“Goghgauguin”, un dipinto teatro, un racconto poetico

Il grande pittore olandese Vincent Van Gogh, affermava .”Prima sogno i miei dipinti, poi dipingo i miei sogni.”

Per lui la pittura era affermazione del suo io,  pura esplosione di passione e vitalità, era la sua vita, faceva un tutt’uno come un calco antico con la sua anima e da essa partiva, dipartiva e ritornava, silenziosa e si rannicchiava in essa.

Diceva:”La tua professione non è ciò che ti fa portare a casa la tua paga. La tua professione è ciò che sei stato messo al mondo a svolgere con tale passione e intensità che diventa spirituale nella sua chiamata”

A Roma Van Gogh si racconta nello spettacolo di  Biancanives Togliani “Goghgauguin”

Quello di Biancanives Togliani è un teatro che parla di pittura, di arte che esprime l’arte,della vita di due artisti Vincent Van Gogh e Paul Gauguin mettendo in scena con ottimo ritmo teatrale il complesso sentimento di profonda amicizia che lega i due artisti, inficiato tuttavia dall’insopprimibile gelosia di Paul verso Vincent, che egli è costretto a riconoscere superiore a lui. In un dialogo immaginario a posteriori, i due  si raccontano e confrontano il ricordo di quel burrascoso periodo di vita in comune a cui dà il suo contributo, da saggia moderatrice ,Sien, la prostituta amante e modella di Van Gogh.

Un intervista all’autrice e regista di “Goghgauguin”, ci ha fatto entrare nella storia facendo emergere la sua grande passione per la storia dell’arte e per l’uomo Van Gogh affrontando anche un tema delicato come la sua schizofrenia che come ci dice la stessa Biancanives,”tema biografico tanto conosciuto quanto abusato come simbolo della modernità e della fragilità dell’animo umano”. L’amore che prova da sempre per il personaggio però le ha permesso di affrontare l’argomento con naturalezza, immaginando i fatti come potrebbero accadere nella vita reale, dimenticando per un attimo le regole della filologia ortodossa. Sulla scorta della documentazione storica, si è presa la libertà di ambientare in un territorio noto, un incontro a tre di pura fantasia, nel quale la figura femminile incarna la sottile linea di contatto fra due grandi e forse a volte anche incompatibili personalità, che sfiorandosi come fiammiferi potevano scatenare incendi divampanti nel territorio infiammabile della storia dell’arte.

Il dramma di Biancanives Togliani racconta di quando i destini di Vincent Van Gogh, Paul Gauguin e Sien Hoornik si incrociarono nel periodo della Casa Gialla ad Arles dando vita ad un ménage à troi e parlare della personalità bipolare di Van Gogh fatta di vette euforizzanti e di baratri oscuri facendo emergere comunque uno spirito puro significa esplorare le sue reazioni alla vita dal punto di vista dell’autrice e questo non può prescindere dal considerare anche l’amore; quello immenso per l’arte e quelli non meno importanti per l’amico e per una donna.

Un testo “Goghgauguin” che frulla nella testa di Biancanives da quando studiava regia in Accademia a Londra e invece di dettare il contenuto di un libro a sua scelta ha preferito tentare di portare su carta questa idea che la accompagnava da tempo. Idea che la porta al premio Fersen, che ha rappresentato per lei un’immensa gratificazione e l’ha fatta sperare di poter lavorare per il teatro come autrice di testi.

Le abbiamo chiesto se si sentiva più ribelle,anticonformista,geniale sensibile come Van Gogh o più pragmatica ,decorosa e convenzionale come Gauguin ma siamo in un’altra epoca e l’esistenza è costellata di altre priorità. Difficile quindi trovare una totale immedesimazione nelle personalità di questi due epigoni dell’arte. Affetto per entrambi e una nota di creatività per Sien “puttana di una certa cultura” come la definisce Paul.

Di un’altra epoca come dice Biancanives Togliani,e forse proprio per questo grandi icone di un tempo dissolte nel tempo fermato,seppure in un momento immaginario,nel testo di “Goghgauguin”, dove l’iperrealismo e i testi poco”teatrali” ci fanno vivere questi artisti immortali in un momento di eterna modernità!

 

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