LA SERATA A COLONO

02_LA SERATA A COLONO_da sinistra Angelica Ippolito, Carlo Cecchi, Antonia TruppoAl Teatro Argentina di Roma, mercoledì 30 gennaio 2013, alle ore 21.00, debutta LA SERATA A COLONO di Elsa Morante, con la regia e le scene di Mario Martone. Lo spettacolo è interpretato da Carlo Cecchi (Edipo), Antonia Truppo (Antigone), Angelica Ippolito (Suora).
Coro: Giovanni Calcagno, Salvatore Caruso, Dario Iubatti, Giovanni Ludeno, Rino Marino, Paolo Musio, Franco Ravera; guardiani: Victor Capello, Vincenzo Ferrera, Totò Onnis; dottore: Rino Marino. Francesco De Giorgi (tastierista), Andrea Toselli (percussionista). Le musiche sono di Nicola Piovani, il fondale di Sergio Tramonti,
i costumi di Ursula Patzak, le luci di Pasquale Mari e il suono di Hubert Westkemper, aiuto regia Paola Rota. Lo spettacolo è coprodotto dalla Fondazione del Teatro Stabile di Torino, dal Teatro di Roma e dal Teatro Stabile delle Marche.

Carlo Cecchi e Mario Martone, a quarantacinque anni dalla sua pubblicazione, porteranno in scena per la prima volta La serata a Colono di Elsa Morante. «È la sua unica opera per il teatro, ispirata all’Edipo a Colono di Sofocle, ma non è mai stata rappresentata» racconta Cecchi, che della Morante era amico strettissimo. La Morante viveva, si potrebbe dire, in simbiosi col Gran Teatro, la mitica compagnia di Cecchi a cavallo tra gli anni ’60 e ’70; a sua volta Cecchi è stato il curatore, insieme a Cesare Garboli, dei due volumi dei Meridiani che raccolgono le opere della Morante (di cui è ricorso nel 2012 il centenario della nascita).

Non sono mancati in passato tentativi di rappresentarla: «Subito dopo l’uscita del libro, sia Eduardo De Filippo che Carmelo Bene – scrive Carlo Cecchi – pensarono di mettere in scena La serata a Colono. A un certo punto ne nacque un progetto cinematografico, che avrebbe messo insieme Eduardo come Edipo, e Bene come regista. Poi non se ne fece nulla. Negli anni ’70 altri primi attori volevano recitarlo; fra questi Vittorio Gassman. Ma ormai Elsa s’era fatta restia a farlo rappresentare. Anch’io in anni più recenti avevo deciso di metterlo in scena; per poi rinunciarvi, fermato dalle enormi difficoltà che presenta il testo, oltre alle quali, dovendolo affrontare nel doppio ruolo di regista e attore, si aggiungeva quella di dover recitare la parte lunghissima di un personaggio di difficilissima definizione e drammaturgicamente ambiguo. Quando giravamo Morte di un matematico napoletano, con Mario Martone, grande ammiratore de La serata a Colono, c’eravamo promessi di farlo insieme, un giorno o l’altro. Così, vent’anni dopo, quel giorno è arrivato e La serata a Colono va in scena per la prima volta, da quando è stato scritto».

Come si vede, si tratta di una vera e propria sfida la messa in scena di questo testo, attesa da decenni dal teatro italiano. Così l’argomento viene descritto dal Rodolfo Di Giammarco e Claudia Di Giacomo in Grandi monologhi del teatro contemporaneo. Vol. II: 50 scene d’autore per uomo, Roma, Gremese, 1999: «In una corsia d’ospedale degli anni Sessanta due portantini depositano una barella su cui giace, stretto da cinghie di contenzione, un vecchio ricoverato d’urgenza con gli occhi avvolti da garze insanguinate. È un accattone ex proprietario di radici contadine, vedovo con quattro figli, affetto da mitomanie epico-classiche, soggetto a squilibri, sorvegliato con devozione da una figlia quattordicenne zingarella che ha accenti forastici del basso Lazio, e che reca i segni dolci “delle creature di mente un poco tardiva”. Lei è Antigone. Lui è la reincarnazione di un Edipo trasandato, logorroico, nomade e sfregiato, accolto in un reparto Neuro-deliri dove stazionano tre Guardiani, un dottore-Teseo e una suora-Ismene. La tragedia sofoclea Edipo a Colono, ovvero il concludersi del lungo e tormentato esodo di un sovrano parricida e incestuoso, è, in questa Serata a Colono, un calvario rivissuto oggi con scabri accenti misti a deliri d’alta e remota nobiltà violata, con l’Edipo attuale pervaso da un dolore furioso, affetto da miraggi. La trepida pietà letteraria di Elsa Morante somatizza nel Coro dei ricoverati, e nei dialoghi, citazioni da discorsi politici e militari, da canti atzechi, da un blues di forzati, dall’Inno dei Morti ebraico, dalla Bibbia, dai Veda, da Allen Ginsberg, da Hölderlin. In questo contesto di sciatto pronto soccorso medico e di echi invece ispirati e mitici, l’Edipo cieco assurto a nostro contemporaneo, reduce da chilometri e chilometri di pellegrinaggio, senza pace come da profezia, reclama-declama d’aver “visto” l’inanità di grattacieli di vetro, di navi lunari e di Hiroshime, e non sa più se la città della peste, se la peste ontologica che sparge angoscia sia “conseguenza dell’infamia, o sua causa, o suo pretesto, o un suo sogno”».

Mario Martone e Carlo Cecchi hanno più volte lavorato insieme, su tutte spicca il film Morte di un matematico napoletano, vincitore del Gran Premio della Giuria alla Mostra del Cinema di Venezia nel ’92. Martone si è confrontato numerose volte con la tragedia greca e in particolare col mito di Edipo: ricordiamo I sette contro Tebe a Napoli nel ’97 (spettacolo da cui scaturì il film Teatro di guerra); l’Edipo re al Teatro Argentina nel 2000 e l’Edipo a Colono al Teatro India replicato per tre stagioni, dal 2004 al 2006, entrambe produzioni del Teatro di Roma; e l’opera Antigone di Ivan Fedele andata in scena in prima assoluta al Maggio musicale fiorentino nel 2007. Il regista, nell’affrontare La serata a Colono della Morante, scrive: «Si tratta del testo più misterioso e inafferrabile che abbia mai avuto tra le mani, indefinibile già nella forma, trattandosi allo stesso tempo di un monologo, un poema, una commedia, una tragedia, un melodramma, una drammaturgia da grande avanguardia del ‘900, un testo dalla struttura poetica precisa e implacabile alla quale ci si deve affidare ad occhi chiusi».

Nel cast artistico figurano il Premio Oscar Nicola Piovani, che sarà l’autore delle musiche, e Sergio Tramonti, assiduo collaboratore di Martone da più di dieci anni, entrambi legati all’esperienza del Gran Teatro di Cecchi e di Elsa Morante.

La tournée dello spettacolo:
30 gennaio – 17 febbraio 2013 | Teatro Argentina – Roma
19 febbraio – 3 marzo 2013 | Piccolo Teatro (Teatro Grassi) – Milano
7 – 8 marzo 2013 | Residenztheater (Marstall Theater) – Monaco di Baviera
12 marzo 2013 | Teatro Asioli – Correggio
14 – 17 marzo 2013 | Teatro Storchi – Modena
19 – 24 marzo 2013 | Teatro della Pergola – Firenze
26 marzo 2013 | Teatro Comunale – Mirano
4 – 7 aprile 2013 | Teatro delle Muse – Ancona

INFO BIGLIETTERIA:
Ufficio promozione Teatro di Roma: tel. 06.684.000.346 www.teatrodiroma.net
Biglietteria Teatro Argentina: tel.06.684.000.311(ore 10-14/15-19 lunedì riposo)
Orari: martedì, mercoledì, venerdì ore 21 – giovedì e domenica ore 17 – sabato ore 19
Durata spettacolo: 1 ore e 30 minuti senza intervallo
Costi: biglietto intero €27 platea palchi €22 galleria €16 – ridotti da €22 a €13 (senza prevendita)

INFO STAMPA:
Ufficio Stampa Teatro di Roma:
tel.06.684.000.308 – mail. ufficiostampa@teatrodiroma.net
Ufficio Stampa Teatro Stabile di Torino:
Carla Galliano (Responsabile), Simona Carrera
tel. 39 011 5169414 – 5169435 – mail galliano@teatrostabiletorino.it- carrera@teatrostabiletorino.it

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