Il 5 dicembre scorso, presso il Centro Saint-Bénin di Aosta, si è inaugurata la mostra Sandro Chia. I Guerrieri di Xi’an, visitabile fino al prossimo 8 maggio. La rassegna, curata da Daria Jorioz ed Enzo Di Martino, comprende una decina di tele eseguite con tecnica mista, un gruppo di monotipi e una selezione di opere grafiche (soprattutto litografie), ma si giova, soprattutto, di nove grandi Guerrieri, un Cavallo e sette Teste, ispirati esplicitamente ai guardiani del mausoleo dell’Imperatore cinese Qin Shi Huang (259 – 210 a.C.): l’esercito di sculture in terracotta rinvenuto a partire dal 1974 nei pressi di una delle antiche capitali della Cina, Xi’an (letteralmente: “Occidente salvo”) e considerato oggi l’ottava meraviglia del mondo.
Chia (Firenze, 1946) è un artista capace di proporre l’antico attraverso il nuovo. Diplomatosi all’Accademia di Belle Arti di Firenze nel 1969, ha appreso il mestiere tanto dalla tradizione dell’arte italiana, quanto dalle avanguardie europee e neoavanguardie statunitensi. E così, quasi per destino, verso la fine degli anni ’70, ha aderito al gruppo della Transavanguardia, promosso da Achille Bonito Oliva, che aveva quale punto fermo il recupero della pittura, declinata, tuttavia, in modi anche molto diversi. Furono le personalità individuali a dare lustro alla Transavanguardia, e Chia si segnalò subito per un talento prevalentemente figurativo, che, in più di trent’anni di carriera, fra mostre personali e collettive in tutto il mondo, ha sviluppato con una grande varietà di tecniche, di soggetti e di soluzioni formali. In questa occasione, ha dato prova della propria eclettica maestria, realizzando sculture che, seppure simili per forma e materiale agli originali, acquistano significati inediti e vita nuova nel contesto della cultura contemporanea. Come osserva la curatrice della mostra, Diana Jorioz, Chia lascia “alle sculture di terracotta il compito di attenersi alla figurazione, mentre assegna al colore e al gesto pittorico la libertà ultima e definitiva dell’espressione”. La pittura dunque è ancora al centro del suo lavoro, come il soffio che anima le forme del passato nel presente.
I suoi I Guerrieri di Xi’an recano infatti tracce cromatiche dell’opera di artisti del Novecento, associate e contaminate le une con le altre, dai colori di Henri Matisse a quelli di Georg Baselitz, a cui si aggiungono alcuni motivi personali di riconoscimento. Ha dunque ragione l’Assessore all’Istruzione e Cultura della Regione Autonoma Valle d’Aosta, Emily Rini, a dire: “In questa affascinante esposizione l’artista Sandro Chia rimedita in maniera originale la storia antica, rende omaggio alla cultura e alla storia millenaria della Cina, creando un ponte ideale tra Oriente e Occidente”. E chi vi riuscirebbe meglio di lui, che dopo aver viaggiato in lungo e in largo in Europa, in Asia e in tutto il mondo, avere risieduto per circa dieci anni a Roma e per quasi altri venti a New York, ancora vive e lavora fra Miami, Roma e Montalcino?
Box informazioni:
Sandro Chia. I guerrieri di Xi’an
(5 dicembre 2015 – 8 maggio 2016)
Centro Saint-Bénin
via Bonifacio Festaz, 27, 11100, Aosta
Mar – Dom 10 – 13 / 14- 18
Lunedì chiuso
www.regionevda.it