Dopo l’evento espositivo a Milano a Palazzo Reale, le celebrazioni per il primo centenario della morte di Umberto Boccioni (1882-1916) proseguono a Rovereto, con la mostra al Mart Umberto Boccioni.
Genio e Memoria, iniziata lo scorso 5 novembre. La collaborazione tra le due città sfocia così nel continuum di un progetto volto a tracciare il percorso artistico del protagonista del Futurismo italiano, ed a sottolinearne l’eco di carattere internazionale, sulla scia di quanto evidenziato con il nucleo di lavori allestiti nel capoluogo meneghino.
Massimo rappresentante del movimento novecentesco nel nostro paese, a Boccioni si riconosce un ruolo di primissimo piano nella storia delle avanguardie artistiche, nonché una vasta eredità in qualità di pittore, scultore e critico d’arte. Dopo un esordio segnato dalle influenze divisioniste, fu tra i promotori del Manifesto futurista nel 1910. Gli incontri successivi con Pablo Picasso e Gabre Braque indirizzarono la ricerca di Boccioni verso la forma nello spazio quale effetto di movimento, dinamismo, ed espressione plastica degli “stati d’animo”. Boccioni fu autore del Manifesto tecnico della scultura futurista (1912), e dello scritto successivo Pittura scultura futuriste (1914). Sue anche alcune esperienze nel campo della plastica, che lo portarono a fine carriera a privilegiare figurazioni realistiche durante gli ultimi anni della sua vita.
L’esposizione trentina propone un itinerario di circa 150 opere eseguite da Boccioni ed artisti antichi e contemporanei, attingendo sia a collezioni del Mart, sia a materiali d’archivio scelti ad integrazione del quadro milanese precedente. A riferimento vengono presi, pertanto, il museo e gli spazi della casa d’Arte Futurista Depero, e l’archivio del Novecento, presso cui trova sede il CISF, Centro Internazionale Studi sul Futurismo.
Curato da Francesca Rossi con la collaborazione di Agostino Contò, il percorso ruota attorno alle esperienze visive dell’autore futurista, strutturandosi lungo una serie di accostamenti di produzioni quali disegni, dipinti, sculture, incisioni, fotografie d’epoca, libri, riviste e documenti, con pezzi noti e meno conosciuti. Si segnala Nudo di spalle (Controluce) (1909) come la tela più celebre in mostra a Rovereto.
L’elenco di lavori in esposizione include anche un “Atlante della memoria”, un album di immagini realizzato da Boccioni secondo l’intento di accorpare i materiali di maggiore ispirazione, come
dimostrato dalle immagini presenti al suo interno, che illustrano alcune delle opere dialoganti con i lavori boccioniani.
La mostra sarà visitabile fino al prossimo 19 febbraio 2017.
Per tutte le info: www.mart.trento.it
Clara Agostini