IL GIOCO DELLE EQUIVALENZE. Un’originale traduzione visiva del salario minimo

 

Dal 26 novembre al 14 gennaio 2017, la Galleriapiù di Bologna ospita Minimum, una mostra personale di Ivana Spinelli, dedicata alle dinamiche e ai paradossi dell’attività produttiva del “Made in Italy”.

Nata ad Ascoli Piceno (1972), Ivana Spinelli consegue il diploma alla Accademia di Belle Arti di Macerata nel 2005, anno in cui l’Italian Academy of Columbia University le conferisce il Premio New York. La sua carriera di artista era comunque iniziata qualche anno prima, nel 2002, con la mostra personale Chez Moi. Questo rosa è una messa in atto (Studio Mascarella, Bologna) e con la partecipazione alla rassegna collettiva Pink&Bloody (Centro Luigi di Sarro, Roma).

Attiva fra Berlino e Bologna, dove insegna presso l’Accademia di Belle Arti, la Spinelli ci invita oggi a riflettere sul rapporto fra le norme che, nei Paesi che più contribuiscono alla realizzazione dei prodotti appunto “Made in Italy” (Portogallo, Turchia, Marocco, India, Romania, Cina, Bangladesh e Indonesia), regolano il salario minimo dei lavoratori e la risposta comportamentale degli stessi. Le opere esposte – installazioni, sculture e disegni inediti –, intese quali codificazioni visive di dati statistici, manifestano l’intento di proporre un confronto focalizzato sul problema della “umanità del lavoro” nel mondo contem-poraneo.

Nel labirinto della globalizzazione pare infatti che norme chiaramente scritte e da tempo accettate come “diritti” dei lavoratori perdano efficacia, permanendo solo come un’eco che si disperde, dalla carta dei Codici, entro un orizzonte pulviscolare in cui tutte le differenze etniche e le specificità caratteriali risultano rimosse. L’immagine umana stessa non ha più alcuna consistenza, poiché il superamento degli usi e dei costumi delle diverse tradizioni autoctone non porta a una estensione di valori universali, ma di contro-valori o anti-valori “inumani”.

Al testo delle leggi sul lavoro, letto da due voci narranti, rispettivamente, in italiano e nelle lingue dei paesi coinvolti dal “Made in Italy”, si aggiunge la presenza fisica del pubblico, il cui “fluire” o “non-permanere” rimanda alla inconsistenza “globale” del lavoro e degli stessi lavoratori. Per la Spinelli, intuitiva performer fino dai suoi esordi, il corpo, anche in senso sociale, costituisce per eccellenza la superficie attraverso cui passano e si concretizzano vicende in continua e imprevedibile metamorfosi. Ma oggi la stessa metamorfosi sembra non avere più corso e perdersi in una “rete” di rimandi statici fra “equivalenze” senza spazio né tempo.

La rassegna è documentata anche da un libro d’artista che si avvale di testi critici di Franco Berardi “Bifo”, Silvana Borutti e Matthias Reichelt.

Box informazioni:

Minimum

(26 novembre 2016 – 14 gennaio 2017)

Galleriapiù

Via del Porto 48, Bologna

Mar – Mer 14.30 – 19.30

Giov – Ven 12.00 – 20.00

Sabato 11.00 – 19.00

Domenica e lunedì chiuso

www.galleriapiù.com

Giada Sbriccolissss

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