Torna in libreria la scrittrice spagnola Alice Giménez-Bartlett con il ‘suo’ caro serial killer

La vita è strana, a volte, o meglio, la vita è quasi sempre strana. Per moltissimo tempo ti sembra di non invecchiare affatto e poi un bel giorno, davanti allo specchio, ti accorgi che gli anni ti sono piombati addosso tutti insieme”.

È invecchiata Petra Delicado, ispettrice di polizia a Barcellona creata, anni fa, dalla penna spagnola di Alice Giménez-Bartlett; sente su di lei il peso e la stanchezza degli anni passati velocemente, tra mille indagini e avventure, sempre in coppia con il viceispettore Fermìn Garzon.

L’avevavamo lasciata, parecchi romanzi fa, come una piacente donna quarantenne, divorziata e single, e la ritroviamo, oggi, una cinquantenne che guarda ora, il suo corpo con diffidenza, mentre vede i segni lasciati dallo scorrere della vita.

Ma non ha il tempo per arrovellarsi la mente, per struggersi sul tempo passato, ha un’altra indagine ancora da seguire, è il suo lavoro che la sta chiamando.

Inizia così, l’ultima fatica letteraria della giallista spagnola Alice Giménez-Bartlett, che ha dato vita al romanzo “Mio caro serial killer”, edito, per l’Italia, da Sellerio.

Per gli amanti del genere, un’altra appassionante indagine in salsa spagnola, ricca di colpi di scena, che sa come incollare il lettore al romanzo, con quel tocco così femminile, che non dà mai troppo spazio alla violenza gratuita, solo per creare l’effetto.

Per gli aficionados di Bartlett, un’altra avventura seguendo il passo della loro beniamina, quella Petra Delicado, che, in buona sostanza assomiglia un po’ al nostro Montalbano, in gonnella, però, e trapiantato dalla Sicilia alla Catalogna.

Carattere forte, duro, ruvido quello dell’ispettrice, arguta e intelligente, e sempre così troppo presa dalle indagini, da lasciar spazio ad una propria vita personale, ma sempre in coppia con Fermìn Garzon, il viceispettore puntiglioso e brontolone, con cui è nata un’alchimia caratteriale straordinaria, nel corso di tante indagini effettuate insieme, e tanti romanzi fa.

In quest’ultima loro avventura avranno accanto il giovane ispettore Roberto Fraile dei Mossos d’Esquadra, a cui sono affidate le indagini.

Lui molto più giovane della strana coppia, e con meno esperienze sul campo; lui logico e razionale, loro intuitivi ed istintivi; lui rigoroso al lavoro, loro che si concedono troppo spesso puntate all’osteria per gustarsi tapas e bicchieri di vino. Due generazioni diverse, due sensibilità diverse, che dovranno lavorare sullo stesso caso, insieme, tra mille incomprensioni, buffe discussioni e mille equivoci, in un’indagine che si fa sempre più inquietante e delicata.

Già perché c’è da smascherare un pericoloso serial killer che sta mietendo vittime tra donne single, assassinate brutalmente e sfigurate in volto, lasciando accanto al cadavere una lettera d’amore.

«Cara Pauline, sai che ti ho amato moltissimo e che ti amo ancora. Tu invece non mi ami più e io non ho avuto altra scelta se non quella di ucciderti», firmato: Demostene.

Pauline, e poi, Aurora, una ragazza ecuadoregna che lavora come badante, entrambe uccise in casa loro, entrambe brutalmente sfigurate, entrambe lasciate lì con accanto una sola lettera d’amore.

Le indagini condurranno i nostri protagonisti sulle tracce di una misteriosa agenzia matrimoniale, a cui le ragazze si erano rivolte per trovare il loro amore; un’agenzia dallo strano nome ‘Vita futura’, ma praticamente, fantasma, perché di essa non c’è alcuna traccia.

Ma è comunque l’unico legame per individuare il pericoloso serial killer e fermarlo prima che uccida ancora.

Un’indagine serrata e avvincente, nel mondo dei vuoti esistenziali, tra play boy da strapazzo, donne deluse dalla vita, in lotta contro la loro profondissima e insondabile solitudine, e chi di questa loro solitudine se ne approfitta, ingannandole.

Un romanzo avvincente, ma lento nella lettura, dove ritroviamo l’ironia, la perspicacia psicologica e gli sfondi sociali e di costume, che sono i veri marchi di fabbrica della scrittrice spagnola, così tanto amata dai suoi lettori.

Un racconto sincero e realistico nel mondo dei cuori solitari, questo scritto da Alice Giménez-Bartlett, alla ricerca di un assassino che della disperazione umana femminile se ne approfitta, con l’inganno e la brutale violenza, alleggerito dagli spassosi, continui, battibecchi tra Petra Delicado ed il povero Fermìn Garzon, con l’esterrefatto giovane Roberto Fraile a far da contraltare con la sua ferrea logica.

E “sarebbero passati giorni, forse mesi, prima che riuscissi a dissipare i miasmi di quell’imbroglio mostruoso e miserabile. Non era facile dimenticare quel caro assassino che poi erano diventati due. E neanche l’ometto che assassino non era ma collezionava donne come cartoline. Camminai lentamente per le strade. Respirai, sospirai. Chiunque mi avesse visto poteva prendermi per una delle tante donne sole che popolano la città senza che nessuno si accorga mai di loro”.

 

 

 

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