Domenica 30 ottobre c’è stata una splendida serata di musica e danza, storia e tradizione, nella scintillante e meravigliosa cornice del Teatro Salone Margherita. Si tratta di uno dei palcoscenici più affascinanti e storici della capitale, con la sua dolce e preziosa atmosfera anni Venti e l’accattivante architettura in stile Liberty.
Proprio lì, tra stucchi dorati, poltrone di velluto e luci soffuse, si è tenuto il Galà Tango, promosso dalla compagnia LocuraTango, all’interno di un ciclo di spettacoli che si protrarranno, da ottobre a dicembre e da gennaio a marzo, in due versioni differenti: Nada màs que tango (pasional) e Tango tradicional (historia). Protagonista incontrastata è la danza partorita dallo spirito del popolo argentino che, attraverso di essa, esprime la sua caratteristica principale, la passione per la sensualità e la propensione al piacere per ogni aspetto gioioso della vita. Chi scrive, è giusto ammetterlo, non conosce il mondo del tango e s’intende davvero poco di danza in generale ma, al pari di un esperto, è investito e totalmente travolto dalla forza e dal sentimento di questo amore/dolore danzato. Questa è la forza del tango, coinvolgere nel suo turbine impetuoso, nelle sue mollezze fatte di attimi sospesi nel tempo, qualunque genere di spettatore; il corpo di ballo, la musica dell’orchestra Cuartetango, le voci magnifiche di Cecilia Herrera, Costanza De Sanctis e Martin Troncozo trascinano in un mondo parallelo, nel quale non c’è spazio per i sentimenti edulcorati, ma solo per la verità della passione pura. I sensi prendono la scena, la sconvolgono e catturano ogni cosa che incontrano sul loro cammino, è dolcissimo e vitale abbandonarsi ad essi, lasciando per poche ore la propria razionalità. Questo è il motivo per cui chiunque possa, dovrebbe andare a vedere questo stupendo spettacolo di danza.
Patrizio Pitzalis
