Avanguardie russe Colori, forme, suggestioni.

Secondo il dizionario, un’avanguardia è un movimento che sostiene idee nuove, spesso in rottura con i modelli tradizionali. Ma la vera ragione del perché l’uomo abbia bisogno di rompere le regole e creare un nuovo modo di pensare, viene spiegata, con grande efficacia, dalla mostra in programma nel nuovo museo dell’Ara Pacis fino al 2 settembre. In particolare, essa illustra la nascita delle avanguardie nell’arte russa. Un racconto complesso e articolato, che non può esimersi dal narrare l’intenso e fervido periodo, all’inizio del XX secolo, che rivoluzionò non solo la Grande Madre Russia, ma tutto il mondo. L’esposizione ha l’impagabile vantaggio, per il visitatore, di essere ordinatamente suddivisa per “argomenti”. Appena entrati, si viene accolti dalle opere di Malevich. I dipinti mostrano l’evoluzione dell’artista che abbandonò la forma per liberare l’arte dalla zavorra dell’obbiettività. Dalla semplice ingenuità del Primitivismo di opere come la Mietitrice e il Mietitore, al cubofuturismo di Vita in un grande albergo, fino ad abbandonare la forma e la figura nei Quattro quadrati e in Composizione non oggettiva. Nel secondo spazio è ospitato Kandinskij. Anche qui la forma viene abbandonata per dare spazio alle emozioni pure. In dipinti come Muro rosso. Destino e Piazza Rossa, gli elementi riconoscibili sono pochi (come le cupole del Cremlino), ma al centro della composizione c’è il colore. Nella teoria teosofica, ogni colore corrisponde a un’emozione, ma per Kandinskij, essi rappresentano anche dei suoni. Il giallo è la gioia squillante di una tromba, il blu, la malinconia di un pianoforte. La forma e il figurativismo ritornano poi sulla scena con il grande Chagall. Un artista romantico e intimista. Nei dipinti in mostra, il Bagno di bimbo, Lo spazzino e gli uccelli, c’è una semplicità e un’intimità, che forse non piaceva alla Rivoluzione e ai suoi seguaci e forse, per questo, Chagall si rifugerà a Parigi. Proseguendo si incontrano i sostenitori del Fante di Quadri. Un’esperienza originale e potente, che racchiude in sé il desiderio di omaggiare un grande del passato come Cèzanne e l’accoglimento di idee rivoluzionarie. I ritratti di Lentulov, i paesaggi di Konchalovskij e Kuprin, sembrano opere espressioniste, ma dipinte da un pittore cubista. Meravigliosa è l’esperienza della Rozanova che, nella immaginaria serie delle carte da gioco, risente del Futurismo italiano. I paesaggi di Kuprin, poi, sono meravigliose cupole verdi e montagne che proiettano ombre viola, in un tramonto bellissimo. Il percorso volge alla fine con l’Astrattismo. L’immagine viene definitivamente semplificata e diventa figura geometrica, poi scompare. Il colore è il signore assoluto, esprime da sé il suo significato, separato dalla forma. Infine è raccontata l’esperienza di Larionov e della Goncharova. Una coppia nella vita, un binomio nell’arte. Anche loro influenzati dal Impressionismo francese e poi avvicinatisi al cubofuturismo. La Testa di toro è già futurista. Linee a raggiera partono dal centro e disegnano la figura. La Venere dei Katsapi, invece, è quasi una Olympia cubista. L’essere umano ha innato il desiderio di ribellarsi. Ancora di più questo è vero nell’arte, che altro non è che racconto della vita. I grandi artisti russi hanno avuto questo coraggio, il coraggio di ribellarsi, di vivere.

 

Kazimir Severinovich Malevich, La mietitrice, 1912, Astrakhan, Galleria Statale d’Arte “P.M. Dogadin”
Box informazioni:

Avanguradie Russe
Nuovo spazio espositivo dell’Ara Pacis, Lungotevere in Augusta, Roma
dal 5 aprile al 2 settembre 2012
Info: 060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 21.00)
www.arapacis.it; www.museiincomune.it

Patrizio Pitzalis

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