Vini rosati: tutto ciò che c’è da sapere sui grandi esclusi

Da sempre sottovalutato rispetto ai fratelli maggiori bianco e rosso, il rosè è una categoria di vino che offre una vasta gamma di prodotti sul mercato.
Sfatiamo primariamente un paio di miti. In primis i vini rosati non sono una famiglia qualitativamente subordinata a bianchi e rossi; in secondo luogo non sono assolutamente ottenuti dalla miscelazione dei due. Di fatti il processo di lavorazione inizia come quello di un vino rosso e termina seguendo i passi di quello un bianco. Una inferiore ma tuttavia presente macerazione delle bucce dell’uva nel mosto (assente nei bianchi) dona a questi vini colori che spaziano dal rosa tenue al cerasuolo.
Di conseguenza il famoso tannino astringente dei rossi potrà essere ritrovato in un rosè anche se in forma molto più flebile, dal momento che si tratta di una sostanza rilascia dalla buccia dell’acino.
Ragguardevoli sono poi le particolarità gusto-olfattive che questi prodotti possono offrire: passando da sapori primari di frutta fresca rossa e fiori vivaci si arriva ad un gradevole equilibrio del palato, accompagnato da una distinguibile acidità.
Necessario è sottolinearne infine la versatilità; mantenendo gli aromi di un vino rosso ma by-passandone l’aggressività si prestano ottimamente al connubio con qualsiasi tipo di portata dall’antipasto al dolce.
Accompagnando dunque ad un vino rosato un classico piatto di pasta al pomodoro o una più ricercata selezione di salumi si potrà valorizzarne gli attributi, riscoprendo un tanto vasto quanto interessante settore della produzione vinicola molto più meritevole di ciò che pensiamo.

Christian Fortuzzi

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