Apertura al pubblico della Necropoli lungo la Via Triumphalis nel suo rinnovato allestimento. I vivi ci parlano con la voce dei defunti

Un’altra grande scoperta archeologica è stata resa possibile dall’impegno e dai mezzi delle istituzioni vaticane. Il Reparto Antichità Greche e Latine dei Musei, infatti, ha completato le fasi preliminari della musealizzazione di una nuova area della Necropoli sotto la Via Triumphalis, scoperta durante una campagna di scavi che è durata dal 2009 al 2011. Si tratta in realtà di una parte della più vasta area che comprende i settori dell’Autoparco (scavi del 1956-1958) e di Santa Rosa (scavi 2003), che costituisce un unico grande sito archeologico ospitante una Necropoli romana e che, fino alla scoperta di questa nuova sezione, era rimasto disgiunto. Il ritrovamento, come negli altri due casi, è stato fatto durante l’esecuzione di opere d’intervento sul manto stradale. Mentre erano in corso i lavori di scavo si è proceduto, in contemporanea, alla schedatura e alla catalogazione di tutto il materiale rinvenuto non solo nelle ultime campagne, ma anche in quelle più antiche. L’intero sito è comunque rimasto, in ogni momento, accessibile alle visite di studio. Il progetto è stato realizzato grazie all’apporto fondamentale del Canada Chapter dei Patrons of the Arts in the Vatican Museum, che hanno finanziato l’ultima parte degli scavi, nonché i supporti tecnici, come nuove passerelle e vetrine, oltre ai pannelli illustrativi e al complesso apparato didattico in formato multimediale. Ciascun monitor fornirà al visitatore una visione complessiva dell’area, oltre alla panoramica sulla specifica area antistante, con informazioni sulle sepolture. Inoltre, l’apparato didattico si avvale di due filmati, uno storico-documentario e uno di ricostruzione tridimensionale. Il nuovo percorso offre dunque la possibilità di ammirare il sepolcreto nel suo insieme, ma permette di soffermarsi anche sulle splendide decorazioni, stucchi, marmi, mosaici e affreschi, tornati a nuovo splendore grazie ai lavori di restauro. Fra le altre novità, di particolare importanza è il ritrovamento e la conservazione di un ustrinum (struttura utilizzata per la cremazione) che di solito non sopravvive mai in aree di questo tipo. Inoltre, l’allestimento di due nuove vetrine che seguono un criterio di conservazione delle suppellettili funerarie, degli oggetti personali del defunto nonché dell’apparato necessario alle procedure di inumazione o incinerazione. Accanto a queste, una terza vetrina che illustra il metodo stratigrafico degli archeologi, offrendo un vero e proprio “spaccato” dello scavo. Il percorso concede anche la visione di reperti provenienti da zone non più accessibili (Settore dell’Annona) o non abitualmente aperte al pubblico (Settore della Galea). Si tratta di un vero sito di studio dove accanto alle ricerche archeologiche, vengono eseguite quelle scientifiche, come la rilevazione con il georadar e gli esami antropologici sui resti inumati e incinerati. Di particolare interesse è dunque la storia di questo sito e del luogo che lo ospita. Il colle Vaticano era, al tempo dei Romani, una zona assolutamente marginale e periferica, seppure famosa per i suoi giardini imperiali, come quello in cui Caligola fece costruire il suo Circo e Nerone martirizzò san Pietro e molti altri Cristiani incolpandoli del terribile incendio del 64 d.C. La Necropoli doveva essere attraversata da una viabilità minore, mentre le strade principali, la Triumphalis e la Cornelia-Aurelia, come tutte le strade periferiche, erano fiancheggiate da molte tombe. Il sito ha una rilevanza storico-archeologica enorme, anche in un contesto eccezionale come quello di Roma; infatti non esiste un luogo altrettanto variegato e vasto, che mostri le sepolture della classe medio-bassa. Di certo si è abituati alle grandi tombe di età imperiale sulla Via Appia, ma molto più rare sono quelle di persone “normali”. Si possono osservare qui i diversi costumi funerari, dalle incinerazioni più povere in urne di legno, fino ai sarcofagi più sfarzosi, per giungere alle tombe più recenti (inizio IV secolo) che rappresentano la classe medio-alta. Tra una tomba anonima e l’altra, spuntano poi lampi di quotidianità: si trova qui Alcimo, schiavo di Nerone che si occupava delle scenografie del Teatro di Pompeo; riposa qui anche Clemente, il cavaliere della fazione degli Azzurri, che più volte aveva gareggiato nel vicino Circo. La Necropoli cessò poi il suo servizio quando iniziarono, nel 320 d.C., i lavori per la costruzione della Basilica di San Pietro, voluti da Costantino. Accanto a questi studi archeologici, sono stati effettuati, come detto, anche quelli antropologici, i cui risultati sono di grande interesse. Gli esami paleopatologici hanno consentito di trarre alcune considerazioni sul tenore di vita e sulle condizioni di salute degli individui sepolti. Il campione è costituito da individui infantili al di sopra dei sette anni e da adulti la cui età non supera in nessun caso i quaranta. Tutti i campioni sono di media costituzione e lo stato delle loro cavità orali presenta situazioni non ottimali; ciò potrebbe essere indice di un’alimentazione inadeguata, povera di proteine e ricca di carboidrati. Dunque si tratta di individui appartenenti a classi sociali dalle condizioni modeste. Un progetto nuovo e interessante per la fucina dei musei Vaticani, sempre eccezionalmente ricca di sorprese e autrice di scoperte fondamentali per il progresso artistico e scientifico.

 

Box informazioni:

Apertura al pubblico della Necropoli lungo la Via Triumphalis nel suo rinnovato allestimento

 FOTO DIGITALE

Roma – Musei Vaticani

 

Info:   www.museivaticani.va       visiteguidategruppi.musei@scv.va 

 Patrizio Pitzalis

 

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