Ceci e Poscio: collezionisti a confronto attorno all’arte tra Guercino e De Nittis

Il valore del collezionare l’arte quale motivo dominante ispira la mostra Tra Guercino e De Nittis. Due collezioni si incontrano, inaugurata lo scorso 28 maggio a Casa de Rodis a Domodossola, già sede espositiva della collezione Poscio. Ridare luce e colori ad una parte del patrimonio artistico marchigiano danneggiato in occasione del terremoto dell’agosto 2016 è l’obiettivo di tale progetto, volto a sostenere un piano di recupero e di restauro di meraviglie andate compromesse.

L’iniziativa, che gode della collaborazione della Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno, verte su un confronto tra opere possedute da due collezionisti italiani dagli affini interessi artistici: da un lato, Antonio Ceci (1852-1920), chirurgo marchigiano, riconosciuto durante la propria epoca come uno dei maggiori esperti nel campo della clinica chirurgica; dall’altro, Alessandro Poscio (1928-2013), imprenditore edile, insieme alla moglie Paola in contatto con artisti diversi, in particolare con il pittore divisionista Carlo Fornara.

La passione e la cura riservate ai dipinti ed ai disegni collezionati e presenti in mostra sono tratti comuni ai due uomini, che prediligono paesaggi e vedute sulla natura vicina all’uomo, oltre a ritratti e soggetti umani dagli sguardi sottili.

Da Ascoli Piceno, tra le opere un tempo possedute da Ceci ed esposte a Casa de Rodis, si segnala un corpus di disegni realizzati da Pietro da Cortona, Guercino, Luca Giordano e Domenico Morelli. Accanto a questi, figurano alcune tele di paesaggi ad olio eseguite da Alessandro Magnasco e Francesco Zuccarelli, la Passeggiata amorosa di Pelizza da Volpedo, e la Pax di Luigi Nono.

La collezione Poscio offre ulteriore materiale illustrativo grazie a Sole d’ottobre di Carlo Fornara, Veduta delle Alpi Lepontine di Giovanni Battista Ciolina, la Stradina a Settignano di Telemaco Signorini, due paesaggi di Antonio Fontanesi e una Querceta di Giovanni Fattori.

All’interno dell’itinerario illustrativo non mancano opere ancora inedite ed esposte pubblicamente per la prima volta: San Gerolamo, attribuito al pittore caravaggesco Lionello Spada, e la Vergine in preghiera del giovane Sassoferrato.

Edito da Cattaneo Editore, il catalogo della mostra è oggetto di una raccolta fondi destinata al restauro della Madonna in trono fra i santi Sebastiano e Caterina d’Alessandria, tavola eseguita dal pittore austriaco Pietro Alamanno, attivo ad Ascoli Piceno nel XV secolo. La pala d’altare proviene dalla distrutta chiesa di San Silvestro ai Sassi, località montana appartenente al comune di Ascoli Piceno, colpito dal terremoto dell’estate 2016.

Curata da Stefano Papetto e da Antonio D’Amico, la mostra resterà aperta a Casa De Rodis fino al prossimo 28 ottobre 2017. È promossa dalla Città di Domodossola e dai Musei Civici Ascoli Piceno, insieme a Fondazione Banca Popolare di Novara. Per maggiori informazioni: http://www.collezioneposcio.it/.

Clara Agostini

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