Così è (se vi pare) La verita’ allo specchio

Dal 10 aprile, alle ore 20.45 al Teatro Eliseo di Roma, Michele Placido dirige Giuliana Lojodice, Pino Micol e Luciano Virgilio in Così è (se vi pare) di Luigi Pirandello.

Al teatro Eliseo di Roma è in scena, dal 10 al 29 aprile, un grande classico del teatro pirandelliano e italiano, Così è (se vi pare), per la regia di Michele Placido. L’opera, cha appartiene al periodo maturo del teatro di Pirandello (1916-17), ha coma tema centrale l’analisi della verità. La messa in scena è splendida, con una scenografia affascinante. Un enorme specchio infranto incombe sulle teste dei protagonisti, che si muovono in un ambiente domestico, suddiviso proprio dai frammenti di vetro dello specchio, senza bisogno delle quinte. Il pavimento è inclinato verso il proscenio, verso lo spettatore. E’ come se la verità si offrisse all’osservatore, si slanciasse su di esso ma, come in uno specchio rotto, i suoi riflessi baluginano ingannevoli, la luce si rifrange in una miriade di raggi colorati. E’ assolutamente impossibile vederli tutti, così, a seconda della posizione in cui ci si trova, ne appaiono alcuni e altri scompaiono. Questo accade tra la signora Frola e il signor Ponza, i protagonisti dell’opera. Sono portatori di due verità contrapposte. Sono gli assertori di due realtà parallele che hanno la pretesa di spiegare lo stesso fatto misterioso. Chi dei due è folle? Chi di loro, distrutto dal dolore, ha perso il senno e ha creato un mondo di illusioni? E chi è la misteriosa fanciulla che vive segregata nella casa del signor Ponza, la sua seconda moglie o la figlia della signora Frola? Questo arcano terzetto ha perduto per sempre il suo passato, distrutto da un terribile terremoto. Il suo arrivo sconvolge la tranquilla rispettabilità del piccolo paese siciliano, in cui è ambientata la storia. Distrugge la serenità della casa del signor Sirelli, che viene assalita da una febbre irresistibile, la ricerca della verità. Ognuno dei personaggi ha la pretesa di conoscerla, di averla afferrata, di possederla. Solo il signor Laudisi, il cognato del signor Sirelli, ha compreso. Ha capito che essa, non è altro che il nostro riflesso in uno specchio, ognuno non vede altro che sé stesso al suo interno, così coma desidera che sia. E infine c’è lei, la Verità, che compare solo nell’ultima scena, proprio alla fine. E’ la donna misteriosa, ha il volto coperto, procede in mezzo agli spettatori e non giunge perciò dal palcoscenico. Essa è ciò che gli altri vogliono che sia e questa è l’essenza di tutta l’opera. Una menzione particolare va fatta agli interpreti dei tre personaggi principali. La splendida Giuliana Lojodice, nei panni della signora Frola, fredda ma appassionata, nasconde il suo terribile dolore, sotto un mantello di algida normalità. Pino Micol, che inscena il signor Ponza, folle, collerico, indecifrabile. Una recitazione intensa, ma mai fuori controllo. Infine Luciano Virgili, il signor Laudisi, l’alter ego di Pirandello, il portatore del suo scettico relativismo. Impersona l’ironia pirandelliana, il suo ideale, la sua poetica. L’emblema del suo personaggio, è la sonora risata che accompagna in lui la parola verità, lo scherno verso la folle ricerca di essa. Pirandello in una ripresa di Michele Placido, che propone una versione classica ma attuale di un capolavoro che non ha età. In un tempo come questo, nel quale nozioni e risposte, le cosiddette verità, sono alla portata di tutti in qualsiasi momento (su Internet, per esempio), l’opera di Pirandello ci ammonisce. La verità non è che un riflesso di noi stessi, ciò che noi vogliamo vedere. Ma quello che più conta è che, in fondo, essa non è poi così fondamentale per noi. Così è (se vi pare), per l’appunto.

Note di regia

L’incontro
Il mio primo incontro con Pirandello fu la novella la Carriola, grazie a Leonardo Sciascia . Infatti gli chiesi consiglio per il film “Mary per sempre” di cui avevo acquisito i diritti. Io parlavo, parlavo…..Sciascia fumava, fumava….e mi guardava: non mi disse nulla sul film, però mi regalò alcune novelle di Pirandello, suggerendomi di leggere in particolare “La Carriola”. La novella narra la storia di un uomo molto stimato e preso dal suo lavoro che un giorno davanti al portone di casa vede se stesso, la sua vita, ma per non riconoscersi e per non riconoscere come sua la vita che aveva vissuto fino ad allora. Insomma anche lui incontra il suo fantasma. Ho recitato questa novella almeno 800-900 volte . Quando il produttore Bellomo mi propose la regia del testo Così è ( se vi pare) ho pensato a Sciascia, a quella mattina Palermitana a casa sua in cui leggendo la sceneggiatura di “Mary per sempre” entravo nel mondo Pirandelliano.

A proposito di cannoli e dialetti
Una sera a Trento, festeggiando il successo di Così è ( se vi pare), a cena Luciano Virgilio molto affettuosamente mi sottolineò la battuta con cui inizia lo spettacolo, il cameriere di casa Agazzi dice alla padrona che “i cannoli sono finiti”. Nel testo originale ovviamente la battuta non c’è. Ed io sempre affettuosamente spiegai che come meridionale, ma soprattutto come lettore affezionato delle varie Biografie su Pirandello, avevo bisogno di quel “cannolo” per introdurmi in una casa Agrigentina anni ’60, forse proprio come l’avrebbe immaginata Pirandello. Una casa borghese in cui agiscono quei personaggi di cui egli stesso mise a nudo ipocrisie e perbenismi, con quell’umorismo a lui assai caro, per far risaltare il grottesco di quei caratteri. Ho Pensato che l’uso del colore dialettale avrebbe fatto risaltare maggiormente l’aspetto provinciale di una certa Italietta, ancora legata a reminescenze esoteriche e magiche. Non tutti sanno che Pirandello ricorda spesso una certa Maria Stella, anziana serva di casa, da cui apprese piccolino favole, preghiere , ma sopratutto racconti di spiriti. Qualcuno ha detto che siamo di fronte alla sua commedia capolavoro, un inno ai suoi personaggi martirizzati e aggiungerei un testo non solo teatrale ma anche una scrittura cinematografica, che mi fa pensare al cinema di Hitchcok ….non a caso il grande Kurosawa si è ispirato a questo testo per il suo film : RASHOMON.

Nello specchio
Quando incontrai Carmelo Giammello, lo scenografo, gli suggerii :” Caro Carmelo, rompi lo specchio del salotto di casa Agazzi e vediamo cosa succede!” il risultato è che non solo Laudisi attraverso il suo monologo , ma tutti i personaggi della commedia, vedranno il loro doppio rivelarsi nei frammenti di quello specchio. Ecco che in questa scenografia i personaggi appaiono e scompaiono senza avere la necessità delle tradizionali entrate ed uscite

La signora Frola e il signor Ponza: i sopravvissuti ?!
La signora Frola e il signor Ponza si presentano in scena come dei sopravvissuti a un terremoto, che ha cancellato i loro dati Anagrafici. A tutte le incalzanti domande degli abitanti della piccola cittadinanza che li accoglie, rispondono con delle “ verità “che si contraddicono fra di loro, facendo letteralmente impazzire i componenti e gli ospiti della famiglia Agazzi. L’unico che resta apparentemente fuori dal gioco è Laudisi che verrà in ogni caso messo in crisi anche lui dalle vicende della coppia fantasmi Frola-Ponza. Anche lui infatti si chiederà allo specchio quale sia la sua vera identità:
“Eh Caro! Chi è il pazzo di noi due? Il guaio è che, come ti vedo io, non ti vedono gli altri.”

A proposito della Signora Ponza
ATTO III Sirelli: “ ma badate bene, signori miei che una donna qualunque lassù, non ci può essere, non c’è. Io almeno dubito adesso che ci sia.”Conversando con Giuliana Loiodice e Pino Micol ci siamo chiesti: “chi è la donna particolare di cui parla Laudisi? ”. Ho accennato l’idea, anzi il tarlo, che sia la signora Frola quanto il signor Ponza nascondano nella loro follia, prima a se stessi e poi agli altri, il fantasma di una relazione padre-figlia. Quando Laudisi all’inizio del primo atto dice alla sorella Amalia e alla nipote Dina: “ sospettate forse che facciano all’amore suocera e genero?” Pirandello insinua nell’animo di tutti, spettatori compresi, una storia torbida tra il signor Ponza e la signora Frola. In definitiva qualunque siano i fatti e qualunque sia la verità, ho chiesto ai due attori di ricordare nella loro interpretazione questo sottotesto incestuoso che sarà presente qualche anno dopo nei “Sei Personaggi.”

D’altra parte Pirandello stesso fa dire alla signora Ponza nel finalissimo in tono da sfinge “Che cosa? La verità? È solo questa: che io sono si, la figlia della signora Frola, e la seconda moglie del signor Ponza.” Tutti rimangono basiti di fronte a questa battuta e tutti diranno stupiti:”oh! E come?!” la signora Ponza risponderà: ”si. E per me nessuna, nessuna.”

Michele Placido

Box informazioni:Così è (se vi pare)
di Luigi Pirandello
regia di Michele Placido
Teatro Eliseo, Via Nazionale, 184
dal 10 al 29 aprile 2012
info: 06 48 8721; 06 4882114; 06 48872222
www.teatroeliseo.it

martedì, giovedì, venerdì ore 20.45
mercoledì, domenica ore 17.00
sabato ore 16.30 e 20.45

I° Platea euro 32 – II° Platea euro 30 – Balconata euro 28
I° Galleria euro 17 – II° Galleria euro 11
Ridotto giovani e gruppi: fino al 36%
Ridotto over 65 (mercoledì e sabato pomeriggio):
fino al 22%

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