EDEN Cuno Amiet a Mendrisio

Dal 22 ottobre 2017 al 28 gennaio 2018, il Museo d’arte di Mendrisio ospita la mostra Il paradiso di Cuno Amiet, da Gauguin a Hodler, da Kirchner a Matisse, la prima rassegna dedicata, in Italia, al pittore post-impressionista svizzero Cuno Amiet (Soletta, 1868 – Oschwand, Berna, 1961).

Formatosi presso l’Accademia di Belle Arti di Monaco di Baviera, nel 1888, Amiet si trasferì, assieme al collega e amico Giovanni Giacometti (Borgonovo di Stampa, 1868 – Glion, 1933), a Parigi, che lasciò, nel 1891, per Pont-Aven. Qui, il contatto con il gruppo dei Nabis e, in particolare, con Armand Seguin (Parigi, 1869 – Châteauneuf-du-Faou, 1903) e Émile Bernard (Lilla, 1868 – Parigi, 1941) lo incoraggiò ad approfondire il proprio innato talento per il colore – talento che, una decina di anni più tardi, gli avrebbe guadagnato un posto fra i primissimi esponenti dell’Espressionismo tedesco. Fino agli anni ’20, la pittura di Amiet si colloca nel panorama artistico europeo come un’accogliente “terra di mezzo”, liberamente attraversata e fecondata da tutte le principali esperienze d’Avanguardia a cavallo fra Ottocento e Novecento, una terra, proprio come la Svizzera, “bilingue”, dove il linguaggio francese di Gauguin, dei Nabis e dei Fauves si alterna (talvolta fino a fondersi) a quello tedesco, usato, a Dresda, dal Ponte (die Brücke) e, a Monaco, dal Cavaliere Azzurro (der Blaue Reiter). Accanto al suo maestro e amico Ferdinand Hodler (Berna, 1853 – Ginevra, 1918), massimo rappresentane della pittura elvetica di area tedesca, Cuno Amiet, illuminato profeta del ritorno all’ancestrale armonia fra uomo e natura, diviene presto un fondamentale punto di riferimento per i pittori della Svizzera francese, soprattutto con la svolta stilistica avviata dopo gli anni ’20. È, infatti, con gli inizi del decennio ’30 che, liberandosi progressivamente dell’influsso dei vari modelli, l’artista comincia a manifestare la propria ormai raggiunta autonomia espressiva. Alla “ricerca del Paradiso perduto”, percorrerà, fino alla fine della sua carriera, una personalissima via verso l’astrazione, trasfigurando, mediante l’uso dei colori e della luce, i soggetti dipinti – scene di vita familiare e agreste, paesaggi della campagna bernese, nature morte –, perché appaiano, sublimati nella loro primigenia forma spirituale, come messaggeri di una terra celeste.

Con una selezione di circa settanta dipinti e sessanta opere su carta, provenienti dalla Fondazione Amiet di Oschwand e da diversi altri importanti musei della Svizzera (tra cui il Kunstmuseum di Soletta, il Kirchner Museum di Davos, il Kunstmuseum di Berna e il Kunsthaus di Zurigo), la mostra ripercorre la vicenda biografica e artistica del pittore, ponendo in particolare rilievo il passaggio dalla prima alla seconda fase della sua attività, anche attraverso il diretto confronto con gli artisti a lui contemporanei, che lo hanno ispirato. Per questa ragione, assieme ai numerosi dipinti di Amiet – tra i quali spiccano Ragazza bretone sotto gli alberi (1893), le tre versioni di Paradiso (1894-1895; 1900-1901; 1958), La ragazza gialla (1907), Nudo femminile sdraiato con fiori (1912), Autoritratto davanti a un dipinto del giardino (1919), Liette (1932) – ne sono esposti anche alcuni di Giovanni

Giacometti, Ferdinand Hodler, Paul Gauguin, Henri Matisse, Ernst Ludwig Kirchner, Alexej von Jawlensky, Marianne Werefkin, August Macke, Gabriele Münter e Ernst Morgenthaler.

La rassegna, organizzata dal Museo d’arte di Mendrisio in collaborazione c0n la Fondazione Amiet di Oschwand, è accompagnata anche dalla prima pubblicazione interamente in italiano, con i contributi di Franz Müller (curatore del catalogo ragionato dell’opera di Cuno Amiet dagli esordi al 1960 per le edizioni ISEA/SIK), Aurora Scotti, tra i maggiori studiosi di pittura italiana ed europea di fine secolo, Simone Soldini, Viola Radlach.

Il paradiso di Cuno Amiet, da Gauguin a Hodler, da Kirchner a Matisse

(22 ottobre 2017 – 28 gennaio 2018)

Museo d’arte Mendrisio,

Piazzetta dei Serviti, Mendrisio

Martedì – Venerdì 10.00 – 12.00 / 14.00 – 17.00

Sabato e Domenica 10.00 – 18.00

Lunedì chiuso (aperto per i festivi)

www.mendrisio.ch/museo

 

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