BIANCHE, INSONNI, NUDE Le donne secondo Helmut Newton a Venezia

Dal 7 aprile al 7 agosto, la Casa dei Tre Oci della Giudecca (VE) ospita l’ampia e affascinante rassegna Helmut Newton. Fotografie. White Women / Sleepless Nights / Big Nudes.Helmut Newton, Rue Aubriot, 1975 (White Women)

 

Nato da una ricca famiglia tedesca di origine ebraica, Helmut Neustätder, in arte Helmut Newton (Berlino, 1920 – West Hollywood, 2004), iniziò a dedicarsi alla fotografia dall’età di 12 anni. Nel 1938, in seguito elle persecuzioni razziali dei nazisti, si rifugiò, prima a Singapore poi in Australia, dove si arruolò nell’esercito. Nel 1946, grazie alla fedeltà dimostrata al paese che lo aveva ospitato, ottenne la cittadinanza australiana, e, due anni più tardi, sposò l’attrice e fotografa June Brunnell (in arte Alice Springs), la quale fu la sua compagna per più di cinquant’anni. Trasferitosi a Parigi nel 1961, Newton incominciò a collaborare a magazines celebri, come Vogue, Elle, GQ, Vanity Fair e Marie Claire, ponendo le basi del grande successo che ottenne, negli anni ’70-’80, con la pubblicazione dei volumi White Women, Sleepless Nights e Big Nudes. Lavorò inoltre per grandi firme della moda come Chanel, Versace, Blumarine, Yves Saint Laurent, Borbonese e Dolce&Gabbana e concluse la sua carriera nel 1984, realizzando con Peter Max il video dei Missing Persons, Surrender your Heart. Ritiratosi a vita privata tra Montecarlo e Los Angeles, morì, all’età di 83 anni, in un incidente stradale.

 

Organizzata da Civita Tre Venezie, in collaborazione con la Helmut Newton Foundation, la mostra, curata da Denis Curti e Matthias Harder, è l’esito di un progetto avviato nel 2011 da June Newton (la vedova dell’artista). Le oltre 200 immagini esposte (127 in bianco e nero e 77 a colori) appartengono ai primi tre libri pubblicati da Newton verso la fine degli anni ’70 e presentano l’universo femminile secondo tre diverse prospettive.

 

White Women (1976) raccoglie 81 scatti dedicati al mondo della moda. Prendendo spunto da celeberrimi dipinti di Francisco Goya, come Maya vestidae Maya desnuda (1800), il grande fotografo introduce qui, per la prima volta, l’erotismo e la nudità femminili nella storia della fashion photography, ma il genere di riferimento non è che un pretesto per sviluppare uno stile tutto suo, di cui la provocazione costituisce comunque l’elemento essenziale. Anche inSleepless Nights (1978) protagoniste restano soprattutto le modelle seminude, delle quali alcune indossano corsetti ortopedici, altre sono bardate con selle in cuoio, altre ancora sono legate a manichini. Le 69 fotografie di questa serie, realizzate su commissione per importanti riviste, confermano la maestria di Newton nell’interpretare le immagini della moda in maniera sempre nuova e imprevedibile, contaminandole col ritratto o persino con reportage quasi da cronaca nera. Infine, Big Nudes (1981), un gruppo di 39 gigantografie in bianco e nero, ispirate, come egli spiega nell’autobiografia pubblicata nel 2004, ai manifesti allora diffusi dalla polizia tedesca per ricercare i terroristi della Rote Armee Fraktion (RAF), nelle quali l’attenzione è diretta comunque a nudi di donne ora superbe ora maliziose ma sempre “alla Newton”.

 

Helmut Newton. Fotografie. White Women / Sleepless Nights / Big Nudes

 

(7 aprile – 7 agosto 2016)

 

 

 

Casa dei Tre Oci

 

Fondamenta delle Zitelle, 43, 30133, Giudecca (VE)

 

 

 

Tutti i giorni                    10 – 19

 

Martedì chiuso

 

 

 

www.treoci.org

 

Giada Sbriccoli

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