CIBO: NUTRIMENTO DEL CORPO, DELLA MENTE E DELLA NUOVA EDIZIONE DEL FESTIVAL DEL GIORNALISMO ALIMENTARE DI TORINO

Cibo, ovvero tradotto nel suo affine anglofono che tanto piace “food”: un tema caldo, impellente, importante, soprattutto in momenti di incertezza alimentare, di mutamento di valori, di una società che stenta a riconoscersi nelle tradizioni ricevute. Un argomento che richiama concetti di sostenibilità, di risparmio, ma anche di salute e di benessere e, non da meno, quello di povertà. Gli ogm, la scarsità delle risorse e la loro iniqua spartizione tra le popolazioni mondiali, le contraffazioni alimentari, i nuovi stili di vita e la ricerca di una dieta sempre più equilibrata e sana alla luce di malattie largamente diffuse o, semplicemente, quale effetto di un’inversione di tendenza su concezioni del mondo e del regno animale in netta contraddizione con i consumi onnivori imperanti: tutto rientra a pieno titolo nel dibattito sul cibo, sulla sua produzione e sulla distribuzione. Quale migliore occasione per discuterne se non all’interno del Festival del Giornalismo Alimentare di Torino, giunto appena alla sua seconda edizione, in programma dal 23 al 25 febbraio 2017 nella Biblioteca Nazionale Universitaria di Piazza Carlo Alberto.

Perché è nato questo festival, di cosa si parla e chi c’è dietro alla sua organizzazione? L’ International Food Journalism Festival è stato ideato da un gruppo di giornalisti, operatori della comunicazione e professionisti del settore culturale, a cui capita di affrontare quotidianamente tematiche alimentari. È così che si sono resi conto della necessità un confronto costante sulla qualità dell’informazione in un campo tanto delicato e sentito dai cittadini, e raccogliere le idee in un unico appuntamento fisso di incontro, dibattito, riflessione, formazione, reciproca conoscenza: un momento ricorrente per parlare di come stiano svolgendo il loro mestiere, aprendo il dialogo anche con i nuovi “giornalismi” e con le professioni scientifiche della ricerca e della salute.
Così è nata l’idea del Festival: dal basso, dal lavoro, dalla passione, dal senso di responsabilità di chi fa informazione in un Paese che, sulla “coscienza alimentare”, poggia la sua identità e il suo riconoscimento in tutto il mondo. Il soggetto organizzatore del Festival è l’associazione culturale Pensare il Cibo, ma è stato concepito dentro lo spazio di lavoro più ampio tra giornalisti e professionisti della comunicazione, giovani e meno giovani, in parte specializzati anche in informazione alimentare, che ogni giorno si trovano a interrogarsi sul senso del proprio lavoro e sul modo migliore per fare informazione e comunicazione.

L’informazione nutrizionale e le agromafie, gli sprechi e la refezione scolastica. Ma anche più specificamente il ruolo dei mass media nel comunicare il cibo, la deontologia professionale dei giornalisti in campo alimentare, il lavoro e il ruolo dei food blogger, i pericoli dei social network, la nuova vita della critica gastronomica: spiegare tutto questo, partendo dall’analisi di come i media, e quindi l’informazione, comunicano il cibo, è l’obiettivo del Festival del Giornalismo Alimentare.

Dunque, il cibo che fa notizia: tre giorni interamente dedicati a una delle tematiche di maggiore attualità, attraverso incontri, workshop e un “gustoso” calendario di eventi off, showcooking e degustazioni guidate, rivolti agli addetti ai lavori e aperti al grande pubblico. Esperti nazionali ed internazionali animeranno l’agorà, accanto alla voce di aziende, istituzioni, blogger e giornalisti di settore. Quattro le sezioni su cui il Festival si concentrerà: Sicurezza Alimentare, Biodiversità, Stili di vita ed Enogastronomia. Cuore delle sessioni di lavoro sarà, nel centro storico della città, il complesso della Cavallerizza, sede della nuova Aula Magna dell’Università degli Studi di Torino. Coinvolte nel programma degli eventi off ci saranno anche altre location storiche, alcune delle quali open air sotto il cielo della Mole.

Nella giornata di giovedì, all’evento inaugurale alla presenza delle autorità, si dibatterà di sostenibilità, di impatto ambientale e degli sprechi nella filiera alimentare. Si proseguirà poi con un interessante dibattito su come una scorretta informazione sulla conservazione dei cibi possa alla lunga portare maggiori sprechi. In una sala si parlerà di reati alimentari e agromafie, importanza dell’etichettatura e di allarmi alimentari generati dai media, ma anche di cibo e informazione scientifica; nell’altra, spazio a tematiche legate maggiormente alla deontologia dei giornalisti. Gli argomenti verteranno principalmente sulle differenze tra giornalisti e food blogger, i loro punti in comune, la trasformazione di un food blogger in influencer, il rapporto tra freelance e blogger in un mondo sempre più “social”.

La giornata di venerdì si aprirà con le diete e i loro benefici, per poi proseguire con le bufale alimentari on line, uno dei temi più amati e con maggior riscontro della passata edizione. Si parlerà di agricoltura e di opinione pubblica, per concludere con una riflessione sulla refezione scolastica, in una città come Torino da cui la scorsa estate è partita la battaglia legale dei genitori per mandare a scuola i figli con il cosiddetto “pasto da casa” in sostituzione della mensa.
Nel rush finale di venerdì si parlerà dei
pericoli dell’era social, di marchette e di pubblicità occulta, di deontologia nel giornalismo precario, di giornalismo enologico, di sprechi idrici, di nuovi trend e di critica enogastronomica.

Tutto questo sarà alimento e nutrimento del lungo e grande dibattito a Torino previsto dal 23 al 25 febbraio prossimo. Maggiori informazioni sugli orari, sul programma dettagliato e sulle indicazioni per raggiungere la sede dell’evento sono consultabili sul sito internet dell’ International Food Journalism Festival www.festivalgiornalismoalimentare.it

minPiera Feduzi

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