In bicicletta verso una mobilità più sostenibile: approvata la Legge Quadro sulla Mobilità Ciclistica

È stata approvata al Senato, nella tarda serata del 21 dicembre, la prima Legge Nazionale sulla Mobilità Ciclistica: un momento storico per quanti hanno sempre creduto, sostenuto e lavorato per ottenere tale riconoscimento. Tra questi la FIABFederazione Italia Amici della Bicicletta, di cui la presidente Giulietta Pagliaccio ha commentato così l’accadimento:

Il risultato di oggi è quindi frutto di un lavoro di tanti, che ha radici lontano nel tempo, oltre 30 anni. Questa Legge ha raggiunto l’unanimità dei consensi e dimostra che finalmente sono stati abbattuti steccati ideologici su un argomento, quello della mobilità ciclistica, che deve essere patrimonio di tutti.

Insomma, si parla di una legge che finalmente sancisce la bicicletta quale vero e proprio mezzo di trasporto per le persone e non semplice passatempo da domenica fuori città, che, al pari degli altri, ora è pienamente inserito nelle attività di sviluppo del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Come si può leggere nella parte iniziale dell’articolo 1:

La presente legge persegue l’obiettivo di promuovere l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto sia per le esigenze quotidiane sia per le attività turistiche e ricreative, al fine di migliorare l’efficienza, la sicurezza e la sostenibilità della mobilità urbana, tutelare il patrimonio naturale e ambientale, ridurre gli effetti negativi della mobilità in relazione alla salute e al consumo di suolo, valorizzare il territorio e i beni culturali, accrescere e sviluppare l’attività turistica, in coerenza con il piano strategico di sviluppo del turismo in Italia […]

Questa legge è sicuramente un passo in avanti nella storia del nostro Paese, che è sempre stato arretrato sul tema rispetto al resto dell’Europa. Anche se, per amor di verità, bisogna fare qualche precisazione utile. Ad esempio, come ci tiene a comunicare la FIAB, alcune delle cose più rilevanti risultano essere state eliminate dal progetto originario: la direzione per la mobilità ciclistica, prevista presso il Mit, che aveva il compito della “governance” e del monitoraggio dei Piani; i meccanismi di finanziamento a livello nazionale; la previsione di un sistema di segnaletica specifica, che consentirebbe di realizzare ciclovie con una spesa notevolmente inferiore.

Dunque, questa legge definisce l’infrastrutturazione e i provvedimenti necessari per la mobilità ciclistica. Ma la questione della sicurezza dei ciclisti, così come degli altri utenti della strada, resta oscura e in cantiere in un’altra proposta di riforma che giace ancora ferma al Senato. Molti provvedimenti attesi, come ad esempio il “senso unico eccetto bici”, sono in questa proposta, ma non nella Legge Quadro appena approvata dalla Camera. Per un codice di sicurezza univoco ed efficace bisognerà ancora aspettare. Peccato, poiché dovrebbe essere un argomento prioritario sopra ogni intervento strutturale.

Un’altra occasione mancata (o sprecata?) per l’Italia?

Per restare aggiornati sugli eventi e gli sviluppi futuri, si consiglia di seguire la FIAB, Federazione Italia Amici della Bicicletta, sui canali di comunicazione social e sul sito www.fiab-onlus.it/bici

Ufficio Stampa FIAB-Federazione Italiana Amici della Bicicletta – Dragonetti&Montefusco Comunicazione T 02 48022325; ufficio-stampa@fiab-onlus.it

Related Posts

di
Previous Post Next Post

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

0 shares