Ercolano luogo dell’anima

L’eruzione più famosa della storia ci ha lasciato un tesoro dell’archeologia unico al mondo. Eventi Culturali Magazine intervista il nuovo direttore del Parco archeologico di Ercolano, Francesco Sirano, per parlare delle impressioni a caldo e dei progetti in cantiere. Una storia tutta campana, di studio e amore per i beni archeologici, che vede oggi scriversi una pagina nuova.

E’ uno dei siti archeologici più importanti ed affascinanti del mondo, un gioiello della Campania che ha tante sorprese da regalarci. Stiamo parlando dell’antica Ercolano, risorsa turistica fondamentale per il nostro Paese, e simbolo virtuoso di quella partnership pubblico-privata troppo spesso dibattuta su media e social network. Oggi a gestire questo tesoro è stato nominato, dopo una selezione internazionale, Francesco Sirano, archeologo napoletano classe ’64, già funzionario responsabile dei siti di Cuma e Baia e responsabile dell’Ufficio promozione dei Campi Flegrei. Un archeologo a chilometro zero quindi, che oltre ad amare il suo territorio può vantare un curriculum di grande rispetto e una profonda conoscenza dei beni archeologi campani: portano la sua firma, infatti, numerose pubblicazioni che trattano la storia antica di Capua e di Teano; inoltre, ha lavorato presso la Struttura di Supporto del Progetto Grande Pompei. Quali sono i suoi primi pensieri dopo la nomina? Eventi Culturali Magazine è andata ad intervistare il nuovo direttore del Parco archeologico di Ercolano, per raccontarvi il volto nuovo di uno dei siti archeologici più importanti d’Italia.

Per prima cosa, quando si parla con il dott. Sirano ci si rende conto del suo profondo legame con il territorio: il suo incarico si vuole porre a cavallo tra archeologia, tutela del patrimonio e comunicazione-integrazione con le città circostanti. Ercolano è definito “luogo dell’anima”, non solo europeo ma anche mondiale, un’espressione che da sola significa molto. La sua passione per la storia di Ercolano è, infatti, palpabile, la sfida si prospetta avvincente: “Come studioso e funzionario sono stato invaso da una grande gioia e da entusiasmo per la possibilità, davvero unica, che mi è stata data di gestire un sito di interesse non solo nazionale ma direi mondiale come Ercolano. Come uomo mi sono sentito felice e ho pensato con gratitudine alla mia famiglia e ai sacrifici che ha fatto”.

Quando si parla di Ercolano, a livello giornalistico è immediato il legame tra il sito archeologico e il ruolo dei mecenati nell’arte italiana. Il sito, patrimonio Unesco dal 1997, è interessato dal 2001 dall’Herculaneum Conservation Project (HCP), un programma di conservazione, ricerca e valorizzazione condiviso dalla Soprintendenza e dal Packard Humanities Institute, un’importante fondazione filantropica a stelle e strisce. Ad oggi i risultati del modello Packard sono tangibili e rendono possibili alcune riflessioni. Secondo Sirano, David W. Packard grazie anche alla sua apprezzabile discrezione, “ha svolto una funzione epocale e di apripista in Italia. Essa si basa su una visione filantropica e culturale lungimirante e di grande sensibilità, e le migliori menti del nostro Ministero col tempo ne colsero le grandi potenzialità, trovando l’ispirazione anche per i più recenti atti normativi che favoriscono il coinvolgimento del privato in una visione di partenariato che tiene conto proprio del caso sviluppatosi ad Ercolano”. Mentre secondo il neodirettore, i risultati sono concreti ed interessano non solo i restauri ma la stessa valorizzazione e fruibilità del sito, “non

altrettanto può dirsi della percezione nell’opinione pubblica che, nel migliore dei casi, pensa che un multimilionario americano ha donato milioni di euro, mentre il tema centrale di questa operazione è una volontà di rendere il percorso seguito a Ercolano un’opportunità per sviluppare modelli riapplicabili da altri nel futuro anche nell’ambito pubblico”. Esperienze come quelle di Fendi e Tod’s nella capitale, con i restauri della Fontana di Trevi e del Colosseo, generano, infatti, vorticose discussioni e talvolta critiche, spesso infondate e provenienti da persone poco informate. In realtà spiega Sirano, non si tratta solo di intercettare fondi altrimenti non disponibili ma “di accettare, anche dalla parte della pubblica amministrazione, la sfida di dialogare e cooperare con il privato”.

Il nuovo direttore del Parco archeologico ha le idee chiare: mettere a disposizione spazi e dati, rendersi aperti a nuove iniziative, cercare in questo modo di incoraggiare idee fresche e creatività. Il sito di Ercolano, nelle intenzioni di Sirano, si metterà a disposizione per attività creative, start up e iniziative giovanili, cercando di “proporre stimoli e opportunità per altri aumentando la partecipazione”, invece di “monopolizzare le informazioni in una logica solipsistica che non ha davvero più ragion d’essere”. Anche se naturalmente non è semplice per un sito archeologico come per nessun’altra attività, avvicinare le nuove generazioni, il nuovo direttore cercherà di intercettare il loro estro, dialogare con la loro vitalità, costruendo un portale open data dove verranno resi disponibili 15 anni di attività dell’HCP: “con l’idea che giovani, start up, studiosi e artisti possano trovare materia prima fertile per attività creative e di approfondimento”.

Un prossimo appuntamento in calendario, ricorda Sirano, ci sarà il 16 maggio quando si celebreranno i 90 anni della storica campagna di scavi iniziata nel 1927 sotto la direzione del grande Amedeo Maiuri. “Senza la sua visionaria impresa, cosa vedremmo oggi di Ercolano?”. Dalla storia dell’archeologia, al presente: il neodirettore spiega che l’impegno è quello di studiare, valorizzare, e rendere più fruibili, gli scavi iniziati negli ultimi anni, più che intraprendere nuove grandi campagne, che implicano considerevoli responsabilità. “La gestione di ciò che si è messo in luce costa molto di più, ma decine di volte, rispetto all’atto in sé di scavare. Non solo. L’azione della Soprintendenza e di HCP negli ultimi 15 anni ha dimostrato come da interventi di tutela ben mirati e diffusi su scala urbana possano emergere nuovi e importanti dati archeologici, gran parte dei quali confluiti in pubblicazioni scientifiche e cataloghi di mostre”. A noi di Eventi Culturali non resta che fare gli auguri e i complimenti al nuovo direttore del Parco archeologico di Ercolano, invitando i nostri lettori a visitare questo gioiello all’ombra del Vesuvio. Una pagina di storia incredibile ed emozionante da cui trarre insegnamento; una passeggiata unica al mondo sulle orme degli antichi romani.

Francesco Consiglio

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