A Farra di Soligo, in quella parte del territorio veneto in cui si trovano le colline dove si produce il Prosecco DOCG di Conegliano e Valdobbiadene – area ricompresa dal 2019 nel Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO – sorge l’hotel Villa Soligo. Siamo in provincia di Treviso, ma con la sua posizione l’albergo rappresenta una comoda base di partenza per raggiungere in auto e visitare in giornata anche il resto della più ampia offerta turistica del Veneto, dalle città d’arte alle Dolomiti alla costa adriatica.
In effetti, la stessa struttura che ospita questo nuovo charming hotel 4 stelle è in sé stessa un’opera architettonica di notevole spessore, trattandosi di una antica, prestigiosa villa storica del XVIII secolo, di stampo neoclassico e in stile palladiano – come non potrebbe essere altrimenti in Veneto – fatta costruita nel 1782 dai Conti Brandolini d’Adda, il cui nome sopravvive, come si vedrà, in uno degli spazi della Villa. Inizialmente utilizzata da questa famiglia come residenza estiva e dimora di caccia, la villa ha vissuto diverse vite nel corso della storia, subendo anche direttamente i danni e i traumi provocati dalle due guerre mondiali. L’Hotel Villa Soligo, poi, per come appare oggi nella sua veste di concept hotel, è il risultato dell’integrale restauro e ristrutturazione avutisi nel 2020 su una preesistente, omonima struttura ricettiva ospitata nella villa e che aveva visto soggiornare, tra gli altri, personaggi come Marcello Mastroianni, Alberto Sordi e Sofia Loren.
Gli alloggi che Villa Soligo offre ai propri ospiti, con le loro pareti spesse che circondano arredi dal design moderno, sono pensati per soddisfare le esigenze delle più diverse tipologie di visitatori: si hanno camere – la “Classic”, composta da letto queen e bagno privato con doccia, e la “Deluxe”, con letto matrimoniale, di cui alcuni a baldacchino, o twin e bagno privato con vasca o doccia – suite – la “Junior” , dotata di una camera matrimoniale, di un salottino attiguo con divano letto e di bagno privato con doccia, la “Senior”, composta da letto matrimoniale, in alcuni casi a baldacchino, o da due letti twin e da bagno privato con doccia o vasca, la “Exclusive”, dotata di una spaziosa camera da letto in mansarda e di una grande sala da bagno con doccia e vasca, e la “Family”, arredata con letto matrimoniale a baldacchino e uno o due letti singoli e fornita di bagno privato – e infine la Dependance Brandolini, adatta soprattutto per famiglie, articolata com’è su un piano terra con ampio soggiorno, angolo cottura e un bagno, e un primo piano con due camere da letto matrimoniali e un bagno con doccia. Significativa anche l’offerta dell’albergo per quanto riguarda il settore relax e wellness, che può contare su una piscina all’aperto collocata nel verde
del parco della Villa – dalle ragguardevoli dimensioni di 15000 metri quadrati – e su un’offerta benessere che comprende, tra gli altri, sauna, bagno turco, doccia emozionale, varie tipologie di massaggi (rilassanti, sportivi, shiatsu, con pietre calde), trattamenti per il viso e il corpo e make up. All’interno dell’hotel Villa Soligo – precisamente all’interno della barchessa, edificio di servizio tipico della struttura delle ville venete – si trova l’omonimo ristorante gourmet, la cui cucina è guidata dallo chef veneto Tino Vettorello. È dunque lui la mente di questo progetto di ristorazione di alta qualità, e con la sua squadra, fatta, sia in sala che in cucina, di elementi che vantano esperienze nazionali e internazionali vuole essere, dice lui stesso «partecipe, interprete e volano delle unicità di questo territorio che fonda antiche tradizioni enoiche, di cultura dello star bene della tavola e dell’ospitalità». A tal fine, lo chef Vettorello propone un menù alla carta che, cambiando stagionalmente ed essendo accompagnato da una selezione di vini per lo più locali e veneti realizzata valorizzando anche produttori meno noti ma comunque di valore, si caratterizza, nelle sue parole, per la «ricerca del prodotto e delle primizie stagionali», per l’«energia nei colori» e per una «innovazione» che rimane però saldamente legata «alla storia del Prosecco, alle coltivazioni degli orti, al radicchio, agli asparagi, alle castagne, alla cucina naturale e selvatica» della Marca Trevigiana e a quella che lo stesso Vettorello definisce la sua «amata cucina veneziana».