Artemide

Quando entriamo in una stanza la prima cosa che ci colpisce è l’atmosfera che si respira. Dire “si respira” può sembrare inadeguato ma è una sensazione perché effettivamente il primo dei nostri sensi che viene colpito è la vista. La luce è fondamentale. Serve a incorniciare, rendere accogliente, delineare e personalizzare qualsiasi ambiente.

E parlando di luce viene naturale dire Artemide. Fondata nel 1960 da Ernesto Gismondi, è uno dei brand di illuminazione tra i più conosciuti al mondo. Nota per la sua filosofia “The Human and Responsible Light” è sempre stata sinonimo di innovazione e design e molte delle sue creazioni sono considerate di assoluto valore artistico (prodotti come Eclisse -1967, di Vico Magistretti -, Tolomeo – 1989, di Michele De Lucchi e Giancarlo Fassina -, Pipe – 2004, di Herzog & De Meuron – e la collezione IN-EI – 2014, di Issey Miyake -, tutte insignite del Premio Compasso d’Oro), e sono esposte nei maggiori musei di arte moderna e collezioni di design del mondo.

I numeri di questa azienda sono davvero importanti: i prodotti Artemide sono distribuiti in 98 diversi Paesi; si contano cinque unità produttive in Italia, Francia, Ungheria e Canada, due vetrerie e una struttura di Ricerca e Innovazione supportata da laboratori di prototipazione e test all’avanguardia. Il Gruppo impiega attualmente più di 750 dipendenti di cui 60 in attività di R&S, a conferma del ruolo portante dell’innovazione quale componente chiave per il suo successo.

Ma i numeri non bastano a descrivere ciò che Artemide rappresenta davvero non solo nel concetto di una azienda Italiana che ha puntato sull’innovazione e sulla ricerca, tanto da diventare tra le più importanti a livello internazionale, ma soprattutto nella mission che vuole un’idea della luce tecnologica ma responsabile, al cui centro c’è la percezione umana sia della luce stessa, sia della sua bellezza che si esprime anche in una cura delle forme che valorizzano la capacità di illuminazione ma rendono “bellezza” l’oggetto stesso.

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