IL LABIRINTO E LA BIBLIOTECA Nature e Culture di Carlo Mattioli

Dal 27 maggio al 24 settembre 2017, il Labirinto della Masone di Fontanellato ospita la mostra Carlo Mattioli. Una pittura al limite della sinestesia, a cura di Sandro Parmiggiani e Anna Zaniboni Mattioli. La rassegna celebra, attraverso una sessantina dei suoi dipinti più rappresentativi, circa un trentennio (1961 – 1993) della produzione artistica del pittore Carlo Mattioli (Modena, 1911 – Parma, 1994).

Originario di Modena, Carlo Mattioli si trasferisce a Parma nel 1925, dove frequenta l’Istituto di Belle Arti e intraprende il proprio percorso artistico inizialmente ispirandosi al lavoro Giorgio Morandi. Dal 1940, partecipa con successo ad alcune edizioni successive della Biennale di Venezia e, nel 1943, tiene la prima personale presso la Galleria del Fiore di Firenze. Tra i principali riconoscimenti tributati all’artista si ricordano il “Premio del Fiorino”, nell’ambito della XV Mostra Nazionale di Firenze (1964); la nomina a membro dell’Accademia Clementina (1966) e dell’Accademia Nazionale di San Luca (1968); una grande retrospettiva allestita presso il Palazzo Reale di Milano (1985). La sua attività, prevalentemente nell’ambito del paesaggismo, attraversa l’intero spettro di possibilità fornite dall’arte, soprattutto italiana, del XX secolo. E il suo rapporto con la tela e il pennello ha avuto perciò modo di essere sottoposto a continue verifiche e accostamenti, con la libertà di assumere da ogni caso esaminato il meglio che vi si potesse riconoscere. Per questo la sua rappresentazione della natura nel genere che più la esalta, il paesaggismo appunto, è sempre problematica, quasi interdetta e tiene conto delle dimensioni della superficie da campire, così da creare equilibri che sono al tempo stesso sensibili e intellettuali. La ‘scoperta’ di Mattioli ha corrisposto a un momento di crisi dei modelli, sia di quelli ispirati alla tradizione della avanguardia che di quelli del ritorno all’ordine novecenteschi, come una terza via che non ha mancato di interessare specialmente gli artisti delle generazioni più giovani. Pieno e vuoto, colore e forme, particolari (alberi e case specialmente) si accordano spesso con uno sfondo vuoto, che ricorda addirittura certi aspetti della pittura Zen. Uno Zen, ovviamente, occidentalizzato, nel quale risuonano memorie che si estendono a Carrà e, appunto, a Morandi e ad altri pittori che si sono voluti misurare a lungo col dato di natura senza rimanervi però mai prigionieri. L’assenza, nei dipinti di Mattioli, è in realtà una presenza del suo intelletto critico, che, pur diretto al non-rappresentabile, vuol mettere lo spettatore sulle proprie tracce.

La prima sezione presenta oltre venti dipinti, diversi per temi e stile: chiari ed evanescenti Nudi coricati; Nature morte dai colori terrosi e dalle pennellate spesse; la serie dei Cestini del Caravaggio; luminosissimi Paesaggi alberati. La parte centrale è dedicata ai Ritratti, eseguiti da Mattioli già a partire dagli anni ’30. Accanto al celebre Autoritratto con Anna (1982), si possono ammirare i ritratti raffiguranti alcuni grandi artisti e critici, come Giorgio De Chirico, Renato Guttuso, Giacomo Manzù, Carlo Carrà, Roberto Longhi, Ottone Rosai e i quattro ritratti di Giorgio Morandi del 1969, esposti insieme per la prima volta. La sezione conclusiva accoglie, infine, le opere più note, i grandi Paesaggi, realizzati fra gli anni Ottanta

e l’inizio degli anni Novanta: i Campi di papaveri, i Boschi, le Ginestre, le Lavande e le Aigues Mortes.

Grazie all’impegno delle Istituzioni di Parma e dell’Archivio Mattioli, presso la Sala Dante della Biblioteca Palatina di Parma, è parallelamente allestita la mostra Nella pagina e nello spazio. Mattioli illustratore e scenografo (27 maggio – 22 settembre ), incentrata sul rapporto dell’artista con la letteratura e il teatro. Fin dagli anni Quaranta e Cinquanta, infatti, il grande interesse per la letteratura, e per la poesia in particolare, ha spinto Mattioli a dedicarsi, oltre che a quella di pittore, all’attività di illustratore, realizzando incisioni e litografie per numerosi libri, tra cui i Sonetti di Guido Cavalcanti, la Commedia dantesca, il Canzoniere di Francesco Petrarca, il Decameron di Giovanni Boccaccio, La Certosa di Parma e la Vanina di Stendhal, esposti nella prima delle due sezioni. I bozzetti di scene e costumi progettati dall’artista, fra il 1950 e il 1951, per il neoclassico Piccolo Teatro della Città di Parma del Collegio Maria Luigia, per la prima volta esibiti al di fuori dello Studio del pittore (Palazzo Smeraldi di Parma) dove sono conservati, occupano invece la seconda e ultima parte della rassegna. Sono disegni, fra gli altri, per il Trovatore di Giuseppe Verdi, la Medea di Robinson Jeffers, Nozze di sangue di Federico García Lorca, l’Incendio al teatro dell’opera di Georg Kaiser e L’importanza di chiamarsi Ernesto di Oscar Wilde. Completa la rassegna il Viaggio terrestre e celeste nella pittura, un video di 30 minuti, coprodotto dall’Archivio Carlo Mattioli e Solares Fondazione delle Arti, dedicato alla biografia e alla pittura dell’artista emiliano.

Carlo Mattioli. Una pittura al limite della sinestesia

(27 maggio – 24 settembre 2017)

Labirinto della Masone

Strada Masone 121, Fontanellato (Parma)

Tutti i giorni 10.30 – 19.00

Martedì chiuso

http://www.labirintodifrancomariaricci.it

Nella pagina e nello spazio. Mattioli illustratore e scenografo

(27 maggio – 24 settembre 2017)

Biblioteca Palatina di Parma

Strada alla Pilotta 3, Parma

Lunedì – Giovedì 9.00 – 18.00

Venerdì e Sabato 9.00 – 13.00

Oraio estivo (3 luglio – 12 agosto):

Lun, Merc, Ven, Sab 9.00 – 13.00

Martedì e Giovedì 9.00 – 18.00

http://www.bibliotecapalatina.beniculturali.it

Giada Sbriccoli

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