Il Museo Barracco apre i suoi scrigni: presentazione della trascrizione e traduzione dei Diari di Ludwig Pollak

Roma, 21 febbraio 2018 – In occasione dei 150 anni dalla nascita di Ludwig Pollak, nato a Praga nel 1868 e deportato verso i campi di sterminio di Auschwitz il 16 ottobre 1943 (il famoso “sabato nero” del rastrellamento nazista a Roma), la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali ha sottoscritto una Convenzione con l’Istituto Italiano di Studi Germanici per la trascrizione, entro settembre 2018, dei primi 5 volumi dei 25 totali che compongono i suoi Diari, nella loro integrità ancora inediti.

La presentazione di questo importante progetto, che si terrà mercoledì 21 febbraio alle 11.30 presso il Museo di Scultura Antica Giovanni Barracco, è promossa dall’Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e dall’Istituto Italiano di Studi Germanici. In occasione dell’incontro, la stampa potrà ammirare da vicino gli affascinanti scritti, diverse lettere, foto completamente inedite (tratte dall’archivio privato di Ludwig Pollak) cimeli e rari volumi, arrivati in eredità al Museo Barracco nel corso degli anni Cinquanta, per volontà della cognata, sua unica parente sopravvissuta allo sterminio.

Tutti i 25 Diari di Ludwig Pollak devono essere urgentemente trascritti dal tedesco per motivi di conservazione, in quanto redatti sia ad inchiostro sia a matita, in modo a volte difficilmente leggibile, in una scrittura non più in uso dal 1945 e ormai di difficile decifrazione. A questo scopo la Sovrintendenza Capitolina e l’Istituto Italiano di studi Germanici intendono aprirsi alla collaborazione di altri partner, italiani e/o stranieri, in grado di sostenere, anche economicamente, l’oneroso progetto di trascrizione, traduzione in inglese ed edizione critica dell’intero corpus dei preziosi Diari.

Sulla base della Convenzione già stipulata l’Istituto Italiano di Studi Germanici – ente di ricerca del MIUR che si occupa in modo particolare della conoscenza e dello studio dei paesi nordici e delle interazioni culturali tra l’Italia e i paesi germanofoni – ha conferito, tramite un concorso pubblico, un assegno di ricerca per la trascrizione dei primi 5 Diari, nella prospettiva di un’edizione critica congiunta. La Sovrintendenza Capitolina, a sua volta, si farà carico della traduzione in inglese dei Diari trascritti, in vista della loro edizione definitiva in lingua tedesca e inglese.

Per la loro trascrizione è stato istituito un gruppo coordinato di archeologi, germanisti e storici, che curerà la corretta edizione integrale del testo e la loro traduzione in lingua inglese, per consentirne la diffusione oltre la cerchia dei germanofoni e degli esperti

Presso il Museo Barracco sono oggi custoditi la Biblioteca e l’Archivio di Ludwig Pollak, parte della sua corrispondenza, circa 1700 fotografie di opere d’arte, documenti di studio e personali, numerosi appunti e alcuni scritti inediti. L’Archivio comprende anche una serie di 25 taccuini manoscritti, recanti un diario quasi quotidiano dello studioso. Questi Diari, di varie dimensioni, sono redatti in tedesco, nell’antica scrittura corsiva non più in uso e di difficile lettura denominata Kurrent, e coprono un periodo che va dal 1893 fino al 1932 (purtroppo vennero sequestrati e poi perduti quelli a partire dal 1933). I volumi superstiti sono stati finora studiati unicamente dalla germanista Margarete Merkel Guldan, che ne ha tratto materia per una fondamentale monografia in lingua tedesca sulla vita professionale del Pollak, edita nel 1988. La monografia trascrive però in modo solo parziale il testo originale dei Diari, che dunque nella loro integrità sono ancora inediti.

Data la fitta rete di relazioni scientifiche intessute dal Pollak con gli ambienti più qualificati dell’archeologia e del collezionismo della sua epoca, i Diari rappresentano una fonte preziosa di informazioni sia per la storia dell’archeologia sia per la storia del commercio antiquario tra Otto e Novecento, che vede Roma al centro del mercato internazionale di antichità. È questo un periodo in cui la capitale si trova in piena trasformazione urbanistica, con sventramenti e nuove edificazioni che riportano in luce una messe di importanti ritrovamenti archeologici in assenza di adeguate leggi di tutela, coincidenza che ha consentito – del tutto legalmente nel caso di Pollak – il commercio internazionale del nostro patrimonio artistico.

Ma i Diari Pollak rappresentano una fonte di grande interesse anche per altre discipline: si tratta di documenti insostituibili per gli jewish e cultural studies perché definiscono l’affermazione di una nuova figura di conoscitore d’arte, con formazione accademica e interessi mercantili, e delineano un interessante caso di integrazione ebraica in Italia e nella cultura internazionale.

Oltre ad essere stato il primo direttore onorario del Museo Barracco, Pollak fu un grande protagonista dell’archeologia europea tra Otto e Novecento. Ebreo praghese formatosi nella Vienna di fine Ottocento, fu sia archeologo sia mercante d’arte. Grande conoscitore di antichità, uno dei maggiori della sua epoca, fu consulente dei più noti collezionisti europei e americani: Carl Jacobsen, industriale proprietario delle birrerie Carlsberg e fondatore dellaNy Carlsberg Glyptotek di Copenhagen; John Pierpont Morgan, il grande banchiere americano; aristocratici russi come il conte Stroganoff; lo stesso Giovanni Barracco; gli agenti del Metropolitan di New York; i Rothschild e un collezionista “anomalo” come Sigmund Freud, con il quale ebbe una breve ma intensa frequentazione a Vienna negli anni della prima guerra mondiale, e molti altri le cui collezioni sono oggi nei maggiori musei del mondo o anche disperse alla morte dei raccoglitori.
Come archeologo Pollak è oggi ricordato – tra le molte sue scoperte – per aver rinvenuto e riconosciuto il braccio perduto del Laocoonte vaticano, permettendone l’esatta ricomposizione; per aver ricostruito il gruppo di Atena e Marsia di Mirone (l’Atena, già di proprietà del Pollak, è oggi al Liebieghaus di Francoforte); per aver valorizzato la cosiddetta Fanciulla di Anzio, oggi al Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo.
Roma, 21 febbraio 2018 – In occasione dei 150 anni dalla nascita di Ludwig Pollak, nato a Praga nel 1868 e deportato verso i campi di sterminio di Auschwitz il 16 ottobre 1943 (il famoso “sabato nero” del rastrellamento nazista a Roma), la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali ha sottoscritto una Convenzione con l’Istituto Italiano di Studi Germanici per la trascrizione, entro settembre 2018, dei primi 5 volumi dei 25 totali che compongono i suoi Diari, nella loro integrità ancora inediti.

La presentazione di questo importante progetto, che si terrà mercoledì 21 febbraio alle 11.30 presso il Museo di Scultura Antica Giovanni Barracco, è promossa dall’Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e dall’Istituto Italiano di Studi Germanici. In occasione dell’incontro, la stampa potrà ammirare da vicino gli affascinanti scritti, diverse lettere, foto completamente inedite (tratte dall’archivio privato di Ludwig Pollak) cimeli e rari volumi, arrivati in eredità al Museo Barracco nel corso degli anni Cinquanta, per volontà della cognata, sua unica parente sopravvissuta allo sterminio.

Tutti i 25 Diari di Ludwig Pollak devono essere urgentemente trascritti dal tedesco per motivi di conservazione, in quanto redatti sia ad inchiostro sia a matita, in modo a volte difficilmente leggibile, in una scrittura non più in uso dal 1945 e ormai di difficile decifrazione. A questo scopo la Sovrintendenza Capitolina e l’Istituto Italiano di studi Germanici intendono aprirsi alla collaborazione di altri partner, italiani e/o stranieri, in grado di sostenere, anche economicamente, l’oneroso progetto di trascrizione, traduzione in inglese ed edizione critica dell’intero corpus dei preziosi Diari.

Sulla base della Convenzione già stipulata l’Istituto Italiano di Studi Germanici – ente di ricerca del MIUR che si occupa in modo particolare della conoscenza e dello studio dei paesi nordici e delle interazioni culturali tra l’Italia e i paesi germanofoni – ha conferito, tramite un concorso pubblico, un assegno di ricerca per la trascrizione dei primi 5 Diari, nella prospettiva di un’edizione critica congiunta. La Sovrintendenza Capitolina, a sua volta, si farà carico della traduzione in inglese dei Diari trascritti, in vista della loro edizione definitiva in lingua tedesca e inglese.

Per la loro trascrizione è stato istituito un gruppo coordinato di archeologi, germanisti e storici, che curerà la corretta edizione integrale del testo e la loro traduzione in lingua inglese, per consentirne la diffusione oltre la cerchia dei germanofoni e degli esperti

Presso il Museo Barracco sono oggi custoditi la Biblioteca e l’Archivio di Ludwig Pollak, parte della sua corrispondenza, circa 1700 fotografie di opere d’arte, documenti di studio e personali, numerosi appunti e alcuni scritti inediti. L’Archivio comprende anche una serie di 25 taccuini manoscritti, recanti un diario quasi quotidiano dello studioso. Questi Diari, di varie dimensioni, sono redatti in tedesco, nell’antica scrittura corsiva non più in uso e di difficile lettura denominata Kurrent, e coprono un periodo che va dal 1893 fino al 1932 (purtroppo vennero sequestrati e poi perduti quelli a partire dal 1933). I volumi superstiti sono stati finora studiati unicamente dalla germanista Margarete Merkel Guldan, che ne ha tratto materia per una fondamentale monografia in lingua tedesca sulla vita professionale del Pollak, edita nel 1988. La monografia trascrive però in modo solo parziale il testo originale dei Diari, che dunque nella loro integrità sono ancora inediti.

Data la fitta rete di relazioni scientifiche intessute dal Pollak con gli ambienti più qualificati dell’archeologia e del collezionismo della sua epoca, i Diari rappresentano una fonte preziosa di informazioni sia per la storia dell’archeologia sia per la storia del commercio antiquario tra Otto e Novecento, che vede Roma al centro del mercato internazionale di antichità. È questo un periodo in cui la capitale si trova in piena trasformazione urbanistica, con sventramenti e nuove edificazioni che riportano in luce una messe di importanti ritrovamenti archeologici in assenza di adeguate leggi di tutela, coincidenza che ha consentito – del tutto legalmente nel caso di Pollak – il commercio internazionale del nostro patrimonio artistico.

Ma i Diari Pollak rappresentano una fonte di grande interesse anche per altre discipline: si tratta di documenti insostituibili per gli jewish e cultural studies perché definiscono l’affermazione di una nuova figura di conoscitore d’arte, con formazione accademica e interessi mercantili, e delineano un interessante caso di integrazione ebraica in Italia e nella cultura internazionale.

Oltre ad essere stato il primo direttore onorario del Museo Barracco, Pollak fu un grande protagonista dell’archeologia europea tra Otto e Novecento. Ebreo praghese formatosi nella Vienna di fine Ottocento, fu sia archeologo sia mercante d’arte. Grande conoscitore di antichità, uno dei maggiori della sua epoca, fu consulente dei più noti collezionisti europei e americani: Carl Jacobsen, industriale proprietario delle birrerie Carlsberg e fondatore dellaNy Carlsberg Glyptotek di Copenhagen; John Pierpont Morgan, il grande banchiere americano; aristocratici russi come il conte Stroganoff; lo stesso Giovanni Barracco; gli agenti del Metropolitan di New York; i Rothschild e un collezionista “anomalo” come Sigmund Freud, con il quale ebbe una breve ma intensa frequentazione a Vienna negli anni della prima guerra mondiale, e molti altri le cui collezioni sono oggi nei maggiori musei del mondo o anche disperse alla morte dei raccoglitori.

Come archeologo Pollak è oggi ricordato – tra le molte sue scoperte – per aver rinvenuto e riconosciuto il braccio perduto del Laocoonte vaticano, permettendone l’esatta ricomposizione; per aver ricostruito il gruppo di Atena e Marsia di Mirone (l’Atena, già di proprietà del Pollak, è oggi al Liebieghaus di Francoforte); per aver valorizzato la cosiddetta Fanciulla di Anzio, oggi al Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo.

Il Museo Barracco apre i suoi scrigni: presentazione

della trascrizione e traduzione dei Diari di Ludwig Pollak

Redatti nell’antica scrittura “Kurrent” e in gran parte inediti, sono una rara fonte di notizie sulla storia dell’archeologia e del commercio antiquario

 

Info:

 

mercoledì 21 febbraio ore 11.30

Museo di Scultura Antica Giovanni Barracco

Corso Vittorio Emanuele 166/A 060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 19.00), www.museiincomune.it; www.museobarracco.it

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