto e all’oggetto, alla realtà ripresa e al linguaggio che la rappresenta”.

Nino Migliori è uno dei maggiori fotografi italiani del secondo dopoguerra, fortemente impegnato, a partire dalla fine degli anni Quaranta, sul terreno della sperimentazione linguistica e del trattamento delle immagini.

A lui va riconosciuta un’ originale coraggiosa sperimentazione dei materiali e delle tecniche.        Nel giro di pochi anni, Migliori ha prodotto le Ossidazioni e i Pirogrammi, tecniche che escludono l’utilizzo della macchina fotografica. curiosità sugli elementi fondanti della fotografia, le astrazioni dell’“off camera”, la manipolazione delle Polaroid, le sovraimpressioni, i fotomontaggi e molto altro.

Libera dalle pastoie della moda anche la sua visione del neorealismo: una visione della realtà fondata sul primato del “popolare”, con le sue subordinate di regionalismo e di umanitarismo.
                                                                                                                                                                    Con Veronesi, Grignani, Munari e pochissimi altri, Migliori va annoverato tra i pochi operatori che in Italia proseguono la ricerca delle avanguardie (quella di Man Ray, Moholy-Nagy, di Schad e Schwitters) sul fronte della riflessione sui linguaggi dell’immagine, con la fotografia come nodo centrale dell’immaginario e della ricerca formale contemporanei.
Le sue opere sono conservate in importanti musei, tra i quali lo CSAC di Parma, la Galleria d’Arte Moderna di Bologna; il Museo d’Arte Contemporanea Pecci di Prato, la Galleria d’Arte Moderna di Roma, la Bibliothèque Nationale di Parigi, il Musée Reattu di Arles, il Museum of Modern Art di New York, il Museum of Fine Arts di Houston e il Museum of Fine Arts di Boston, il Polaroid International Museum, USA.

In Italia gli sono state dedicate mostre personali dalla Galleria Civica d’Arte Moderna di Torino, dalla Fondazione Italiana per la Fotografia e dalla Galleria fiaf con una raccolta di lavori degli anni ’50 presentati dall’Autore nei concorsi fotografici.

Un artista che ha davvero pochi confronti nel panorama della fotografia mondiale.

Nicola Salerno

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