Nascosto tra i vicoli acciottolati del centro storico di Courmayeur, all’ombra silenziosa del Monte Bianco, Pierre Alexis 1877 racchiude una sorprendente metamorfosi: un edificio dal passato umile trasformato in laboratorio di ricerca gastronomica dove ogni piatto intreccia la narrazione tra memoria ancestrale e visione contemporanea.
L’ambiente, caldo e raffinato, evoca immediatamente la duplice anima del locale: il rispetto per la tradizione, visibile negli elementi architettonici originali sapientemente preservati, e la tensione verso l’innovazione, espressa attraverso dettagli di elegante modernità. Un equilibrio delicato che si riflette in ogni aspetto dell’esperienza gastronomica offerta da questo gioiello alpino.
Dal 2012, la famiglia Marchetto custodisce e alimenta con dedizione l’essenza di Pierre Alexis 1877. Una gestione che rispecchia alla perfezione il concetto di sinergia familiare: lo Chef Stefano Alessandro Marchetto, la cui passione culinaria affonda le radici nei ricordi della nonna materna Regina, orchestra la danza dei sapori in cucina; Monica, sua moglie, sovrintende alla sala con quella naturale eleganza che trasforma l’accoglienza in arte; mentre il figlio Egon, con sensibilità e conoscenza, cura la selezione enologica che accompagna e completa le creazioni dello chef.
La filosofia culinaria che anima questo luogo nasce da un profondo legame con il territorio, declinato attraverso tre principi fondamentali: stagionalità, creatività e identità locale. Lo Chef Marchetto, dopo esperienze significative tra Valle d’Aosta, Londra e Creta, ha sviluppato un approccio che potremmo definire di wilderness cuisine, in cui la natura circostante diventa fonte d’ispirazione e dispensa di ingredienti preziosi.
È affascinante immaginarlo mentre percorre i sentieri della Val Ferret, della Val Veny o dei boschi di Morgex e La Salle, alla ricerca di erbe spontanee, bacche selvatiche, licheni e cortecce che, raccolti nel momento della loro massima espressione organolettica, diventeranno protagonisti delle sue creazioni. Salvia selvatica, ortiche, buon enrico, crespino, olivello spinoso, lichene islandico: ingredienti che portano nei piatti l’essenza più pura della montagna.
Il menu, che cambia mensilmente seguendo il ritmo naturale delle stagioni, si articola in tre percorsi degustazione – Essenza, Evoluzione e Selvaggio – ciascuno rappresentativo di un diverso aspetto della visione gastronomica dello chef. La proposta Essenza, interamente vegetariana, celebra la nobiltà del regno vegetale con piatti come i carciofi in tempura con yogurt di carciofo e gel di limone, o la cipolla alla camomilla con terra ai funghi porcini e gelato al kefir.
Evoluzione rappresenta un dialogo equilibrato tra tradizione e innovazione, mentre Selvaggio, il percorso più articolato, è un’autentica immersione nell’universo creativo di Marchetto, dove tecniche raffinate incontrano ingredienti inaspettati. La lingua di vitello con salsa périgourdine e tartufo nero, l’anguilla alla brace marinata in melata di abete, il riso mantecato al burro di pino mugo con spiedo di storione: ogni piatto rivela un pensiero gastronomico che non teme di esplorare territori inesplorati.
Le tecniche di preparazione spaziano dalle più tradizionali alle più innovative, con un’attenzione particolare per l’affumicatura, la fermentazione e metodi di cottura come l’utilizzo della pentola tailandese Ocoo, la griglia a carbone giapponese Yakitori, o la cottura nel fieno che sprigiona aromi erbacei e freschi. Anche i dolci, interamente realizzati in casa, riflettono questa ricerca di equilibrio tra memoria e scoperta, come nel caso del tronco al pino mugo con ganache, crumble alla corteccia e lichene, accompagnato da un gelato alla melata di abete.
La cantina, curata con la stessa filosofia della cucina, propone una selezione che privilegia i terroir alpini di Valle d’Aosta e Alsazia, senza trascurare le grandi etichette italiane e francesi. Particolare attenzione viene riservata ai piccoli produttori che hanno intrapreso percorsi di ricerca e autenticità, mentre l’utilizzo del Coravin garantisce un servizio impeccabile anche per la degustazione al calice.
In un’epoca in cui l’arte culinaria rischia talvolta di perdersi in virtuosismi fini a sé stessi, Pierre Alexis 1877 ci ricorda che la vera eccellenza gastronomica nasce dalla capacità di ascoltare il territorio, rispettarne i ritmi e interpretarne l’essenza con sensibilità e rigore. Come recita una massima cara allo chef: “Le soddisfazioni migliori della vita derivano dagli aspetti più semplici: il vino, l’olio di oliva, il pane fresco e la buona compagnia. Forse, in fondo, non occorre nulla di più“.
È proprio in questa apparente semplicità che si cela la straordinaria complessità dell’approccio di Marchetto, per il quale “raggiungere la semplicità, oltrepassando la perfezione, non è mestiere semplice. Perché a volte bisogna saper togliere invece che aggiungere. Perché ogni ingrediente deve portare armonia ma anche contrasto“.
Pierre Alexis 1877 si conferma così non solo come un punto di riferimento per la cucina gourmet di Courmayeur e della Valle d’Aosta, ma come un autentico luogo dell’anima, dove la tradizione montana si reinventa continuamente attraverso lo sguardo curioso e rispettoso di chi ha fatto della ricerca gastronomica una ragione di vita.