«AND THE WORLD WILL BE AS ONE» Il sogno dei Beatles (ma non solo)

 

Dall’1 giugno al 2 ottobre, il Museo d’Arte Orientale di Torino ospita Nothing is real. Quando i Beatles incontrarono l’Oriente, rassegna dedicata al viaggio in India della storica band inglese, fra il febbraio e aprile del 1968, poco dopo dell’album Sgt Pepper’s Lonely Hearts Club Band.

Fu George Harrison a convincere gli altri a partire assieme alle rispettive compagne e ad alcuni amici per recarsi a Rishikesh, presso la scuola della “rigenerazione spirituale” di Maharishi Mahesh Yogi, incontrato dal gruppo a Londra l’estate precedente. Il soggiorno rappresentò un’importante fonte di ispirazione: diverse canzoni, incise poi negli album The Beatles (1968), Abbey Road (1969) e Let it be (1970), furono scritte in quella primavera di ricerca interiore, seguita e registrata dai mass media, non per la sua straordinarietà, bensì per la sua corrispondenza a un clima generale già diffuso. Infatti, a partire dalla fine degli anni ’60, il sogno (e il bisogno) di un’alterativa esistenziale quanto spirituale animava largamente la vita e la cultura occidentali, manifestandosi in vari modi nella letteratura e nelle arti visive, nel cinema e nella pubblicità, nella moda e nel design, oltre che nella musica.

La mostra offre una valida occasione per indagare e riflettere sull’immagine dell’Oriente in rapporto al mondo occidentale nell’arco degli ultimi cinquant’anni. Nelle undici sale, allestite dallo studio brh+ di Torino, sono esposti centinaia di oggetti della più varia natura e provenienza, accomunati dal fatto di testimoniare la crescente spinta ad una armoniosa fusione fra le due culture. Accanto al “misticismo pop” dei Beatles, compaiono i documenti di moltissime altre esplorazioni dell’India e rielaborazioni della sua cultura da parte di musicisti e artisti contemporanei: le copertine degli album di Jimi Hendrix, Carlos Santana, Joni Mitchell e i The Fool; le opere di Alighiero Boetti, Francesco Clemente, Aldo Mondino, Luigi Ontani, Ettore Sottsass; le fotografie di Italo Bertolasi e di Pattie Boyd (compagna di George Harrison e poi “amante” di Eric Clapton); Wonderwall, il film psichedelico diretto da Joe Massot e con le musiche di George Harrison. Vi sono inoltre guide, mappe e manuali di viaggio; prime edizioni di libri storici come Siddharta e Lo Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta; riviste internazionali che affrontano il tema del viaggio come fuga e scoperta (“Paris Match”, “Telegraph Life”). Il tutto accompagnato da un sottofondo musicale anni ’60-’70, realizzato da Sonos per mezzo del sistema smart speaker; e da un percorso olfattivo, curato da Lush, che diffonde nelle sale fragranze “orientali” (frangipani, gelsomino, sandalo).

La rassegna costituisce anche un’importante collaborazione tra il MAO e il Fashion Film Festival di Milano: la raccolta presentata da Fashion Film Festival Milano al MAO intende evidenziare il contributo del dialogo fra Oriente e Occidente al rinnovamento della moda e delle arti.

Box informazioni:

Nothing is real. Quando i Beatles incontrarono l’Oriente

(1 giugno – 2 ottobre 2016)

MAO – Museo d’Arte Orientale

Via San Domenico 11, Torino

Mar – Dom 11.00 – 19.00

Lunedì chiuso

www.maotorino.it

 

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