Villa La Massa: regalità e riservatezza sulle sponde dell’Arno.

Stefano Venturi è il direttore di una struttura che si colloca a metà strada tra il sogno e la magia: Villa La Massa, un hotel di lusso, un assaggio di paradiso… difficile trovare un termine che possa, da solo, fornire una adeguata etichetta a questo luogo incantevole, situato a pochi km dal centro di Firenze.

Villa La Massa, come una conchiglia, accoglie l’ospite e nello stesso tempo si dischiude nel suo fascino, accompagnando il visitatore in un viaggio senza tempo, dove l’eleganza dell’architettura si sposa con l’armonia e la semplicità dell’arte.

51 camere suddivise in 5 edifici diversi, collegati tra loro da un’ispirazione comune, ma con stili differenti: si passa da uno stile più classico ad uno più contemporaneo, attraendo in tal modo diverse tipologie di clientela, dalle famiglie, a chi vuole solo godersi un po’ di riposo, fino a chi desidera esplorare un territorio unico al mondo, situato a soli 15 minuti da Ponte Vecchio.

Una villa che segue le orme del tempo: un tempo di propietà di una famiglia, anzi, più famiglie, che hanno voluto lasciare tracce e segni, fogli di un diario che racconta e che svela il bello in tutte le sue declinazioni.

Villa La Massa fa oggi parte del gruppo Villa d’Este ed è uno degli hotel di lusso più apprezzati al mondo, in grado di offrire ai suoi ospiti una vacanza all’insegna del buon vivere e della buona tavola, con una carta vini che presenta circa 2000 referenze, prevalentemente toscane, con qualche chicca dallo Champagne. Numerose, infatti, sono le cantine facilmente raggiungibili da Villa La Massa, che si possono raccontare anche grazie ad eventi e degustazioni guidate, in un cornice davvero unica.

Nelle parole del direttore, Stefano Venturi, Villa La Massa è un luogo dove estraniarsi e ritrovare l’armonia di se stessi, in perfetto accordo con ciò che circonda e dove tutto ha un suo perché, un suo divenire…

Un divenire dell’arte, in fusione con il vino, con il cibo, con l’accoglienza: un divenire che sale e si eleva a vette sublimi, dove il come e il quando divengono il per sempre e soprattutto l’eterno un eterno, che si racconta nelle stanze e nell’architettura di una struttura che non necessita di essere raccontata, ma solo vissuta.

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