Attacco ad Istanbul

E’ la sera del 28 giugno 2016 un attentato suicida all’aeroporto Ataturk di Istanbul (Turchia) provoca 41 morti (13 sono stranieri) e 239 i feriti accertati (di cui 109 già dimessi dagli ospedali). Tre attentatori armati di kalashnikov sono arrivati in taxi intorno alle 22 locali ai controlli di sicurezza nella zona degli arrivi dello scalo. Hanno aperto il fuoco nel terminale dei voli internazionali e poi si sono fatti esplodere durante lo scontro a fuoco con la polizia. Secondo le fonti della polizia il commando sarebbe stato formato da 7 persone (di cui 3 sarebbero in fuga e una arrestata) e pur non essendo certi poiché non è stata ancora rivendicata nulla esclude che sulla strage ci sia lo “zampino” dello Stato Islamico. Il primo ministro turco Yildirim ha sottolineato che l’attacco arriva in un momento particolare per la Turchia poiché sta avendo successo sia nella lotta contro il terrorismo sia nella continua ricerca di normalizzare i rapporti con paesi come Russia o Israele. Lentamente la vita continua infatti l’aeroporto è stato parzialmente riaperto ma almeno un terzo dei voli sono stati cancellati e sono numerosi i ritardi. Nell’ultimo anno ci sono stati 10 attentati in Turchia nello specifico ad Ankara e Istanbul. Solo 20 giorni fa Istanbul è stata al centro di un altro attacco bomba vicino all’Università statale dove hanno perso la vita 12 persone (rivendicato dal gruppo estremista curdo Tak); gennaio e marzo altre 2 azioni terroristiche (Isis) e la stessa capitale Ankara ha subito prima il 17 febbraio e poi il 13 marzo altri attacchi. Questo ennesimo attacco rischia di dare il colpo decisivo non solo al turismo ma anche ad una nazione che con tutte le sue forze e possibilità sta cercando un riscatto e una rinascita per le guerre e sofferenze interne ed esterne al proprio popolo.

Noemi Deroma

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