l farmacista di Ilhéus

Da sempre, gli scrittori del Meridione, raccontano storie significative, senza le quali molte delle nostre realtà andrebbero perdute. Vincenzo Celano appartiene a questo novero. Teatro delle sue trame è Castelluccio Inferiore, in Lucania, dove è nato e vive. Ama definirsi “navigatore di boschi”, rifugio ideale di filosofi, santi e creativi. Celano, autore di diverse opere, con le quali ha conseguito prestigiosi premi, è stato definito, da scrittori e critici, un narratore simile a Verga. Impressione che si può avere al primo impatto, ma se approfondiamo le sue tematiche ed ambientazioni, ci rendiamo conto che ha somiglianza più con David Herbert Lawrence, che non con l’autore de “I Malavoglia”.

Infatti, l’erotismo è alla base delle sue storie. Non quello ostentato e compiacente della pornografia, bensì quello che scaturisce dall’essenza della vita. Non a caso, a inizio del suo nuovo libro, “Il farmacista di Ilhèus”, cita una frase di Enzo Siciliano tratta da “Cuore e fantasmi”: “La forza del sesso è una radice, la radice di noi stessi”. In questa prova, più che in quelle passate, Celano affronta l’argomento del sesso, trasferendosi dalla terra nativa, dove la passione amorosa è tenuta celata come una colpa, in Brasile, nella zona di Bahia.

Protagonista è un giovane, affetto da una diversità imbarazzante e ossessiva: le sue dimensioni sessuali sono fuori misura, fino ad essere afflitto dalla cosiddetta sindrome asinina. Scoperto in questa sua anomalia, da un gruppo di giovani donne durante una gara denominata stiracchiuli (corsa di ragazzi nudi), riparato in una stalla, dove si trova una giumenta in estro, verso la quale riscopre la sua natura animale, imbarcatosi come clandestino da Napoli, emigra in Brasile.

Viaggio doloroso. Soffre di mal di mare. Giunto in Brasile, conoscerà un pittore, che ha fatto suo il pensiero di Nietzsche: “Bisogna avere ancora un caos dentro di sé per partorire una stella danzante”. Stella che partoriranno entrambi. Il pittore coi dipinti, il giovane con le imprese erotiche, fonte di piacere, denaro e malinconia. Gli è proibito il vero amore, e nessuno lo salverà dalla dannazione. Divenuto ricco, per aver ereditato una farmacia, finirà in miseria come lo era prima di conoscere il Brasile e le sue donne, delle quali, senza scadere nella volgarità, ne racconta l’ amore, con fiammate degne de “L’amante di Lady Chatterley”.

 

Vincenzo Celano

Giornalista e scrittore, Vincenzo Celano (classe 1935) risiede in Lucania, a Castelluccio Inferiore, dove è nato e si occupa di problemi socio-culturali, di regia teatrale dialettale e del recupero e valorizzazione delle tradizioni popolari. Naturalista, che ama dichiararsi semplicemente “navigatore di boschi”, vive con il cruccio di non sapere quante migliaia di chilometri ha percorso a piedi da quando ha cominciato a camminare.

Nel 1981, con l’inedito Non alghe d’oro ma frutti di vivissimo fuoco ha vinto il premio di poesia Città di Legnano-Giuseppe Tirinnanzi e, nel 1989, ha pubblicato presso l’editore Manni la raccolta di racconti I pesci non hanno oroscopo per la sera. Nel 2006, il Museo Civico di Storia Naturale della Città di Jesolo gli ha conferito la medaglia d’oro con diploma di merito alla carriera letteraria. Per i tipi di Edigrafema, nel 2013 è uscito il suo romanzo L’animale a sei zampe, che ha ricevuto il premio letterario nazionale Carlo Levi.

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Giovane Holden edizioni

 

Isbn: 978-88-6396-870-5

Pagine: 88

Prezzo: euro 15,00

 

Un narratore passionale e misterioso che racconta l’uomo e la natura con la veemenza di Verga e l’erotismo di Lawrence” – Raffaele Nigro

 

Vincenzo Celano è un narratore naturale

Mauro Francesco Minervino

 

Vincenzo Pardini, QN, 17 settembre

 

Per copie stampa/interviste:

Ufficio stampa Anna Maria Riva – 3290974433 – riva.amb@gmail.com

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