Chiara Tiberti, una locomotiva in 5D

Viviamo in una società che si declina dal bidimensionale al tridimensionale ma è possibile andare oltre, superare la concezione del bello e carpire che l’energia è tutta attorno a noi, a cominciare dalle nostre abitazioni.

Per ognuno di noi la casa è lo spazio più intimo e personale, in cui sentirci al sicuro, tranquilli e coccolati, un ambiente che si adatti alle nostre esigenze e che possa essere funzionale alle proprie necessità; un rifugio da costruire o ricostruire, anche grazie al supporto di professionisti capaci di comprendere a pieno i nostri gusti e i nostri bisogni, persone competenti e con le idee chiare, ma anche delicate e rispettose, proprio come Chiara Tiberti, architetto e designer, capace di andare a fondo ad ogni progetto, espandendo e rendendo funzionale la concezione dell’ambiente, che si tratti di abitazioni private, negozi, B&B o case vacanze.

Chiara, che nella sua vita ha avuto modo di viaggiare e formarsi anche in altri Paesi, oggi con il suo studio collabora oggi con un gruppo di “Architetti 5D”, un team di professionisti accomunati da un percorso evolutivo legato al benessere delle case. Il loro lavoro è strettamente connesso al rapporto con il cliente, riassumibile nella parola: D.Os.A.RE., un acronimo composto da diverse azioni come: domandare, osservare, ascoltare e restituire.

Perché 5D? La dimensione 2D e 3D la conosciamo tutti, la quarta dimensione è l’energia di un ambiente, collegata a discipline olistiche come ad esempio il feng shui, mentre il 5D va ad esplorare il benessere, l’anima della casa, un luogo da coccolare, che deve avere un nome, come fosse una persona.

il nostro benessere è strettamente connesso al benessere della nostra casa, è qui che fa la differenza il lavoro di una professionista come Chiara che, tramite domande precise, va a fondo alle necessità del cliente, osservandolo ed ascoltandolo con attenzione, in modo da restituire e tradurre i bisogni dei clienti in ambienti autentici.

Con empatia e fiducia, partendo dal budget e conoscendo la persona che dovrà vivere in quell’ambiente, gli accorgimenti tecnici di un professionista permettono di incastrare tutti i pezzi del puzzle: un investimento che permette di arrivare ad avere la casa che soddisfi a pieno tutti i suoi bisogni anche quelli più profondi.

Questo approccio le ha permesso di conoscersi e migliorarsi costantemente, soprattutto in un momento di “stasi generale” come quella che stiamo affrontando in questo periodo, Chiara consiglia che può esser anche visto come una riscoperta della propria casa, attraverso semplici gesti possiamo riscoprire il piacere di stare in armonia con noi stessi nelle nostre abitazioni.

Se dovessimo pensare ad un restyling ad esempio , elementi di moda negli anni ’60 e ’70, come per esempio la carta da parati, oggi sono strumenti in grado di aiutare il lavoro dei designer nella realizzazione di ambientazioni ad alto effetto scenico.

Materiali ed idee del passato possono essere riadattate al momento, sfruttando anche ispirazioni tratte dal mondo della moda, coi suoi trend ed i suoi colori. Gli ambienti devono trasmettere sensazioni calde, quindi Chiara suggerisce di evitare l’uso del gres effetto legno, preferendo materiali naturali come il legno, senza mai dimenticare che la casa deve essere funzionale rispetto alle esigenze di chi la abita.

Le nostre abitazioni devono essere in un certo modo il nostro specchio, dove riflettere e riflettersi, e soprattutto un diario, dove ogni stanza è una pagina che si riempie di colori, di emozioni e che conduce poi a capitoli intensi del nostro essere.

Far dialogare la casa con la parte più intima di noi stessi è un ottimo modo per volersi bene, perché, come sosteneva il grande architetto svizzero Le Courbesier “L’architettura è un fatto d’arte, un fenomeno che suscita emozione, al di fuori dei problemi di costruzione, al di là di essi. La costruzione è per tener su: l’architettura è per commuovere”.

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