Da Donatello a Lippi. Officina pratese. La svolta nella storia dell’arte

z2Prato, città d’arte e cultura, visse nel XV secolo il suo momento di massimo splendore, nel periodo in cui lì si incrociarono le esistenze e le esperienze artistiche dei più grandi artisti italiani. La mostra in programma dal 13 settembre al Museo del Palazzo Pretorio di Prato omaggia quel magic moment, di cui il piccolo centro toscano fu epicentro. In occasione di questa importante esposizione, tornano a Prato capolavori che lì furono creati per poi disperdersi, nel corso della storia, nei musei di mezzo mondo. Tutto ruotò intorno alla fabbrica della prepositura di Santo Stefano (poi divenuta cattedrale), nella quale avvennero episodi tra i più singolari della storia dell’arte italiana. Per il pulpito, per la Cappella dell’Assunta e per quella Maggiore e per altri innumerevoli arredi, furono chiamati i più grandi interpreti dell’epoca, da Donatello a Michelozzo, da Maso di Bartolomeo a Paolo Uccello fino a Filippo Lippi e suo figlio, Filippino, che iniziò la sua carriera a Prato, per poi tornarvi negli anni della sua maturità. Questi bravi maestri sperimentarono nell’officina pratese nuove idee e straordinarie intuizioni, creando uno stile teatrale, magnificente e spettacolare, che farà scuola negli anni a venire. La mostra rappresenta una lente di ingrandimento, attraverso la quale ammirare queste innovazioni e apprezzare come mai prima le vestigia di quella grandezza, conservate nel luogo in cui furono create. Suddivisa in sette sezioni, raccoglie sessanta opere che per la prima volta vengono messe a confronto con quelle ospitate nell’istituzioni pratesi; nella prima di queste spicca il tabernacolo di terracotta, attribuito recentemente a Donatello, che dialoga alla perfezione con la Madonna col Bambino, proveniente da Lucca e con La Creazione di Eva, custodita nel Museo dell’Opera del Duomo di Firenze. La seconda è dedicata a Paolo Uccello e al suo “talento capriccioso”, come lo definì Vasari, in mostra con le tavole provenienti, tra l’altro, da Oxford e Melbourne che fanno da contraltare agli affreschi della Cappella dell’Assunta e svelano le eleganti linee di ispirazione tardogotica, accanto a quelle ardite sperimentazioni spaziali, mai viste prima. Nella terza sezione troneggia la pala, probabilmente creata da Zanobi Strozzi e Domenico di Michelino, originariamente creata per la Cappella dell’Assunta e oggi custodita a Dublino, la quale riecheggia elementi della tradizione gotica, mostrando però i barlumi di quelle innovazioni luministico-spaziali tipiche dell’opera del Beato Angelico. La quarta parte è il cuore dell’esposizione e ospita l’opera di Fra Filippo Lippi. L’artista fiorentino raggiunse il suo apice con gli affreschi della cattedrale di Santo Stefano ed è presente alla mostra con alcune opere che testimoniano la sua profonda analisi del rapporto madre-figlio, che conversano perfettamente con la Madonna col Bambino di Luca della Robbia. Insieme ad essi, alcuni capolavori della sua maturità come La Natività di “Annalena”, il Tondo Bartolini, che si scoprono in simbiosi con al Madonna del Ceppo, le Esequie di San Girolamo e la Natività proveniente da San Domenico. La quinta e la sesta sezione omaggiano due tra i più importanti allievi di Lippi: il Maestro della Natività di Castello, da identificarsi probabilmente con Piero di Lorenzo del Pratese e Fra Diamante. Il finale di questo viaggio meraviglioso è introdotto dalla atmosfera sognante della Regina Vashti del Museo Horne e ospita il Crocifisso sagomato di Botticelli, che fu allievo di Filippo Lippi e maestro del figlio di lui Filippino. Un grande evento, che pone ancora una volta la città di Prato al centro della storia dell’arte italiana.

 

Box  informazioni:

Da Donatello a Lippi. Officina pratese

Prato, Museo del Palazzo Pretorio

dal 13 settembre 2013 al 13 gennaio 2014

Info: tel. 0574 – 1934996

Patrizio Pitzalis

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