Broken Gorunds: realtà di confine

“Broken Grounds” è un progetto fotografico che documenta la vita che si consuma ai margini delle città, tra palazzi fatiscenti, rovine e giovani abitanti.4dic (2) La fotografa portoghese Ana Catarina Pinho ha viaggiato per un anno fra Portogallo e Turchia, due Paesi alle estremità del continente europeo, ed infine ha unito i diversi luoghi emersi dalla sua ricerca in un unico grande spazio, creando un mondo fittizio che condensasse in sé tutte le frontiere esistenti, così come i sogni e le paure di chi le vive e spera in una fuga “dall’altra parte”. Questo lavoro è stato realizzato nell’ambito dell’ampio progetto internazionale “European Borderlines”, nel corso del quale era stato richiesto ai partecipanti di riflettere sul significato di frontiera.Non si sa bene dove iniziano e dove finiscono, queste frontiere che spesso, oltre ad essere fisiche, sono anche mentali ed immateriali: queste ultime risiedono infatti nei pensieri, nelle parole e nelle azioni di molti di noi, ci offuscano il cervello e ci impediscono di comprendere l’altro e la diversità.La Pinho ha deciso di esplorare il significato e l’essenza della frontiera soffermandosi sulle periferie urbane, che di fatto sono separate da confini invisibili dal resto della città e possono essere considerate come dei mondi a parte con delle proprie regole, in cui vi è una differente interazione fra gli uomini e lo spazio che li circonda.Scopo delle foto è proprio quello di palesare la separazione esistente fra i suburbi e le altre aree cittadine: da un lato, infatti, esiste un centro urbano organizzato ed istituzionalizzato, che propone una serie di attrattive culturali e turistiche e si presenta come cuore pulsante della realtà cittadina, mentre dall’altro vi sono delle micro aree abbandonate a se stesse, manchevoli di organizzazione, dove è possibile, per chi le vive, interagire con lo spazio in una maniera più personale, a tratti più libera.Le situazioni che Ana ha incontrato nelle zone liminari urbane del Portogallo e della Turchia erano di fatto così simili, sia a livello di dinamiche sociali sia culturali, che ha potuto mischiare le immagini di due luoghi differenti costruendone uno solo e generando un po’ di confusione nella mente degli osservatori i quali, ad un primo sguardo, credono di trovarsi di fronte allo stesso luogo  e solo dopo realizzano che si tratta di una mistura di posti differenti i quali, di fatto, sono portatori del medesimo tema.“Broken Grounds” non è affatto un lavoro concluso ma ancora in via di ampliamento grazie a nuovi viaggi che la Pinho ha in programma nei due Paesi già esplorati, alla ricerca di nuove suggestioni, nuove zone liminari da documentare.

 

 

(http://www.anacatarinapinho.com/broken-ground/)

 

 

 

Michela Graziosi

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