Emirati Arabi, la materializzazione di un sogno

Una favola reale e tangibile, un’emozione visiva che rilascia sensazioni d’incredulità. Questo è l’impatto che normalmente si ha visitando Dubai o ad esempio Abu Dhabi, la prima volta che si ha la fortuna di soggiornarvi. Un concentrato di ultramoderne tecnologie legato comunque ad un aspetto culturale che una tradizione antichissima come quella araba, porta in dote in maniera quasi naturale. Associare il termine “lusso” a queste realtà è quasi istintivo. Grattacieli inverosimili illuminati giorno e notte, isole artificiali talmente belle da sembrare naturali parti integranti del paesaggio, alberghi incredibili dove lo sfarzo si integra perfettamente in un contesto certamente privilegiato, ma che sposa un profumo di storia millenaria che l’aria calda degli Emirati fa respirare ad ogni angolo delle sue strade. Ci troviamo qui infatti, negli Emirati Arabi Uniti e la loro costituzione vale la pena di essere citata come interesse storico assoluto. L’unione di sette sceiccati sovrani (Dubai, Abu Dhabi, Ajman, Fujairah, Ras al-Khaima, Sharja e Umm al-Qaywayn) portò alla luce questa realtà nel 1971, quando le forze armate britanniche abbandonarono il Golfo. La nazione confina con l’Oman a sud-est, con l’Arabia Saudita a sud-ovest ed è bagnata dal Golfo Persico a nord. Può essere definita come “terra di contrasti” dal momento che il paese offre montagne, spiagge, deserti, oasi, corse di cammelli, mercati beduini e le famose merci esenti da tasse di Dubai, il tutto su di una superficie relativamente piccola. Se decidete di visitare un solo stato tra quelli che si affacciano sul Golfo, gli Emirati Arabi Uniti costituiscono probabilmente la scelta migliore. Il paese, infatti, ha le regolamentazioni d’ingresso meno severe, le migliori infrastrutture turistiche e, pur presentandosi come una destinazione esclusiva per turisti disposti a spendere somme elevate di denaro, costituisce una meta accessibile anche ai turisti indipendenti che viaggiano in economia. La popolazione è fortemente concentrata nelle città più importanti (Abu Dhabi e Dubai, capoluoghi degli emirati omonimi) che si sono sviluppate con moderni quartieri direzionali e residenziali, in funzione delle attività petrolifere, dotati di servizi commerciali, pubblici e sociali di livello. Il progetto della federazione degli Emirati Arabi Uniti fu fortemente sostenuto dallo sceicco Zayed bin Sultan Al Nahyan, Presidente dalla fondazione della Federazione fino alla sua morte avvenuta il 2 novembre del 2004 e grazie ai proventi ricavati dal commercio di petrolio di Abu Dhabi, lo sceicco adottò politiche di sviluppo economico e sociale che sostengono oggi concretamente la crescita di tutti e sette gli emirati. I proventi derivanti dall’”oro nero”, consentirono infatti agli Emirati Arabi Uniti di dotarsi d’infrastrutture moderne in termini di strade, case, scuole e servizi sanitari. L’intero disegno politico è stato realizzato grazie alle eccezionali capacità di negoziazione di Zayed, e consentì agli sceiccati più piccoli di sopravvivere: cosa che non sarebbe stata possibile se fossero rimasti Stati indipendenti. I singoli Emirati adottarono politiche economiche che riflettono ancora oggi le differenze tra le rispettive strutture economiche. Fin dalla loro nascita, gli Emirati Arabi Uniti improntarono il commercio ad un regime di libero scambio e presentano oggi tassi di crescita economica in continuo sviluppo. La politica estera moderata, disposta al dialogo con i Paesi circostanti e filooccidentali, rende inoltre gli Emirati Arabi Uniti uno dei Paesi più stabili e sicuri del mondo arabo. In questa perla del Medio Oriente ricca di contrasti e contraddizioni, ultramoderna, dicevamo, ma allo stesso tempo legata alle più antiche tradizioni locali, convivono i grattacieli più alti del mondo ed infinite distese del deserto, centri commerciali ultramoderni insieme agli antichi villaggi dei pescatori. Qui il Bello lo si può trovare veramente in ogni cosa ed in ogni dove. E quando si cita il Bello, non si può non menzionare la Grande Moschea bianca di Abu Dhabi che rappresenta una vera e propria opera d’arte architettonica con una capacità di ospitare più di 40.000 fedeli e dove noi italiani abbiamo un merito speciale: averla costruita utilizzando marmi italiani. Un vero orgoglio per il nostro Paese. Per realizzare questa che è una delle più grandi Moschee del Mondo, è stata scelta l’Italia ed è divenuta il luogo di culto più grande e famoso dell’Emirato e chi visita Abu Dhabi per turismo, non potrà non rimanere affascinato dall’imponenza e dalla bellezza di questo edificio, candido e gigantesco che occupa una superficie di 12 ettari dove spiccano le sue 80 cupole e le vasche d’acqua riflettenti che circondano la Moschea amplificandone la sua magnifica bellezza. Il bianco del marmo e l’oro dei fregi scintillano sotto il sole abbagliando quasi chi la guarda. Anche di sera però la Moschea continua ad affascinare con un sistema d’illuminazione unico nel suo genere che rispecchia le fasi lunari: al tramonto il marmo bianco si staglia sul cielo che inizia ad imbrunire e le arcate illuminate impreziosiscono la scena con una cascata di luce che sembra oro. Un vero spettacolo! Quasi impossibile descriverla: basti citare le decorazioni floreali che formano uno dei più grandi mosaici di marmo del mondo dove al suo interno si trovano mille colonne di marmo intarsiate con la madreperla, lampadari di

cristalli Swarowski placcati d’oro 24 carati e il tappeto annodato a mano più grande del Mondo con 5.627 metri quadrati di superfice e circa 2.268 miliardi di nodi realizzati in due anni di lavoro da 1.200-1.300 artigiani che hanno utilizzato lana dell’Iran e della Nuova Zelanda, con un peso complessivo di 35 tonnellate e che ha richiesto tre aerei per essere trasportato. Se si decidesse poi di andare a fare un viaggio a Dubai, tra gli immensi grattacieli, e la sabbia del deserto, l’unica cosa che di certo non ci si aspetterebbe, sarebbe la neve, e invece è possibile andare a fare la settimana bianca a Dubai: si chiama “Ski Dubai” ed è uno ski-dome, ossia una stazione sciistica al coperto. Si trova all’interno del centro commerciale Mall of the Emirates, uno dei più grandi centri commerciali del mondo, e copre una superficie di 22500 metri quadrati su un dislivello di 60 m ed è composta da 5 diverse piste (la più lunga di 400 m) innevate con appositi cannoni sparaneve e con diverse pendenze e difficoltà servite da una vera e propria seggiovia. Questa incredibile particolarità, che non esiste in nessun’altra parte del Mondo, oltre ad attirare moltissimi turisti, ha vinto anche numerosi premi internazionali e di certo è stata una grandissima mossa per incentivare la già grande partecipazione turistica. Nel caso si fosse indecisi, per la scelta di una meta di vacanza, tra mare e montagna, Dubai mette d’accordo tutti: un’esperienza unica, l’unico posto al Mondo in cui si può sciare sia sulla sabbia, che sulla neve. Questo è lusso, un lusso materiale si, ma anche e soprattutto esperienziale. Ecco, il lusso esperienziale è probabilmente l’immagine figurata che descrive in maniera più tangibile la sensazione che ci si riporta a casa dopo essersi avventurati negli Emirati. Lo sfarzo estremo e la presenza di tutti i più prestigiosi brand esistenti al Mondo che consentono in un unico luogo di poter effettuare uno shopping senza precedenti, rappresentano certamente la raffigurazione materiale di cosa vuol dire trovarsi a Dubai, ad esempio, ma è probabilmente l’incredibile sensazione visiva che si prova a “vivere il lusso”, ad esserne circondati anche solo passeggiando, che regala il ricordo più forte. Soltanto ammirare il Burj Khalifa a downtown Dubai, il grattacielo più alto del mondo inaugurato nel 2010 e al contempo la struttura artificiale più alta al mondo grazie ai suoi 829 metri di altezza, solo ammirarlo, dicevamo, consente di entrare in una dimensione dove si ha la concreta sensazione che l’Uomo possa arrivare al raggiungimento di mete impensabili e lo possa fare anche attraverso il concept che l’”eccessivo” possa anche passare attraverso la magnificenza del Bello. Se si ha la fortuna (e soprattutto l’assenza di problemi legati all’acrofobia!) di visitare la terrazza panoramica esterna del Burj Khalifa, chiamata At The Top e sospesa a 555 mt di altezza, ci si può imbattere in una vista mozzafiato su una città che sembra un bellissimo giocattolo, con una visuale che spazia dal deserto alle Palm Island, un arcipelago artificiale costruito a 4 chilometri al largo della costa di Dubai, e costituito da numerosi isolotti che nell’insieme hanno la forma del globo terrestre. Osservare come una costruzione così ultramoderna come il Burj Khalifa, sia stata progettata con un forte rimando all’architettura islamica (come un minareto a spirale), rende perfettamente l’idea di come la volontà di eccesso ultramoderno, possa combinarsi con una forte volontà degli emiratini di mantenere un rispetto incondizionato verso la propria tradizione ed il proprio inconfondibile stile arabo. La bellezza di questo Paradiso chiamato UAE è legata anche alla volontà di consentire l’integrazione occidentale attraverso le centinaia di ristoranti (super Top, ma anche “umani”) disseminati nelle città più importanti, dove si può mangiare (e bere!) sia la buonissima cucina tradizionale, che qualsiasi tipo di cucina internazionale, sentendosi così a casa propria, pur in contesto così lontano da essa, ma allo stesso tempo iper emozionante. Di magnificenze materiali che ristorano quella sensibilità visiva strettamente connessa con le emozioni, ne potremmo descrivere a centinaia in un contesto come quello degli Emirati, ma come sempre accade quando ci si trova di fronte ad un “unicum”, è soltanto vivendola che si ha la netta percezione di come l’Uomo possa rendere il Mondo una “favola” reale e divenire il meraviglioso artefice di un sogno che “Expò Dubai 2021”, per la prima volta, renderà bellissima materia viva.

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