La rinascita di Monteborre: tra vigne, storia e visione artistica

Adagiato tra le dolci distese della campagna di Cento, in Emilia-Romagna, Monteborre emerge come un canto silenzioso al tempo e alla bellezza. Questo luogo, dove il vento porta con sé il profumo dei vigneti e della terra, è un rifugio di eleganza e quiete. Qui, ogni pietra racconta storie di un passato nobile, ogni dettaglio riflette una visione artistica e intima. Stefano, stilista dall’anima poliedrica, ha trasformato un’antica dimora padronale in un boutique hotel che celebra l’armonia tra tradizione e innovazione. Già celebre per la sua maestria nella moda con la linea STEFANO GIORGI, ha saputo imprimere in Monteborre una nuova vita, creando un luogo che non è solo una destinazione, ma un’esperienza immersiva. Qui, gli ospiti vengono accolti in un universo sospeso tra il sogno e la realtà, dove il comfort si intreccia con la bellezza e la storia diventa viva.

 

Il palazzo Monteborre, risalente al XIX secolo, si trova in una posizione privilegiata, circondato da una riserva naturale e vigneti che si estendono a perdita d’occhio. La struttura, appartenuta a una contessa di una nobile famiglia, è stata restaurata con un approccio conservativo, mantenendo intatte le sue caratteristiche originarie come travi in legno, voltine e tavelle in cotto. La collaborazione con Andrea Bernagozzi di Officinarkitettura ha dato vita a un progetto che celebra la ruralità e al contempo la modernità, utilizzando materiali naturali come il legno e il grès porcellanato. Ogni dettaglio è stato curato con meticolosa attenzione, dai toni sabbia delle pareti ai raffinati rivestimenti, scelti per le loro nuance sofisticate e la loro versatilità.

 

“Durante il Cammino di Santiago, nella regione della Rioja, osservando le vigne immerse in un paesaggio che mi ricordava Monteborre, ho scoperto l’amore per la vinicoltura e ho immaginato come potessi trasformare la nostra proprietà in qualcosa di unico”, ricorda Giorgi in un’intervista. La decisione di intraprendere il restauro conservativo del palazzo non è stata solo una scelta estetica, ma un omaggio alla storia e alle radici del territorio. Durante i lavori, Giorgi e il suo team hanno fatto di tutto per mantenere l’integrità architettonica dell’edificio, aggiungendo solo quegli elementi che avrebbero esaltato il fascino autentico della struttura.

 

Le camere, ciascuna ispirata alle città d’arte italiane, portano nomi evocativi come Bologna, Firenze e Venezia, un omaggio alla loro vicinanza e al ricco patrimonio culturale dell’Emilia-Romagna. “Mi piaceva l’idea che questo fosse un punto dove fermarsi per poi esplorare le città d’arte qui attorno”, spiega ancora Stefano, che ha scelto i nomi per celebrare le destinazioni raggiungibili in poco tempo da Monteborre. Ogni camera è stata progettata per offrire un’esperienza unica: Ferrara, con i suoi 28 metri quadri e una sobria eleganza, ospita, volendo, anche letti singoli perfetti per chi cerca una sistemazione intima; Bologna, una junior suite di 29 metri quadri, accoglie fino a quattro ospiti in un’atmosfera calda e raffinata; Firenze, invece, con i suoi 28 metri quadri, è arricchita da dettagli curati e un comfort ideale per tre persone.

 

Al piano superiore della Casella si trovano Mantova e Verona. Mantova, un appartamento di 54 metri quadri, è dotato di una cucina privata e spazi pensati per soggiorni prolungati, mentre Verona, con i suoi 35 metri quadri, si distingue per il suo romanticismo (essendo la città di Giulietta e Romeo) e una progettazione che garantisce eleganza e funzionalità. La suite Venezia, infine, rappresenta il fiore all’occhiello della struttura: i suoi 51 metri quadri offrono un rifugio lussuoso, dove ogni dettaglio, dal riscaldamento a pavimento alla smart TV di ultima generazione, contribuisce a creare un’esperienza esclusiva e indimenticabile.

 

Ma Monteborre non è sempre stato un luogo di lusso e serenità. Inizialmente, la proprietà era stata concepita come casa di famiglia per Stefano e i suoi cari. “Durante i lavori di ristrutturazione ci siamo resi conto che la casa era troppo grande per una famiglia di quattro persone. Così è nata l’idea di trasformarla in una struttura ricettiva, capace di accogliere ospiti da tutto il mondo e condividere con loro la bellezza di questo luogo unico”. Questa intuizione si è rivelata vincente, portando alla nascita di un agriturismo che fonde accoglienza, cultura e natura.

 

L’azienda agricola Santa Caterina, parte integrante del progetto, è attiva dal 1984 e si estende su oltre sessanta ettari, molti dei quali coltivati con metodi biologici. Le sue produzioni includono frutta, cereali e zucche, oltre a un vigneto di Pinot Bianco impiantato nel 2018. I prodotti dell’azienda, come marmellate e succhi di frutta, arricchiscono le colazioni degli ospiti, servite nella Casella, un edificio annesso restaurato che ospita anche appartamenti e spazi comuni.

 

Il restauro ha richiesto non solo competenza tecnica, ma anche una sensibilità artistica unica. L’intervento ha privilegiato materiali naturali come legno, cotto e grès porcellanato per rivestimenti e pavimenti. Nell’edificio principale, al piano terreno, dominano i toni della pietra naturale, che conferisce un senso di solidità e autenticità agli ambienti. Le calde sfumature dell’acciaio corten arricchiscono ulteriormente gli interni, trovando spazio anche nelle pareti dei bagni, dove si fondono con nuance luminose di mattoncini Brick in pasta bianca dalla superficie glossy irregolare.

 

Le pavimentazioni del primo e secondo piano sono caratterizzate da grandi formati 160x 200 e 26×200 cm , che richiama il calore del legno naturale, proseguendo armoniosamente anche nelle sale da bagno. Il risultato finale è un mood stilistico uniforme, giocato sui toni chiari del sabbia e declinato in geometrie di posa e formati diversi, con note di colore acceso che vivacizzano gli ambienti, in particolare nei bagni. Ogni elemento è stato scelto per fondere estetica e funzionalità, offrendo un’esperienza che celebra sia il design contemporaneo che la tradizione.

“Ho pensato alle camere come a capi di una collezione di moda”, ribadisce Stefano.

Monteborre non si limita all’ospitalità, ma è un vero e proprio omaggio alla natura e alla cultura del territorio. La struttura si trova a pochi passi dal centro storico di Cento, città famosa per i capolavori del Guercino e per il suo carnevale, gemellato con quello di Rio de Janeiro. Gli ospiti hanno la possibilità di esplorare la ricca storia e gastronomia locale, con itinerari che li conducono verso le vicine Bologna, Modena e Ferrara.

 

Oggi, Monteborre rappresenta la sintesi della visione di Stefano Giorgi e della moglie Elisabetta: un luogo che unisce passato e presente, tradizione e innovazione. La piscina immersa nel verde, la spa riservata agli ospiti e gli arredi che evocano un’atmosfera senza tempo sono solo alcune delle caratteristiche che rendono unica questa struttura. Monteborre non è solo una destinazione, ma un viaggio attraverso l’arte, la natura e l’eccellenza italiana.

 

Ogni angolo racconta una storia, ogni dettaglio è un invito a lasciarsi cullare dalla bellezza e dalla quiete. Stefano ha saputo creare un luogo che non è solo un’espressione del suo talento, ma anche un tributo al territorio che lo ospita. Per lui, questo luogo rappresenta un sogno trasformato in esperienza tangibile, uno spazio dove le persone possono trovare pace, ispirazione e un profondo legame con la terra, sintetizzando l’essenza di questa straordinaria realtà.

Oggi, questa realtà è arricchita dalla presenza dei due figli Luca e Alessandro che aiutano il padre nella gestione e nella realizzazione dei nuovi progetti vinicoli.

 

 

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