Fabrizio Colajanni – Sommelier del ristorante “Mirabelle” dell’Hotel Splendide Royal.

Il Mirabelle è uno splendido ristorante posto al settimo piano dell’Hotel Splendide Royal dal quale si possono ammirare Villa Medici, Trinità dei Monti, San Pietro ed il Gianicolo; è qui che Fabrizio Colajanni, bravissimo sommelier, sceglie gli abbinamenti perfetti dei vini con i piatti proposti.

La sua vocazione nasce presto: suo nonno possedeva una vigna dietro casa e già all’età di sette anni Fabrizio aveva, assieme ai suoi cuginetti, la gestione di un piccolo filare. Quando arrivava il momento della vendemmia sua nonna spremeva i grappoli raccolti dai bambini e gli faceva bere il succo d’uva.

Dopo la scuola alberghiera, a 20 anni Fabrizio va a lavorare presso il ristorante La Paniscia di Bruxelles ed è qui che il proprietario, Marco Meloni, ogni sera apriva una grande bottiglia della sua bellissima cantina di vini italiani, la più ricca del Belgio, per berla con i ragazzi che lavoravano con lui. Fabrizio capisce che il vino di qualità non è quello contadino prodotto dal nonno ma un altro mondo da scoprire, fatto di vini importanti, di territori, di vitigni. Tornato in Italia, dopo alcuni corsi amatoriali fa un corso AIS per sommelier perchè ha capito che quello sarebbe diventato il suo lavoro e consegue il master alla FIS. Ha fatto innumerevoli viaggi studio e visite a cantine, in tutta Italia, ma anche all’estero e ovviamente in Francia (Champagne, Borgogna).

Dopo alcuni anni di lavoro in wine bar ed enoteche di Roma ed esperienze nei ristoranti (come Arcioni e Opera Caffè), nel 2001 inizia la sua collaborazione con il Mirabelle: assunto da Bruno Borghesi, per cinque anni ha fatto un po’ il barman, il sommelier ed il maître, poi nel 2006 prende in gestione un wine bar; dopo quasi sette anni ritorna al Mirabelle e, da gennaio 2016, è capo sommelier.

Il Mirabelle dà a Fabrizio la possibilità di continuare a coltivare le sue passioni: la prima è il vino e la conoscenza che ne ha, mettendola a disposizione dei clienti; la seconda è la vendita, perché ogni bottiglia stappata è il risultato di un lavoro specifico e di tecniche che vengono messe in atto, non tanto nel vendere la bottiglia più costosa, ma la bottiglia più adatta in quel momento e per quella persona.

La clientela del Mirabelle è composta anche da italiani oltre che da facoltosi turisti, tutte persone che vogliono trascorrere una serata memorabile; Fabrizio capisce perfettamente quello che desidera la gente e consiglia il vino migliore o, pur mantenendo alto il livello qualitativo, il meno caro, a seconda delle possibilità. La carta dei vini comprende circa 750 etichette per cui non basta chiedere un vino, ma bisogna anche capire se il cliente lo desidera ben strutturato, morbido, minerale, dal tannino vigoroso, ecc. Spesso gli arabi o i russi chiedono vini di fascia alta e la scelta ricade quasi sempre sui vini francesi: Sancerre, Chablis e Montrachet per i bianchi mentre per i rossi le preferenze vanno ai grandi pinot nero della Borgogna e ai vari Bordeaux. Quando invece il cliente chiede consiglio a Fabrizio lui propone vini italiani, una missione la sua per far scoprire, soprattutto ai clienti stranieri, l’esistenza di vini straordinari. A Fabrizio piace anche giocare: una volta ad un appassionato di pinot nero gli ha versato, coprendo l’etichetta, un nerello mascalese dell’Etna per poi lasciarlo sbalordito della sua scelta…

Se un cliente vuole spendere molto la scelta di Fabrizio ricade molto spesso sul Masseto ma sono molto richiesti anche Barolo, Brunello di Montalcino, Amarone della Valpolicella. Per i bianchi gli richiedono spesso gli aromatici del Trentino Alto Adige, qualche Friulano, poi i Fiano di Avellino e i vari Pecorino. Anche il Carricante dell’Etna, ultimamente, va molto di moda. I vini meno richiesti sono invece l’Aglianico e il Primitivo di Manduria, il Sagrantino di Montefalco e la Falanghina.
Il cruccio di Fabrizio sono i vini del Lazio, ancora indietro rispetto ad altri territori, anche se cerca di far degustare a chi li chiede le migliori etichette dei vitigni autoctoni laziali come il cesanese di Affile, il nero buono di Cori, ecc.

Chiudo con una curiosità: ultimamente, al Mirabelle, Fabrizio ha venduto un Petrus da circa settemila euro… ogni tanto è un vero piacere stappare dei vini mitici a livello mondiale!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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