A Ravenna La Divina Commedia nelle visioni di artisti dell’Ottocento e del Novecento

In occasione del 750°anniversario della nascita di Dante Alighieri, il Museo d’Arte della Città di Ravenna ospita la mostra Divina Commedia. Le visioni di Dorè, Scaramuzza,Nattini.1

Inaugurata lo scorso 3 ottobre, l’iniziativa è curata da Stefano Roffi, e realizzata in collaborazione con la Fondazione Magnani Rocca di Mamiano di Traversetolo.

 

Dopo l’esposizione a Mamiano nel 2012, la mostra si snoda lungo l’allestimento completo di 500 opere, accompagnate da attività didattiche strutturate, indirizzate alle scuole italiane e al mondo della formazione permanente degli adulti. Alle illustrazioni di Francesco Scaramuzza e Amos Nattini si aggiungono le incisioni di Gustave Dorè: il corpus di lavori valorizza la portata della Divina Commedia all’interno della tradizione culturale del nostro paese e la sua influenza nell’immaginario collettivo. Le raffigurazioni in mostra racchiudono visioni ottocentesche e novecentesche quali spia di incubi, angosce e senso di estasi, generati dal poema dantesco, che tanto fascino ed attrattiva hanno esercitato sugli artisti nei secoli scorsi.

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La prima sezione del percorso espositivo raccoglie le illustrazioni di Amos Nattini, autore di un centinaio di tavole sul capolavoro dantesco, eseguite a partire dal 1919: il successo di quella che si rivelò una vera e propria impresa derivò in parte dalla stima e dall’appoggio di Gabriele D’Annunzio. Nattini si dedicò per vent’anni alla realizzazione alle immagini che nel 1939 finirono per confluire in una lussuosa edizione della Commedia, edita a tiratura limitata. I personaggi riproposti da Nattini sono superuomini dannunziani, immersi tra paesaggi sospesi ed onirici; il dramma, in secondo piano, trae ispirazione delle visionarie illustrazioni dantesche di William Blake, fra atmosfere evocative e fantastiche, risaltate dall’uso della tecnica ad acquerello, ripresa dallo stesso Nattini.

 

La seconda parte della mostra si compone delle raffigurazioni di Scaramuzza, risalenti agli anni Sessanta e Settanta dell’Ottocento, poste in dialogo con le coeve opere di Doré, pubblicate dal 1861 al 1868. Dopo gli affreschi per la Sala di Dante della Biblioteca Palatina di Parma, Scaramuzza inserì le tematiche dantesche nel suo Inferno, avviato nel 1865, in vista della composizione di una edizione della Commedia, come commissionato dal governo cittadino. L’interruzione del progetto editoriale dedicato al ciclo di illustrazioni di Scaramuzza non distolse l’artista dall’intento di completare il lavoro, che sfociò in una raccolta di immagini permeate di Romanticismo, toni delicati e richiami classici.

 

La rassegna antologica su temi e personaggi del Sommo Poeta si articola di lavori dalla marcata aderenza al poema dantesco, tale da permetterne un’affascinante lettura in profondità.

L’esposizione resterà aperta al pubblico fino al prossimo 10 gennaio 2016.

Per info sull’evento: www.mar.ra.it/ita/.

 

 

Clara Agostini

 

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